Dostoyno yest' (Axion Estin, 'è veramente giusto')

1. Il principe Vladimir I di Kiev (958-1015) e sua nonna Olga (879-969), primo membro della famiglia regnante a convertirsi al cristianesimo. Entrambi canonizzati e venerati come santi.

2. Tichon di Mosca, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie durante i primi anni di governo sovietico (1917-1925).

3. Veduta della Piazza delle Cattedrali a Mosca, Giacomo Quarenghi, 1797.

Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca

Anno di registrazione
2012
Video di presentazione

Descrizione

Il Patriarcato di Mosca, la cui autonomia venne riconosciuta ufficialmente dal Patriarca di Costantinopoli nel 1589, fa risalire la sua data di nascita alla conversione al cristianesimo del Gran Principe Vladimir I di Kiev (ca. 958-1015) avvenuta nel 988. Gli slavi orientali, inizialmente in stretto contatto con il mondo bizantino e la sua musica, in seguito all’invasione e la dominazione mongola della Russia (1237-1480), intrattennero sempre meno rapporti con Costantinopoli e di conseguenza i repertori liturgici delle due chiese, insieme ai sistemi di notazione musicale utilizzati per tramandarli, iniziarono a divergere e ad intraprendere un autonomo percorso evolutivo. La discrepante realtà, non solo musicale ma anche testuale della liturgia russa rispetto a quella delle altre chiese ortodosse, emerse in tutta la sua evidenza a metà del XVII secolo, periodo in cui venne promossa una riforma finalizzata a riportare le traduzioni russe dei testi sacri entro i binari dell’ortodossia greca.

Il XVII secolo però fu anche il periodo in cui in Russia, soprattutto in seguito all’insediamento (1689) dello Zar Pietro il Grande (1672-1721), fu portata avanti una politica di occidentalizzazione del paese su molteplici fronti, fra cui anche quello musicale. Nella musica sacra tale processo di avvicinamento al mondo occidentale si manifestò, fra Sei e Settecento, attraverso la decisa proliferazione del canto polifonico partesnyj (‘letto a parti staccate’) importato attraverso la Polonia e l’Ucraina, all’interno della liturgia russa. La Zarina Caterina II la Grande (1729-1796) portò a compimento il processo di occidentalizzazione della musica liturgica  ingaggiando come direttori del Coro della cappella di corte affermati operisti e maestri di cappella europei fra cui gli italiani Baldassarre Galuppi (1706-1785) e Giuseppe Sarti (1729-1802), a cui si deve la formazione di una successiva generazione di compositori locali con una solida formazione musicale eurocolta. Il repertorio del canto liturgico russo perse quindi quasi ogni legame con il canto piano delle altre chiese di rito bizantino e la sua storia si legò invece a quella della musica eurocolta occidentale.

Negli ultimi decenni del XIX secolo un gruppo di illustri compositori, fra cui Pëtr I. Cajkovskij (1840-1893)Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908), sulla spinta degli ideali del nazionalismo russo, cercarono di riformare la musica liturgica con l’intenzione di riportare alla luce le sue ‘autentiche’ origini ‘slave’, ‘non occidentali’, e iniziarono a sostituire con armonizzazioni modali del canto fermo e con proprie composizioni stilisticamente omogenee il precedente repertorio sacro 'italianeggiante'. Le politiche antireligiose portate avanti durante il comunismo portarono allo scioglimento dei cori ecclesiastici, molti dei quali vennero rifondati durante gli anni Novanta del secolo scorso.

Nell'esempio proposto il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca, diretto da Anatolij Grindenko e fondato nel 1985, esegue una versione di un compositore anonimo russo del XVI secolo del Dostoyno yest' (Axion Estin in greco), che fa parte del più ampio inno alla Theotókos (Madre di Dio). Il concerto ha avuto luogo nel 2012 presso la Basilica di San Vitale a Ravenna. Il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca si dedica principalmente allo studio e all'esecuzione del repertorio più antico della polifonia sacra russa (XVI-XVII secolo). Nel video si può sentire la voce di un 'basso profondo' o 'ottavista', registro vocale tipico dei cori ecclesiastici russi.

Approfondimento
Voci e strumenti
  • coro di voci maschili
Autore scheda
CV
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Modificato
13/04/2019

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