Sacre du Printemps

Coreografo
Immagini (Secondarie)

Le Sacre du printemps, bozzetto di Nikolaj Konstantinovič Roerich (1913).

Generi e forme danza
Epoca
Stile
Anno o data di composizione
1913
Registrazioni audio/audiovideo

Descrizione

Quadri della Russia pagana in due parti su musica di Igor Stravinskij. Prima rappresentazione a Parigi, Théâtre de Champs-Élysées, il 29 maggio 1913. Scenografia e costumi Nikolaj K. Roerich. Libretto di Igor Stravinskij e Nikolaj K. Roerich.

L’idea per la creazione del balletto fu di Stravinskij che si avvalse della collaborazione del pittore e archeologo Nikolaj Roerich, specializzato in cultura antica slava. Il Sacre è un esempio dell’invasione della corrente primitivista d’inizio secolo. Il balletto non è solo un ritratto della società precivile, ma anche un’esplorazione degli impulsi primitivi insiti nel cuore dell’uomo civilizzato. Inoltre, si presenta quale tributo alle origini della danza negli antichi rituali della fertilità.

Oltre ad essere stato influenzato dai quadri di Paul Gaguin e dello stesso Roerich, un altro fondamentale influsso sulla creazione del Sacre fu quello dell’euritmica di Émile Jaques-Dalcroze. Diaghilev chiese che l’allieva di Jaques-Dalcroze, Myriam Ramberg (Marie Rambert), aiutasse Nijinsky con il complicato ritmo del pezzo di Stravinskij.

I gruppi all’interno della coreografia sono schierati in maniera asimmetrica, così come asimmetrica è anche la posizione del corpo dei danzatori. Inoltre, le posizioni e i movimenti, con le ginocchia piegate e i piedi girati verso l’interno, sono un’inversione totale della forma classica. La coreografia era realizzata principalmente di brividi, scossoni, colpi e corse. I movimenti spezzati e bruschi, che traducevano la barbarie delle tribù primitive, scioccarono gli spettatori tanto che la prima del balletto provocò una rivolta. Un racconto dell’evento è stato scritto da Jean Cocteau (in Cock and Harlequin). Il balletto, che rappresentava una rivoluzione drastica, altrettanto quanto lo era la scelta tematica, fu cancellato dal repertorio dopo poche rappresentazioni e fu presto dimenticato dai danzatori.

Léonide Massine fu incaricato da Diaghilew, in seguito, di comporre una nuova versione. L'opera di Nijinsky fu ricostruita dalla coreografa Millicent Hodson insieme a Ken Archer, consulente storico/scenico, su commissione di Robert Joffrey per il Joffrey Ballet, andata in scena per la prima volta nel 1987.

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Modificato
05/01/2019

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