Dowell, Anthony
Anthony Dowell. Fonte: Royal Opera House.
Sir Anthony Dowell nasce a Londra nel 1943. A dieci anni, dopo aver studiato con June Hampshire, entra alla Royal Ballet School dove si forma sotto la guida di Michael Somes. Nel 1960, conseguito il diploma, inizia la sua carriera danzando presso il Covent Garden Opera Ballet. L’anno seguente si unisce al Royal Ballet, dove è notato da Erik Bruhn che lo sceglie per la propria messa in scena del pas de six tratto da Napoli di August Bournonville.
Nel 1964 crea il suo primo ruolo principale, Oberon, in The Dream di Frederick Ashton, balletto in un atto ispirato a A Midsummer Night's Dream di William Shakespeare che inaugura la sua leggendaria partnership con la prima ballerina inglese Antoinette Sibley. L’anno successivo è Benvolio alla prima rappresentazione di Romeo and Juliet di Kenneth MacMillan con Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev nei ruoli principali e debutta nella parte di Romeo alla quinta rappresentazione.
Nel 1966 è nominato principal dancer. Oltre a danzare i grandi classici del repertorio come Giselle, Il Lago dei cigni, La Bella addormentata e Lo Schiaccianoci, si distingue nei balletti dei coreografi contemporanei. Tra questi i più importanti sono: Cinderella, Symphonic Variations e Daphnis and Chloë di Ashton, Song of the Earth di MacMillan, Jeu de cartes e Agon di George Balanchine, Dances at a Gathering, Afternoon of a Faun e In the Night di Jerome Robbins. Crea inoltre i seguenti ruoli: Boy with Matted Hair in Shadowplay di Antony Tudor (1967); Troyte in Enigma Variations (1968), Tuesday in Jazz Calendar (1968), Beliaev in A Month in the Country (1976) e lo Straniero in Varii Capricci (1983) di Ashton; The Boy in Triad (1972), Des Grieux in Manon (1974) e Autumn in The Four Seasons (1975) di MacMillan; Four Schumann Pieces di Hans van Manen (1975); Prospero in The Tempest di Rudolf Nureyev (1982).
Negli anni Settanta intraprende una carriera internazionale esibendosi come guest artist in varie compagnie, tra le quali il National Ballet of Canada, il Joffrey Ballet e il Pact Ballet. Particolarmente rilevante è la sua collaborazione con l’American Ballet Theatre, dove danza al fianco di Natalia Makarova e Gelsey Kirkland e arricchisce il proprio repertorio danzando nuovi balletti, tra i quali La Bayadère nella ricostruzione di Natalia Makarova, Don Quixote di Mikhail Baryshnikov e Contredances di Glen Tetley (1979).
Nel 1977 interpreta la parte di Vaslaw Nijinsky nel film Valentino di Ken Russell, dove in una celebre scena danza il tango con Rudolf Nureyev. Sempre negli anni Settanta viene preso a modello sia dal regista Colin Nears che nel 1976 gli dedica il documentario All the Superlatives, prodotto dalla BBC, sia nel 1979 da Joan Lawson in The Principles of Classical Dance con le fotografie di Anthony Crickmay.
Nel 1981, in occasione del 50° anniversario del Royal Ballet, è Hamlet nell’omonimo balletto di Robert Helpmann e danza in Rhapsody di Ashton.
Dal 1986 al 2001 assume la direzione del Royal Ballet, includendo nel repertorio coreografie di William Forsythe, Twyla Tharp e Glen Tetley e commissionando nuovi lavori alle giovani leve della compagnia quali Christopher Wheeldon e Tom Sapsford. Durante il suo incarico presenta due grandi produzioni del repertorio classico: Il Lago dei cigni (1987), dove collabora con il professore Roland John Wiley, esperto della notazione Stepanov usata da Sergeyev nel 1934 al Vic-Wells Ballet, e La Bella addormentata (1994), di cui firma anche la coreografia.
Nonostante si sia ritirato dalle scene nel 1984, continua a interpretare piccoli ruoli come The Emperor in The Prince of the Pagodas (1989) e Kulygin in Winter Dreams (1990) di MacMillan, Carabosse nella propria versione de La Bella addormentata (1994) e Herr Drosselmeyer ne Lo Schiaccianoci nella versione di Peter Wright (1999).
Nel 1994 prende parte al balletto televisivo The Rime of the Ancient Mariner, adattamento dell’omonima ballata di Samuel Taylor Coleridge, con la regia di Milfid Ellis e la coreografia di William Tuckett.
Nel corso della sua carriera ottiene vari riconoscimenti, quali il Dance Magazine Award (1972), Commander of the Order of the British Empire (1973) e Queen Elizabeth II Coronation Award (1994). È stato nominato cavaliere dalla Regina.
Anthony Dowell è considerato uno dei più importanti danseurs nobles del XX secolo. Emblema dello stile classico inglese, si è distinto per la purezza della tecnica e la qualità lirica e aristocratica della sua danza. A proprio agio sia nei grandi classici che nei balletti moderni, si è distinto per l’innato senso drammatico di cui ha dato grande prova interpretando Albrecht in Giselle, Siegfried ne Il Lago dei cigni e Des Grieux in Manon.
Anthony Dowell – Royal Opera House
Immagini di Anthony Dowell – National Portrait Gallery
Darcey's Ballet Heroes
Il video è tratto da Darcey's Ballet Heroes, un documentario della BBC che celebra il balletto maschile del XX secolo con filmati di repertorio, interviste e visite negli studi di prova. Tra i ballerini più acclamati vi è Anthony Dowell, celebrato come la quinta essenza dello stile inglese.
Craig Dodd, The performing world of the dancer with a profile of Anthony Dowell, Morristown, N.J., Silver Burdett Co., 1981 (consultabile al seguente link previa registrazione: https://archive.org/details/performingworldo00dodd)
Joan Lawson, The Principles of Classical Dance, London, A. & C. Black, 1979 (ed. it. I principi della danza classica, Roma, Gremese Editore, 1980).
Gérard Mannoni, Les Grandes étoiles du XXe siècle, Paris, Buchet/Chastel, 2014.
Barbara Newman, Dowell, Anthony, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998.
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