Lifar, Serge

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Serge Lifar, ritratto di Louis Marcoussis, 1933. Fonte: The New York Public Library Digital Collections 
  2. Serge Lifar in La chatte, fotografia dello Studio G. L. Manuel, 1927. Fonte: Gallica BnF
  3. Tamara Toumanova e Serge Lifar. Fonte: wikipedia.org
Data di nascita
2 aprile 1905
Data di morte
15 dicembre 1986
Paese
Stile
Categoria
Biografia

Serge Lifar, nome d’arte di Sergei Mikhailovich Serdkin, nacque a Kiev nel 1905. Iniziò i suoi studi di danza con Bronislava Nijinska e in seguito si perfezionò con Enrico Cecchetti e Nicolai Legat. Nel 1923 avviò la propria carriera di ballerino nei Ballets Russes di Sergei Pavlovich Diaghilew: distintosi immediatamente per la forte personalità e la bellezza delle linee, conseguì il titolo di primo ballerino. Partecipò alla creazione dei più importanti balletti della compagnia coreografati da Léonide Massine (Les Matelots, Pas d’acier e Ode) e George Balanchine (Barabau, La Chatte, Apollon musagète, Le Bal e Le Fils prodigue) e fu protagonista di applaudite riprese come L’Après-midì d’un faune e l’Oiseau de feu, danzando al fianco di celebri ballerine come Anna Nikitina, Olga Spessivtseva e Tamara Karsavina. Nel 1929, incoraggiato dal celebre impresario russo, si cimentò per la prima volta nella coreografia presentando la propria versione di Le Renard, balletto creato nel 1922 dalla Nijinska su musica di Igor Stravinskij. Dopo la morte di Diaghilew fu chiamato all’Opéra di Parigi per sostituire George Balanchine che, ammalatosi, non aveva potuto completare la coreografia di Les Créatures de Prométhée. In seguito all’enorme successo conseguito sia in veste di coreografo che d’interprete, il direttore del teatro Jacques Rouché lo nominò primo ballerino e maître de ballet. Iniziò così la sua lunga carriera all’Opéra di Parigi che, sotto la sua guida, visse una profonda rinascita culturale. Critica e pubblico furono conquistati dalle sue capacità performative, di cui diede gran prova in Le Spectre de la rose (1931), dove danzò in chiave più virile la parte creata da Vaslaw Nijinsky, e in Giselle (1932), dove conferì al personaggio di Albrecht una nobile drammaticità e purezza di stile. Come coreografo privilegiò balletti d’impianto narrativo nei quali integrò la propria ricerca formale realizzando Vie de Polichinelle (1934), Icare (1935), David Triomphant (1937), Alexandre le Grand (1937), Aenéas (1938), Le Chevalier et la Damoiselle (1941); Suite en blanc (1943) fu uno dei pochi balletti senza argomento. Queste produzioni portarono alla ribalta una nuova generazione di ballerine, come Yvette Chauviré, e diedero nuova luce al corpo di ballo. Contemporaneamente iniziò la sua attività didattica all’Opéra dove, attraverso un’intensa azione riformatrice, elevò il livello tecnico della compagnia. Al termine della seconda guerra mondiale, accusato di collaborazionismo, lasciò Parigi e assunse la direzione del Nouveau Ballet de Monte Carlo per cui coreografò tra il 1946 e il 1947 cinque balletti: Aubade, Dramma per Musica, Chota Roustaveli, La Péri, Une Nuit sur le Mont Chauve e Nautéos. Nel 1947 fu richiamato all’Opéra e arricchì il suo repertorio con nuove creazioni, a cominciare da Les Mirages, balletto al quale lavorava fin dal 1944. Nel 1957, per divergenze con la direzione del teatro, diede le dimissioni dalla carica di maître de ballet e continuò a collaborare come coreografo ospite in Europa e Sud America. Morì a Losanna nel 1986.

Nell’arco della sua carriera coreografica Serge Lifar creò una vastissima produzione. Essa presentava uno stile neoclassico, così chiamato perché introduceva nella danse d’école una serie d’innovazioni, come l’aggiunta della sesta e settima posizione in cui i piedi erano paralleli. Peculiarità del suo lavoro coreografico fu l’assoluta autonomia della danza dalla musica, idea che espresse in Le Manifeste du Chorégraphe (1935). In tal modo rivendicò la propria libertà di azione nel processo creativo che non intendeva sottomesso al ritmo musicale. Esemplare in questo senso fu il balletto Icare (1935), per il quale sviluppò una tela ritmica che soltanto in un secondo momento fu orchestrata da Arthur Honegger, assistito da J. E. Szyter.

Serge Lifar svolse un ruolo fondamentale nell’affermazione del balletto moderno francese, non soltanto come ballerino e coreografo, ma anche come teorico e saggista. Tra il 1935 e il 1967 pubblicò più di venticinque testi, tra cui il già citato Le Manifeste du Chorégraphe, Diaghilev (1940), Traité de danse académique (1949), Histoire du ballet russe (1950; ed. inglese 1954), Vestris, Dieu de la danse (1950) e Traité de chorégraphie (1952). S’impegnò anche nella promozione degli studi coreutici, fondando nel 1947 l’Institut Chorégraphique, ora Université de la Danse.

Scritti

Serge Lifar, A history of Russian ballet: from its origin to the present day, New York, Roy Publishers, 1954

Serge Lifar, Le manifeste du chorégraphe, Parigi, Cooperative Etoile, 1935 (si può leggere un estratto su Archives Internationales de la Danse)

Serge Lifar, Ma vie, Parigi, R. Julliard, 1965

Serge Lifar, Serge Diaghilev : his life, his work, his legend: an intimate biography, Londra, Putnam, 1940

Serge Lifar, Traité de danse académique, Parigi, Bordas, 1949

Serge Lifar, Traité de chorégraphieParigi, Bordas, 1952

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Opere

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SMO

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Modificato
05/01/2019

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