Rossi, Gaetano
Gaetano Rossi nacque a Verona il 18 maggio 1774 e iniziò precocemente l’attività letteraria pubblicando alla sola età di tredici anni dei versi di soggetto religioso. Esordì come librettista nel 1797 con il dramma per musica Alzira, messo in musica da Giuseppe Nicolini e rappresentato per la prima volta presso il Teatro Sant’Agostino di Genova. Iniziò così una carriera che si svolse per quasi sessant’anni: fino agli anni ’20 dell’Ottocento Rossi scrisse soprattutto per le scene veneziane, mentre nei decenni successivi aumentarono le commissioni da parte di ulteriori teatri italiani ed europei, raggiungendo persino New York.
Nel primo periodo di attività Rossi produsse prevalentemente farse e lavori comici, ma con il trascorrere degli anni vi affiancò sempre più spesso soggetti storici ed eroici e giunse a collaborare con alcuni tra i più rinomati compositori dell’epoca, come Johann Simon Mayr, Gioachino Rossini, Ferdinando Paer, Giacomo Meyerbeer, Giovanni Pacini, Saverio Mercadante, Francesco Morlacchi. Tra i libretti risalenti a questa fase, ricordiamo in particolare Ginevra di Scozia (Trieste 1801), La cambiale di matrimonio (Venezia, 1810), Tancredi (Venezia, 1813), Semiramide (Venezia, 1823), Il crociato in Egitto (Venezia, 1824). Nel periodo successivo diventarono predominanti le commissioni provenienti da Milano e aumentarono le collaborazioni con Trieste e Vienna. Fu in queste circostanze che Rossi entrò in contatto con Gaetano Donizetti, con il quale dapprima scrisse a quattro mani il libretto per Maria Padilla (Milano, 1841), dopodiché versificò per lui il «melodramma semiserio» Linda di Chamounix, rappresentato per la prima volta a Vienna il 19 maggio 1842. Rossi condusse una feconda attività di librettista fino alla fine della sua vita, affiancandovi per alcuni anni la mansione di direttore di scena presso il Teatro Filarmonico di Verona. Morì nella sua città natale il 25 gennaio 1855; malgrado la lunga e intensa carriera professionale, nel corso della sua esistenza si era spesso trovato ad affrontare condizioni finanziarie assai difficili.
Più che poeta o letterato, Rossi si definiva un «parolaio»: il suo stile era spesso crudo, costellato di versi tronchi e di forzature nella scansione metrica, tuttavia egli era dotato di un forte senso drammatico e i suoi libretti sono pertanto caratterizzati da un’indubbia efficacia scenica. Il merito principale di Rossi consiste nell’ardita scelta dei soggetti, attinti soprattutto dalla letteratura straniera, con una chiara predilizione per il teatro francese; la sua predisposizione per forti situazioni drammatiche l’ha portato a introdurre sulle scene italiane trame improntate al nuovo gusto romantico.
- Maria Giovanna Miggiani, Esordî operistici di Gaetano Rossi: I numeri introduttivi nella produzione 1798-1822. In: L'aere è fosco, il ciel s'imbruna: Arti e musica a Venezia dalla fine della Repubblica al Congresso di Vienna, a cura di Francesco Passadore e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Ugo e Olga Levi, 2000, pp. 255-297.
- Maria Giovanna Miggiani, Appunti biografici su Gaetano Rossi negli anni di Ginevra di Scozia. In: Attorno al palcoscenico: La musica a Trieste fra Sette e Ottocento e l'inaugurazione del Teatro Nuovo (1801), a cura di Maria Girardi e Paolo Dal Col, Bologna, Forni, 2001, pp. 57-66.
- Chiara Cirilli, Giovanna d'Arco di Gaetano Rossi e Nicola Vaccaj: Genesi e ricezione dell'opera, fonti testuali e musicali. «Fonti Musicali Italiane», 8 (2003), pp. 87-126.
- Maria Giovanna Miggiani, 'Mio caro Giacomo': Tre lettere inedite di Gaetano Rossi a Meyerbeer. «Musica/Realtà», 27, 77 (luglio 2005), pp. 175-190.
- Ernesto Pulignano, Il giuramento di Rossi e Mercadante. Torino, EDT, 2008.
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