Illica, Luigi
- Luigi Illica, fotografia
- Luigi Illica, fotografia giovanile
- Luigi Illica e Giacomo Puccini, fotografia
- Giacomo Puccini, Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, fotografia, 1893 circa
Luigi Illica nacque il 9 maggio 1857 a Castell’Arquato, presso Piacenza, da Diogene, notaio, e Geltrude Zappieri. Ribelle, insofferente alla disciplina, svolse studi irregolari: instradato dai genitori alla carriera notarile, frequentò dapprima il ginnasio di Piacenza per passare poi al collegio di Cremona con scarsi risultati, tanto da indurre il padre a imbarcarlo come mozzo su un un mercantile livornese, nella speranza di mitigarne l’intemperanza. Vi rimase per quattro anni. Al ritorno, manifestò interesse per l’attività letteraria: si cimentò con la stesura dei primi versi e, soprattutto, dell’atto unico Hassan, rappresentato al Teatro Filodrammatico della città natale nel 1875. Nel 1877 si arruolò al seguito dell’esercito russo-rumeno per combattere contro i Turchi nella battaglia di Pleven. Nuovamente in patria, si guadagnò da vivere lavorando come giornalista: nel 1878 visse a Roma, dove collaborò con il periodico «Spartaco», diretto dal cugino Carlo Mascaretti, per trasferirsi nel 1879 a Milano. Qui lavorò come cronista del «Corriere della sera» e nel 1881 esordì nella narrativa con la pubblicazione delle cinque prose brevi Farfalle. Effetti di luce. Nello stesso anno, trasferitosi temporaneamente a Bologna, fondò il quotidiano d’ispirazione repubblicana «Don Chisciotte» insieme a Luigi Lodi e Giuseppe Barbanti-Brodano.
Negli anni successivi, si dedicò a tempo pieno al teatro, di prosa e musicale. Esordì nel 1883 con la commedia I Narbonnerie-Latour, scritta a quattro mani con Ferdinando Fontana. Nel 1886 firmò con Francesco Pozza il primo libretto, Il vassallo di Szigeth per Antonio Smareglia (Vienna, 1889); con La Wally per Alfredo Catalani, andata in scena al Teatro «alla Scala» il 20 gennaio 1892, iniziò una lunga e proficua collaborazione con la casa editrice Ricordi: nello stesso anno prese parte alla macchinosa stesura di Manon Lescaut (Torino, 1893) per Giacomo Puccini, che vide coinvolti Marco Praga, Domenico Oliva, Ruggiero Leoncavallo, Giulio Ricordi e Puccini stesso. In seguito a quell’esperienza, tornò a collaborare a più riprese con il compositore lucchese, d’ora innanzi sempre in coppia con Giuseppe Giacosa (La Bohème, Torino, 1896; Tosca, Roma, 1900; Madama Butterfly, Milano, 1904). Ne nacque uno stretto sodalizio umano e artistico, ininterrotto fino alla morte di Giacosa, occorsa nel 1906. Parallelamente, Illica portò avanti un’intensa produzione librettistica in proprio: scrisse in particolare per Alberto Franchetti (Cristoforo Colombo, Genova, 1892; Germania, Milano, 1902), Franco Alfano (La fonte di Enschir, Breslavia, 1898; Il principe Zilah, Genova, 1909), Umberto Giordano (Andrea Chénier, Milano, 1896; Siberia, Milano, 1903), Pietro Mascagni (Iris, Roma, 1898; Le maschere, Roma, 1901; Isabeau, Buenos Aires, 1911).
All’inizio del nuovo secolo Illica lasciò Milano per ritirarsi dapprima a Cassano d’Adda, poi nella sua tenuta di Coste Orzate, «Il Colombarone», presso Castell’Arquato. Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, tornò ad arruolarsi volontario. Tra il 1916 e il 1917 fu però costretto a rientrare dal fronte in seguito a un incidente. Morì il 16 dicembre 1919.
Nella vasta produzione di Illica trova posto una grande varietà di tematiche, di ambienti umani e geografici. I suoi drammi in prosa comprendono Il conte Marcello Bernieri (Milano, 1883), La signora Leo Pascal (Milano, 1884), Herik Arpad Tekeli (Milano, 1884), Gli ibridi (Milano, 1886), Gli ultimi templari (Milano, 1886), Dramma e melodramma (in collaborazione con Gerolamo Rovetta, Milano, 1887), I diritti dell’amore (Milano, 1888), La sottoprefettura di Roganecca (Milano, 1890), e soprattutto le commedie dialettali L’eredità del Felis (Milano, 1891), L’anima di un alter (Milano, 1892). Tra i libretti si segnalano, oltre a quelli citati sopra, I dispetti amorosi (intonato da Gaetano Luporini, Torino, 1894), La martire (Spyros Samara, Napoli, 1894), Nozze istriane (Smareglia, Trieste, 1895), Anton (Cesare Galeotti, Milano, 1900), Cassandra (Vittorio Gnecchi, Bologna, 1905), Tess (Frédéric Alfred d’Erlanger, Napoli, 1906), Errisiñola (Louis Lombard, Lugano, 1907), Helléra (Italo Montemezzi, Torino, 1909), La Perugina (Edoardo Mascheroni, Napoli, 1909), Giove a Pompei (in collaborazione con Ettore Romagnoli, per Franchetti e Giordano, Roma, 1921).
Aperta alle influenze delle correnti e delle tendenze culturali più aggiornate, la poetica di Illica mostra di ambire a un respiro internazionale, facendo proprie di volta in volta le istanze della rievocazione storica, di un esotismo sofisticato; per dar voce – nella ricercatezza estetizzante della scrittura – a un teatro fatto di atmosfere, in cui figure e psicologie sono definite, lasciate affiorare dal contesto.
Sergio Efosi Valtolla, Luigi Illica, un grande personaggio della Valdarda, un artista…, in Terre della Valdarda – Valtolla’s Blog
https://valtolla.com/2015/01/18/luigi-illica-artista-e-uomo-avventuroso/
Gaspare Nello Vetro, Vissi d’arte. Luigi Illica librettista, Roma, Aracne, 2013
Johannes Streicher, voce Illica, Luigi in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale
http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-illica_(Dizionario-Biografico)/
Johannes Streicher, Intorno al metateatro di Luigi Illica, contributo per il convegno Luigi Illica nella cultura europea del secondo Ottocento, Piacenza / Castell’Arquato, 14-15 marzo 2008
https://www.academia.edu/19522161/Intorno_al_metateatro_di_Luigi_Illica._Piacenza_2008
Libretti
Opere
Interpretazioni e altri documenti
Opere danza
Licenza
Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
Condividi:
Condividi: