Fauré, Gabriel

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Gabriel Fauré, fotografia di Paul Nadar (1856-1939), 29 novembre 1905
  2. Gabriel fauré, fotografia di Émile Tourtin (18?-18?), 1875, Bibliothèque nationale de France, Parigi, département Musique, Est.FauréG.003
  3. John Singer Sargent (1856-1925), ritratto di Gabriel Fauré, olio su tela, 1889, Musée de la musique di Parigi
Data di nascita
12 maggio 1845
Data di morte
24 novembre 1924
Paese
Categoria
Biografia

Gabriel Urbain Fauré nacque il 12 maggio 1845 a Pamiers, nel dipartimento di Ariège in Occitania, quinto dei sei figli di Toussaint-Honoré (1810-1885), insegnante e dal 1849 direttore della École Normale d’Instituteurs di Montgauzy, presso Foix, e Marie-Antoinette-Hélène Lalène-Laprade (1809-1887). Avendo manifestato una particolare predisposizione musicale, nell’ottobre 1854 fu mandato a studiare presso l’École de Musique Classique et Religieuse di Parigi, fondata dal compositore e didatta Louis Niedermeyer (1802-1861) l’anno precedente e comunemente nota come École Niedermeyer. Si formò sotto la guida di Clément Loret (1833-1909) per lo studio dell’organo, Pierre-Louis Dietsch (1808-1865) per armonia, François-Xavier Wackenthaler (1824-1856) per contrappunto, con Niedermeyer per pianoforte, cantus planus e composizione; e, dal marzo 1861, alla morte di Niededermeyer, con Camille Saint-Saëns, che alle discipline insegnate dal predecessore aggiunse l’insegnamento della musica contemporanea. Fauré si legò a Saint-Saëns di affetto figliare e profonda gratitudine.
Conseguito il diploma nel luglio 1865, dal gennaio dell’anno successivo Fauré fu nominato organista della Église de Saint-Sauveur di Rennes, in Britannia. Allo stesso tempo, cominciò a coltivare intensamente la composizione, concentrandosi per lo più – per i primi anni – sul genere della mélodie, negli ambiti della musica pianistica e da camera, con una predilezione per forme brevi, finemente cesellate. Al principio del 1870 ottenne il posto di aiuto organista presso la Église de Notre-Dame de Clignancourt, a Parigi, ma vi rimase solo per pochi mesi: alla scoppio della Guerra franco-prussiana (19 luglio) si arruolò nell’esercito come volontario. Fu tra i soci fondatori della Société Nationale de Musique, formatasi il 25 febbraio 1871, per iniziativa di Romain Bussine (1830-1899) e Saint-Saëns, allo scopo di promuovere la produzione contemporanea. Nella primavera del 1871, in seguito alla sconfitta francese, durante il periodo della Comune, riparò in Svizzera, dove lavorò come insegnante di composizione presso l’École Niedermeyer, temporaneamente trasferitasi oltre confine per scampare ai disastri della guerra. Ebbe come allievo André Messager (1853-1929), con cui avrebbe stretto una profonda amicizia. Al ritorno a Parigi, nell’ottobre 1871, ottenne il posto di maestro del coro dell’Église Saint-Sulpice, divenendo collaboratore dell’organista titolare Charles-Marie Widor (1844-1937). Nel 1874 passò all’Église de la Madeleine: inizialmente come sostituto di Saint-Saëns, organista titolare, e dal 1877 con l’incarico di maestro del coro. Sul finire del 1877 fu a Weimar al seguito di Saint-Saëns, che lo introdusse presso Franz Liszt. A partire dal 1878 Fauré compì numerosi viaggi insieme a Messager per assistere alle rappresentazioni dei drammi musicali di Richard Wagner, dei quali avrebbe maturato una conoscenza profonda.
Nel 1833 Fauré sposò Marie (1856-1926), figlia dello scultore Emmanuel Fremiet (1824-1910). Dal matrimonio nacquero due figli, Emmanuel (1883-1971) e Philippe (1889-1954). In questo periodo, il compositore cominciò a sperimentare forme progressivamente più ampie e complesse, in un sofferto processo di ricerca di cui avrebbe distrutto o rielaborato gran parte dei frutti. Al 1887 risale la prima stesura del Requiem, rimaneggiato fino al licenziamento della versione definitiva nel 1901.
Nel 1892, in seguito alla morte di Ernest Guiraud (1837-1892), docente di composizione presso in Conservatorio parigino, Fauré si candidò per rilevarne il posto. Inviso all’ambiente accademico per il carattere avanguardista del suo linguaggio, fu escluso dalla selezione; gli fu però assegnato un altra mansione di Guiraud, quello di ispettore dei Conservatori delle province. La cattedra di composizione rimase nuovamente vacante nel 1896: in quest’occasione Fauré ottenne l’incarico. Nel corso del suo insegnamento, delegò lo svolgimento delle lezioni collettive, dedicate ai fondamenti della materia, all’assistente André Gedalge (1856-1926) per riservarsi il lavoro individuale con i singoli studenti, mirato a svilupparne la personalità. Tra gli allievi di Fauré figurano Charles Koechlin (1867-1950), Florent Schmitt (1870-1958), Jean Roger-Ducasse (1873-1954), Maurice Ravel, Louis Aubert (1877-1968), George Enescu (1881-1955), Alfredo Casella, Nadia Boulanger (1887-1979).
Dal 1903 al 1921 Fauré collaborò regolarmente con il quotidiano «Le Figaro» come critico musicale. Nel 1905 succedette a Theodore Dubois (1837-1924) alla Direzione del Conservatorio. Sotto la sua guida, l’istituto conobbe un clima d’inusitata apertura culturale: lo svolgimento degli esami fu improntato a maggiori equità e trasparenza grazie all’introduzione di un membro esterno, e i programmi di studio furono ampliati a coprire un ambito storico compreso tra il repertorio rinascimentale e quello contemporaneo.
Nel 1909 Fauré fu nominato membro dell’Institut de France e presidente della neonata Societé musicale indépendante, fondata per iniziativa di un gruppo di giovani compositori capeggiato da Ravel e Koechlin. In questo periodo Fauré cominciò a soffrire di una progressiva perdita dell’udito, che negli anni successivi si sarebbe aggravata fino alla sordità. Nel 1920 il compositore, quasi sordo e in condizioni di salute malferme, rassegnò le dimissioni dal Conservatorio. Nello stesso anno fu insignito della Gran croce della Legion d’onore.
Morì di polmonite il 24 novembre 1924.
In base al catalogo stilato dallo stesso Fauré, la sua produzione comprende 121 composizioni, cui vanno aggiunti circa dieci lavori privi di numero d’opera. Tale catalogo consiste per la maggior parte di mélodies per canto e pianoforte, composizioni per pianoforte solo – generi che Fauré coltivò per tutto l’arco della sua vita – e musica da camera: tra quest’ultima si segnalano in particolare le due Sonate per violino e pianoforte, op. 13 (1876) e 108 (1916); quelle per violoncello e pianoforte, op. 109 (1917) e 117 (1921); i due Quartetti per archi e pianoforte, op. 15 (1883) e 45 (1887); i due Quintetti per archi e pianoforte, op. 89 (1906) e 115 (1921); il Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 120 (1923); il Quartetto d’archi op. 121 (1924). Tra la musica sacra spiccano il Cantique de Jean Racine op. 11 (1864) e soprattutto il Requiem op. 48 (1890); tra la produzione orchestrale la Pavane op. 50 (1887), le musiche di scena realizzate con la collaborazione di Koechlin per il dramma Pelléas et Mélisande di Maurice Maeterlinck e la relativa suite op. 80 (le une e l’altra del 1898). Fauré è inoltre autore di due opere: la tragédie lyrique Prométhée, su libretto di Jean Lorrain and André-Ferdinand Hérold (1900) e il poéme lyrique Pénélope, su libretto di René Fauchois (1913).
Lo stile di Fauré appare caratterizzato da un’invenzione all’apparenza semplice, spontanea; frutto, in realtà, di una costruzione formale definita, cesellata nei minimi dettagli. Il disegno melodico presenta i tratti chiari di una purezza vibrante, ora in volute di morbida sensualità ora – segnatamente nelle composizioni più tarde – in linee più nette ed essenziali, sul trascolorare fluido e cangiante della conduzione armonica.

Risorse web

Cronologia, catalogo delle composizioni, guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it

Bibliografia

Jean-Michel Nectoux, Fauré. Le voci del chiaroscuro, Torino, EDT, 2004

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
LRC

Licenza

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Modificato
05/01/2019

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