Ferrari, Benedetto

Data di nascita
1604 ca.
Data di morte
22 ottobre 1681
Paese
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Importante come tiorbista ed impresario, oltre che come librettista e compositore, Benedetto Ferrari, originario di Reggio Emilia, fu tra gli artefici delle prime rappresentazioni pubbliche di drammi per musica nella Venezia della prima metà del Seicento. Non se ne conosce con esattezza l’anno di nascita, ma alcuni suoi ritratti datati, che specificano l’età avuta da Ferrari in quel momento, permettono di collocarla attorno al 1604. La più antica documentazione a noi pervenuta riguardo alle sue vicende biografiche risale al 1617-18, quando servì come cantore presso il Collegio Germanico di Roma ma senza ricevere un salario regolare, bensì solo delle somme di denaro a mo’ di “rimborso spese”, probabilmente a causa dell’età ancora troppo acerba. Lasciata questa occupazione nel luglio del 1618, dagli inizi del 1619 fino al 31 marzo 1623 Ferrari svolse il suo primo incarico professionale, rivestendo la mansione di musico presso la corte dei Farnese a Parma. Da una lettera datata 8 agosto 1623, attualmente conservata presso l’Archivio di Stato di Modena, sappiamo che all’epoca Ferrari poteva vantare al proprio attivo alcune composizioni a due e cinque voci, oggi perdute. La prima raccolta a stampa di sue musiche per voce e basso continuo fu pubblicata nel 1633 a Venezia, dedicata dal compositore al duca Francesco I d’Este.

Non si conoscono l’attività professionale né le vicende biografiche di Ferrari tra il momento in cui lasciò la corte di Parma, nel 1623, fino alla prima attestazione della sua presenza a Venezia, nel 1637. Qui egli fu, assieme a Francesco Manelli, il fautore della prima rappresentazione di un dramma per musica davanti a un pubblico pagante, laddove fino a quel momento il giovane genere del melodramma era stato sempre destinato a contesti privati, nelle corti, e investito di valenze celebrative. Con L’Andromeda, messa in scena al Teatro San Cassiano a partire dal febbraio 1637, si aprì la lunga e variegata stagione del teatro impresariale; Ferrari vi contribuì nella molteplice veste di librettista (mentre le musiche furono firmate da Manelli), nonché tiorbista e, per l’appunto, impresario. Visto il grande successo riscosso da L’Andromeda, Ferrari e Manelli replicarono l’impresa l’anno successivo con La maga fulminata, rappresentata al Teatro San Cassiano durante il Carnevale; nel frattempo, Ferrari pubblicò a Venezia il suo secondo libro di Musiche varie, dedicato all’ambasciatore inglese allora di stanza nella Serenissima.

Nel 1639 la compagnia si sciolse, tuttavia Ferrari, attivo sempre a Venezia sia in veste di librettista che come compositore di drammi per musica, nel 1640-41 tornò a collaborare con Manelli nell’ambito di una compagnia itinerante che allestiva opere veneziane a Bologna, tra cui, in particolare, Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi. Tornato nella Serenissima, Ferrari compose altri lavori per i teatri cittadini e curò la pubblicazione di tutti i propri libretti, che apparì a Milano nel 1644; da questo momento fino al 1651 fu forse al servizio della corte di Modena, dove nel 1648 fu eseguito il suo balletto Vittoria d’Himeneo, dedicato alle nozze tra Francesco I d’Este e Vittoria Farnese. Dal 1651 al 1653 è invece attestato l’impiego di Ferrari presso la corte imperiale di Vienna con il duplice ruolo di strumentista della cappella musicale di Ferdinando III, nonché di direttore delle celebrazioni di corte. In questo contesto, il 24 febbraio 1653 fu rappresentato durante la Dieta di Ratisbona L’inganno d’amore su libretto di Ferrari e con musiche di Antonio Bertali, un avvenimento che segnò l’ingresso dell’opera italiana nella cerchia della corte imperiale.

Al suo ritorno in Italia, dopo il 31 marzo 1653, Ferrari fu nominato maestro di cappella presso la corte del duca Francesco I a Modena, dove rimase fino a quando, nel 1662, non fu licenziato a causa dell’attuazione di riforme economiche volte al risparmio. Ferrari trascorse così i successivi dodici anni a Reggio Emilia, sua città natale, dopodiché nel 1674, a seguito della riorganizzazione dell’attività musicale presso la corte del duca Francesco I, fu richiamato a rivestire il ruolo di maestro di cappella, che mantenne fino alla morte, avvenuta a Modena il 22 ottobre 1681. Rinomato per le sue eccezionali doti di virtuoso di tiorba, Ferrari offrì un contributo determinante agli sviluppi della librettistica italiana, attuando una riuscita commistione tra gli elementi caratterizzanti della tradizione romana e le peculiarità che sarebbero divenute specifiche della nascente opera veneziana. Come compositore coltivò una nuova concezione della vocalità, in particolare nel contesto dei madrigali, mentre come impresario Ferrari si collocò tra i più attivi organizzatori di compagnie teatrali del Seicento, capace di inventare e perseguire progetti artistici innovativi, com’era all’epoca il teatro musicale impresariale.

 

Bibliografia
  • Alessandro Magini, Le monodie di Benedetto Ferrari e L'incoronazione di Poppea: Un rilevamento stilistico comparativo. «Rivista Italiana di Musicologia», 21, 2 (1986), pp. 266-299.
  • Maria Grazia Accorsi, Morale e retorica nei melodrammi di Benedetto Ferrari. In: Musica, scienza e idee nella Serenissima durante il Seicento, a cura di Francesco Passadore e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Ugo e Olga Levi, 1996, pp. 325-363.
  • Tim Carter, New Songs for Old? Guarini and the Monody. In: Tim Carter, Monteverdi and his Contemporaries, Burlington, Ashgate, 2000.
  • Dinko Fabris, A letter on Benedetto Ferrari, 'Eccellentissimo sonator di tiorba'. In: Word, Image, and Song. I: Essays on Early Modern Italy, a cura di Rebecca Cypess, Beth Glixon e Nathan Link, Rochester, University of Rochester, 2013, pp. 74-85.
  • Anna Szweykowska, Benedetto Ferrari – poeta dei primi drammi per musica veneziani. «Musica Iagellonica», 7 (2013), pp. 25-73.
Scritti
  • Benedetto Ferrari, Poesie drammatiche di Benedetto Ferrari dalla Tiorba. Milano, Giovanni Pietro Ramellati, 1644.
  • Benedetto Ferrari, Poesie del sig. Benedetto Ferrari della Tiorba. Piacenza, Giovanni Bazachi, 1651.
  • I drammi musicali veneziani di Benedetto Ferrari. A cura di Nicola Badolato e Vincenzo Martorana, Firenze, Olschki, 2013.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GVI

Licenza

Licenza

Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
 

Modificato
05/01/2019

Condividi:

 

Condividi: