Grisi, Carlotta
- Carlotta Grisi, fotografia, Atelier Nadar, 1900. Fonte: Gallica BnF
- Carlotta Grisi in Giselle, litografia di John Henry Robinson da Alfred Edward Chalon, 1842. Fonte: Gallica BnF
- Carlotta Grisi in La filleule des fées, litografia di Auguste Legrand, 1850. Fonte: Gallica BnF
Carlotta Grisi nacque nel 1819 a Visinada, un comune nella parte occidentale dell’Istria ora in Croazia.
Studiò con Claude Guillet alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano e si perfezionò sotto la guida di Carlo Blasis. Ancora allieva prese parte alle produzioni del medesimo teatro esibendosi nei balletti di Giovanni Battista Giannini e guadagnandosi il soprannome di “piccola Heberle” con riferimento a Therese, nota ballerina viennese allora in auge.
Nel contempo studiò canto, come le sue cugine Giuditta e Giulia, affermate cantanti, e il suo talento fu notato dal celebre soprano Giuditta Pasta che le suggerì di intraprendere una carriera operistica. Carlotta decise di dedicarsi alla danza, ma non abbandonò mai questa passione.
Conseguito il diploma nel 1832, debuttò al Teatro alla Canobbiana di Milano in Le Sette reclute di Luigi Astolfi, per poi essere scritturata dal famoso impresario Alessandro Lanari per una tournée in Italia. Al Teatro San Carlo di Napoli incontrò Jules Perrot che, notando il suo talento e affascinato dalla sua grazia, ne divenne l’insegnante, oltre che il compagno.
In un crescendo di successi la coppia si esibì all’Her Majesty’s Theatre di Londra in Le Rossignol di Deshayes, all’Hofoper di Vienna in Die Nymphe und der Schmetterling di Pietro Campilli e al Théâtre de la Renaissance di Parigi nei divertissements dell’opera Lo Zingaro di Fortuna.
Nel 1841 il direttore dell’Opéra di Parigi, Léon Pillet, le aprì le porte del celebre teatro dove debuttò in un pas de deux creato da Perrot all’interno de La Favorita di Gaetano Donizetti.
A collocarla tra le stelle del firmamento coreico fu la sua interpretazione di Giselle (1841), ballet pantomime in due atti su libretto di Théophile Gautier e musica di Adolphe Adam. Le parti da lei danzate furono interamente coreografate da Jules Perrot, anche se il balletto fu firmato soltanto da Jean Coralli, premier maître de ballet del teatro. Pochi mesi dopo incantò il pubblico londinese replicando Giselle all’Her Majesty’s Theatre, teatro in cui tornò a esibirsi regolarmente fino al 1850. La sua consacrazione a ballerina di prima grandezza le procurò un vantaggioso contratto che la legò all’Opéra con un compenso straordinario per l’epoca. Negli anni seguenti consolidò il suo successo con La Péri di Jean Coralli e La Esmeralda di Jules Perrot.
Nel 1845, su richiesta dell’impresario Benjamin Lumley, si unì a Maria Taglioni, Fanny Cerrito e Lucile Grahn nel Pas de quatre. Jules Perrot, autore della coreografia, non solo valorizzò quattro celebrate stelle del ballo romantico ma mise a confronto il loro talento giocando su una presunta rivalità e mandando in visibilio i loro fan. Nonostante il grande successo, il Pas de Quatre fu presentato solo per tre sere, aprendo però la strada a una formula di spettacolo che si rivelerà duratura: fu riproposto due anni dopo in una diversa formula, un passo a tre intitolato Les Eléments in cui la Grisi impersonò il Fuoco, Fanny Cerrito l’Aria e Carolina Rosati l’Acqua. Nel contempo “la Carlotta”, come fu soprannominata, continuò a ottemperare i suoi impegni contrattuali con l’Opéra esibendosi in Le Diable à quatre (1845), Paquita (1846), Griséldis (1848) di Joseph Mazilier e La Filleule des Fées di Perrot (1849).
Dal 1850 lavorò in Russia, debuttando in Giselle ed esibendosi sia nei suoi grandi successi parigini e londinesi sia in La Naïade et le pêcheur (1851), ripresa che Perrot, allora maître de ballet del teatro Bolshoi Kamennyj di San Pietroburgo, fece del suo balletto Ondine, ou La Naïade (1843). Prima d’iniziare la sua seconda stagione in Russia, apparve per l’ultima volta all’Her Majesty’s Theatre in un nuovo lavoro di Paolo Taglioni, Les Cosmopolites, divertissement creato in occasione dell’Esposizione Universale del 1851. Rientrata in Russia si esibì in Vert-Vert, balletto che Joseph Mazilier aveva da poco realizzato all’Opéra di Parigi, e in La Guerre de femmes (1852) e Gazelda ou Les Tziganes (1853) di Perrot.
A trentaquattro anni si ritirò a St-Jean presso Ginevra, dove morì nel 1899.
Carlotta Grisi fu tra le più celebri ballerine del XIX secolo. Per il critico Théophile Gautier rappresentò il prototipo della ballerina ideale poiché il suo stile riuniva la purezza di Maria Taglioni e la drammaticità di Fanny Elssler. Questa sintesi è particolarmente evidente nella sua più celebre interpretazione, quella di Giselle, in cui poté sfoggiare le proprie capacità pantomimiche nel primo atto e quelle liriche nel secondo. Anche da un punto di vista tecnico la sua danza riuniva le qualità della danse d’élévation, della quale eseguiva con elegante leggiadria grands jetés, entrechats-six e sissonne fermé, e le caratteristiche della danse tacqueté, con i suoi rapidi pas de bourrée e jetés-battus. Possedeva una forte tecnica di punte, conquistata con l’ausilio di un nuovo tipo di scarpetta che, essendo rinforzata, le consentiva un equilibrio straordinario. Memorabili furono le sue performances tecniche in La Péri e Paquita che preannunciavano il virtuosismo delle grandi ballerine dell’Ottocento.
Ivor Guest, The Romantic Ballet in Paris, London, Dance Books, 2008
Serge Lifar, Carlotta Grisi, Parigi, Albin Michel, 1941
Elena Cervellati, Théophile Gautier e la danza. La rivelazione del corpo nel balletto del XIX secolo, Bologna, CLUEB, 2007
Donald Windham, Taglioni, Grisi, Cerrito and Elssler, in «Dance Index», vol. 3, 1944
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