Grahn, Lucile
- Lucile Grahn, litografia di Henri Grévedon, 1845. Fonte: Gallica BnF
- Lucile Grahn in La Sylphide, litografia, 1836. Fonte: Gallica BnF
- Lucile Grahn in Catarina, ou La fille du bandit, litografia di John Brandard, 1846. Fonte: The New York Public Library Digital Collections
Lucile Grahn, nata a Copenaghen nel 1819, si formò con Pierre Larcher alla scuola del Kongelige Teater dove a sette anni si distinse nella parte di Zabi in Danina di Filippo Taglioni. Si perfezionò sotto la guida del celebre coreografo danese August Bournonville, divenuto direttore artistico del Kongelige Teater nel 1830. Insieme andarono all’Opéra di Parigi dove la Grahn poté seguire la classe di Jean Baptiste Barrez e ammirare la tecnica delle punte di Maria Taglioni. Tornata a Copenaghen, debuttò ufficialmente sulla scena del Kongelige Teater in un pas de deux coreografato da Bournonville e inserito nell’opera La Muette de Portici di Daniel Auber. Nel 1836 sigillò il suo successo con la versione bournonvilliana de La Sylphide, la cui interpretazione le valse la nomina di prima ballerina del Kongelige Teater. Due anni dopo, nonostante il parere contrario del suo maestro, riuscì a ottenere una sovvenzione per proseguire la sua formazione nella capitale francese dove riprese a studiare con Jean Baptiste Barrez. Si esibì anche per la prima volta sulla scena dell’Opéra ballando in La Volière di Thérèse Elssler, Le Carnaval de Venise di Louis Milon e La Somnambule di Filippo Taglioni. Essendo sotto contratto con il Kongelige Teater, fu richiamata a Copenaghen per adempiere ai suoi impegni. Tuttavia i suoi rapporti con Bournonville si erano talmente deteriorati che il coreografo inviò un reclamo alla direzione del teatro in cui accusava la ballerina di modificare i passi delle coreografie. La sua ultima esibizione in patria avvenne nel 1839 con El Jaleo de Xeres. Subito dopo firmò un contratto di tre anni con l’Opéra di Parigi dove conquistò il favore del pubblico in una ripresa de La Sylphide di Filippo Taglioni. Dopo un breve ritiro dalle scene per un infortunio al ginocchio proseguì la sua carriera di ballerina nelle principali città europee, tra cui San Pietroburgo e Milano. Fu poi scritturata all’Her Majesty’s Theatre di Londra dove Jules Perrot creò per lei diversi lavori, a cominciare da Éoline ou La Dryade (1845). Su richiesta dell’impresario Benjamin Lumley, la ballerina danese si unì a Maria Taglioni, Carlotta Grisi e Fanny Cerrito nel celebre Pas de quatre di Perrot (1845), che fu uno dei più importanti eventi del balletto romantico. Nel 1846 prese parte a due importanti creazioni di Perrot: Catarina, la fille du bandit, che divenne una delle sue più celebri interpretazioni, e Le Jujement de Pâris, nel quale danzò accanto a Maria Taglioni e Fanny Cerrito.Tra il 1846 e il 1847 apparve in vari teatri italiani come la Fenice di Venezia, dove portò in scena La Gypsi, e l’Argentina di Roma, dove danzò Le Diable à quatre. Dopo aver lavorato per due mesi al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, nel 1848 iniziò una tournée in Germania, durante la quale conseguì una serie di successi a Dresda, Lipsia, Amburgo e Berlino. Il suo repertorio includeva i grandi balletti di Perrot che la stessa Grahn portò in scena con l’assistenza dei maestri di ballo. Nel 1856, in seguito al matrimonio con il tenore austriaco Friederich Young, si ritirò dalle scene pur continuando a esibirsi occasionalmente nelle sue più celebri interpretazioni. Nei successivi anni fu ingaggiata come maestra di ballo all’Opera di Stato di Lipsia e nominata direttore del balletto all’Hofoper di Monaco, dove curò una delle prime versioni coreografiche del Baccanale del Tannhäuser di Richard Wagner. Dopo la morte del marito si stabili a Monaco, dove morì nel 1907. Lasciò tutto il suo ingente patrimonio al municipio della città che le dedicò una strada.
Lucile Grahn, tra le maggiori interpreti del balletto romantico, fu la prima ballerina danese a raggiungere una notorietà internazionale. Dotata di uno stile elegante e di buone capacità espressive, eccelse nella danse d’élévation, ispirandosi a Maria Taglioni e sfoggiando una raffinata tecnica di punte. Théophile Gauthier, che la definiva "une walkyrie dansant sur la neige", notava come sue caratteristiche "la grâce mélancolique, l'abandon rêveur et la légèreté nonchalante". Tra le sue interpretazioni più celebri si ricordano: Waldemar (1835), Sylphiden (1836), Éoline ou La Dryade (1845), Kaya (1845), La Bacchante (1845), Pas de quatre (1845), Catarina, la fille du bandit (1846) e Le Jujement de Pâris (1846).
August Bournonville, My Theatre Life, Middletown, Connecticut, Wesleyan University Press, 1979
George Chaffee, The Romantic Ballet in London: 1821-1858, in «Dance Index», vol. 2, 1943
Théophile Gauthier, Histoire de l'art dramatique en France depuis vingt-cinq ans (Première série), Leipzig, Édition Hetzel Alphonse Durr, Libraire-Éditeur, 1858
Ivor Guest, The Romantic Ballet in England, London, Pitman, 1972
Ivor Guest, The Romantic Ballet in Paris, London, Dance Books, 2008
Robert Neiiendam, Lucile Grahn: En skæbne i dansen, København, Nyt nordisk forlag, 1963 (Lindhardt og Ringhof, 2017)
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