Fracci, Carla

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Carla Fracci, foto di Kenn Duncan. Fonte: The New York Public Library Digital Collection.

2. Carla Fracci in La Sylphide, foto di Luciano Romano. Fonte: Danza Effebi.

Data di nascita
20 agosto 1936
Data di morte
27 maggio 2021
Paese
Categoria
Biografia

 

Carla Fracci nasce a Milano nel 1936. Si forma alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, dove studia con Edda Martignoni, Ettorina Mazzucchelli, Esmée Bulnes e Vera Volkova. Ancora allieva è scelta da George Balanchine per un piccolo ruolo nel Palazzo di Cristallo e da Luchino Visconti come sostituta per la parte di Silvestra in Mario e il mago di Léonide Massine.
Conseguito il diploma nel 1954, entra nella compagnia scaligera dove, dopo aver debuttato con successo in Cenerentola di Alfredo Rodrigues (1955), diventa solista. Fin dai primi anni il suo repertorio comprende una grande varietà di balletti, quali Lo Schiaccianoci di Rodrigues (1957), The Prince of the Pagodas di John Cranko e Adamo ed Eva di Aurel Milloss.
Nel 1957 Anton Dolin la sceglie per danzare nella storica ripresa del Pas de Quatre di Perrot-Pugni al Festival di Nervi insieme a Yvette Chauviré, Alicia Markova e Margrethe Schanne. L’anno seguente ottiene il suo primo successo internazionale al Festival Ballet (oggi English National Ballet) ammaliando pubblico e critica con la sua interpretazione di Giselle. Sempre nello stesso anno crea il ruolo principale in Romeo e Giulietta di Cranko e riceve la nomina di prima ballerina. Diventa l’interprete d’elezione dei grandi classici del repertorio, in particolare dei due balletti romantici per antonomasia, Giselle e La Sylphide, e delle versioni di Rudolf Nureyev con cui inaugura una leggendaria partnership.
Il suo repertorio abbraccia soprattutto intensi ruoli drammatici, spesso pensati e creati per esaltare le sue grandi doti interpretative, come Francesca in Francesca da Rimini (1965), ispirato al personaggio della Divina Commedia di Alighieri, e Gelsomina in La strada (1966), tratto dall’omonimo film di Federico Fellini, entrambi coreografati da Mario Pistoni. Altre produzioni scaligere di cui è somma interprete sono: Pazzia per Ofelia di Attilio Labis (1967), The Macbeths di Pistoni (1969), Excelsior di Ugo Dell’Ara (1974), La tempesta (1976) di Loris Gai, Otello di John Butler (1976), Cristoforo Colombo di Alberto Mendez (1992), Cheri di Roland Petit (1996), La vedova allegra di Ronald Hynd (1996) e Images d’Ida Rubinstein di Luc Bouy (1999).
Parallelamente è invitata nei più importanti teatri e festival italiani. Tra le sue interpretazioni più celebri ricordiamo: una serata storica al Teatro dell’Opera di Roma in cui si esibisce con Erik Bruhn nella scena del balcone da Romeo e Giulietta e con Nureyev ne La Sylphide (1966); Medea di Butler con Mikhail Baryshnikov al Festival di Spoleto (1975); Bolero di Maurice Béjart all’Arena di Verona (1978), L’Heure exquise al Teatro Carignano di Torino (1998). Nel contempo si esibisce in tutta Italia con una propria compagnia fondata con il marito e compagno d’arte Beppe Menegatti per promuovere l’arte della danza a livello nazionale con un repertorio che include balletti di coreografi italiani quali Loris Gai e Amedeo Amodio.
Fin dagli anni Sessanta intraprende intanto una carriera internazionale esibendosi come principal guest artist nei più importanti teatri del mondo come il Bol'šoj di Mosca, il Colón di Buenos Aires e il Gran Teatro dell’Avana. Particolarmente rilevante è la sua collaborazione artistica con l’American Ballet Theatre che nel 1967 le offre lo status di permanent guest artist. In questi anni arricchisce il proprio repertorio danzando nuovi balletti come Jardin aux Lilas di Antony Tudor e consolida il proprio sodalizio scenico con Bruhn, di cui rimane una splendida testimonianza nella versione filmica di Giselle (1969).
La sua carriera di ballerina è affiancata da quella di attrice che sviluppa sia a teatro (esempi sono La Tempesta con la regia di Beppe Menegatti al fianco di Glauco Mauri nel 1964 e Filumena Marturano di Eduardo De Filippo), sia al cinema dove appare in Nijinsky di Herbert Ross (1980), Venezia, carnevale, un amore di Mario Lanfranchi con Nureyev (1982) e La storia vera della signora delle camelie di Mauro Bolognini con Isabelle Huppert (1981). In televisione partecipa a numerosi programmi di varietà affiancando tra gli altri le gemelle Kessler, Mina, Heather Parisi e Fiorello e recita nelle serie televisive Verdi di Renato Castellani (1982) e Le Ballerine di Beppe Menegatti con Peter Ustinov (1992).
È stata direttrice delle compagnie dei più importanti teatri italiani quali il San Carlo di Napoli (1989), l’Arena di Verona (1995-1997) e il Teatro dell’Opera di Roma (2000-2010). In particolare, la sua direzione artistica restituisce nuova luce al corpo di ballo capitolino promuovendo una nuova classe di danzatori e ampliando il repertorio della compagnia. Nello specifico, il nucleo centrale della sua attività è dedicato ai più importanti titoli del repertorio classico e dei Ballets Russes.
Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi, fra i quali Grande Ufficiale (1983) e Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2003), Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte (2000), Ambasciatrice di buona volontà della FAO (2004), Premio Galina Ulanova e Premio Cavour (2010).

Dotata di versatilità interpretativa che le ha consentito di affrontare una grande varietà di ruoli tanto da ispirare Eugenio Montale che le ha dedicato la poesia La danzatrice stanca (1969) e da meritare l’appellativo di “Duse of the Dance” da parte del celebre critico di danza del New York Times Clive Barnes, Carla Fracci è dai più considerata la ballerina romantica per antonomasia, in virtù di magistrali interpretazioni quali la sua Giselle. Ella si staglia come figura cardine della danza italiana di cui ha riportato in auge l’immagine nel mondo, godendo di una popolarità senza precedenti.

Bibliografia

Lucia Baldini, Carla Fracci. Immagini 1996 – 2005, a c. di Lucia Baldini e Cosimo Manicone, Firenze, Le Lettere, 2005.

Giuliana Gargiulo, Carla Fracci dalla A alla Z tra pubblico e privato, Napoli, Graus, 2005.

Gérard Mannoni, Les Grandes étoiles du XXe siècle, Paris, Buchet/Chastel, 2014.

Vittoria Ottolenghi, Fracci, Carla, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998.

Scritti

Carla Fracci, Daniel Jarach, La mia vita sulle punte, Milano, Sperling & Kupfer, 1978.

Carla Fracci, Passo dopo passo. La mia storia, a c. di Enrico Rotelli, Milano, Mondadori, 2013.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
SMO

Licenza

Licenza

Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
 

Modificato
27/05/2021

Condividi:

 

Condividi: