Camargo, Marie

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1.  Stampa di Eugène Gervais del ritratto di Marie-Anne de Cupis de Camargo realizzato da Nicolas Lancret (1865), fonte: Bibliothèque nationale de France, département Musique, Est. Camargo 002.

Data di nascita
15 aprile 1710
Data di morte
28 aprile 1770
Paese
Categoria
Qualifica
Biografia

Marie-Anne de Cupis de Camargo, di origini spagnole e italiane, nacque a Bruxelles, dove da subito fu avviata alla carriera di danzatrice da suo padre, Ferdinand Joseph de Cupis, violinista e maestro di ballo.

A dieci anni andò a studiare a Parigi con Françoise Prévost. Iniziò a lavorare prima a Bruxelles e poi a Rouen. Per il suo debutto all’Opéra, nel 1726, si esibì in Les Caractères de la danse, assolo femminile composto da dodici frammenti di danze in voga, creato nel 1715 dal violinista della Chambre du Roy dell’Académie Royale de Musique, Jean-Ferry Rebel, per la Prévost che, nel corso del tempo, lo riprodusse numerose volte e lo trasformò in un pezzo di bravura che utilizzò anche per il debutto delle sue allieve. Si racconta che la Camargo ottenne un tale successo che Prévost, ingelositasi, le tolse i ruoli solistici retrocedendola al corpo di ballo e infine si rifiutò di darle ancora delle lezioni dopo che la Camargo, alla mancata entrata in scena di un ballerino, si era lanciata nel mezzo del palco improvvisando una variazione piena di brio scatenando l'entusiasmo del pubblico. Camargo continuò a perfezionarsi con Michel Blondy, noto danzatore dell’Opéra, che le permise di raggiungere alti livelli di virtuosismo.

Per otto anni la sua danza si contrappose a quella di Marie Sallé. Le due ballerine, infatti, incarnavano due aspetti opposti: quello della danza intesa come forma pura, la Camarago; e quello del ballo interpretato come mezzo espressivo, la Sallé.

La rivalità tra le due si concluse quando la Camargo, nel 1734, si ritirò in campagna, nel castello di Louis de Bourbon conte di Clermont. Nel 1740, la Camargo tornata sulle scene per riaffermare la sua posizione di regina dell’Opéra, si trovò a competere, questa volta, con una nuova rivale, l’italiana Barbara Campanini (detta Barbarina), anch’essa abile nei virtuosismi.

Durante le stagioni 1749-50 e 1750-51, danzò a Lyon dove lavorava, in quegli anni, anche Jean-Georges Noverre che la elogiò più volte sia nelle Lettres del 1760, sia nell’edizione del 1807, apprezzandone la precisione musicale, la vivacità e la gioia, solitamente rare nei danzatori. La Camargo si ritirò ufficialmente nel 1751, anche se compare ancora come prima ballerina della Comédie Française nel 1755.

La Camargo fu in grado di influenzare la moda del tempo e la sua personalità fu talmente carismatica che divenne un personaggio emblematico, tanto da continuare a essere d'ispirazione per diversi artisti anche nell’Ottocento: Ippolito Monplaisir creò per la Scala di Milano un ballo in sei atti, La Camargo, 1868; quattro anni dopo, Marius Petipa coreografò a San Pietroburgo Camargo; Charles-Alexandre Lecocq compose l’opéra comique in tre atti La Camargo (1878); mentre il musicista Enrico de Leva compose l'opera in quattro atti La Camargo, su libretto di G. Pessina (1898).

Camargo fu una diva del Diciottesimo secolo che, con le sue capacità che le permettevano di eseguire virtuosismi anche tratti della tecnica maschile, valorizzò il ruolo professionale della danzatrice arrivando a cambiare la percezione e le attese del pubblico a proposito della danza femminile.

Bibliografia

Castil-Blaze, La Danse et les ballets depuis Bacchus jusqu’à Mademoiselle Taglioni, Paris, Paulin, 1832, pp. 189-201.

Marie Françoise Christout e Gino Tani, voce Camargo, in Enciclopedia dello spettacolo, II, Roma, Le Maschere, 1954-1965, coll. 1541-1544.

Gabriel Letainturier-Fradin, La Camargo 1710-1750, Paris, Flamarion, 1908.

Flavia Pappacena, La danza classica. Le origini, Bari, Laterza, 2009.

 

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Modificato
05/01/2019

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