Dolin, Anton
Anton Dolin, 1939. Fonte: wikipedia.org.
Sir Sydney Francis Patrick Chippendall Healy-Kay, in arte Anton Dolin, nacque a Slinfold, in Inghilterra, nel 1904. A dieci anni iniziò a studiare danza nella scuola di Grace e Lily Cone. Nel 1915 si trasferì con la famiglia a Londra dove proseguì i suoi studi presso l’Italia Conti Stage School e si perfezionò sotto la guida di Serafina Astafieva, ex ballerina del Teatro Mariinskij. Nel 1921 fu scelto dall’impresario Sergei Diaghilew per danzare nel corpo di ballo del celebre allestimento londinese de La Bella addormentata realizzato da Nikolaj Sergeev. Distintosi per l’abilità tecnica negli assoli Hymn to the Sun e Danse Russe presentati all'Albert Hall nel 1923, fu invitato da Diaghilew nei Ballets Russes dove debuttò nel ruolo principale in Daphnis et Chloé di Michel Fokine (1924). Durante la sua prima stagione, oltre a essere protagonista di applaudite riprese quali Les Biches di Bronislava Nijinska e Le Carnaval di Fokine, creò i ruoli di Zephyr in Zéphire et Flore di Léonide Massine, l'Élégant in Les Fâcheux e Beau Gosse in Le Train Bleu, entrambi di Nijinska.
Lasciata la compagnia per divergenze con Diaghilew, danzò nelle riviste londinesi per le quali curò le coreografie e affiancò Tamara Karsavina in Le Spectre de la Rose di Fokine al London Coliseum (1927). Nello stesso anno fondò con Vera Nemchinova, ex danzatrice dei Ballets Russes, il Nemchinova-Dolin Ballet per il quale creò The Nightingale and the Rose e Rhapsody in Blue (1928). Scioltasi la compagnia, tornò nei Ballet Russes danzando alle prime di Le Bal e The Prodigal Son di George Balanchine, entrambi del 1929.
Dopo la morte di Diaghilew e una parentesi newyorkese si unì alla Camargo Society, compagnia dove creò i ruoli di Vertumnus in Pomona di Frederick Ashton (1930) e Satan in Job di Ninette de Valois (1931). Danzò inoltre Albrecht al fianco di Olga Spessivtseva nella memorabile ripresa di Giselle (1932). Tra il 1931 e il 1935 fu principal dancer del Vic-Wells Ballet (oggi Royal Ballet), dove inaugurò la sua lunga partnership con Alicia Markova, con la quale fondò il Markova-Dolin Ballet (1935), compagnia che intraprese tournée in tutta la Gran Bretagna danzando i grandi classici e i balletti di Keith Lester, Wendy Toye e di Nijinska. Dopo due anni di successi la compagnia si sciolse. Dolin si unì come principal dancer al Ballet Theatre (oggi American Ballet Theatre), dove rimase fino al 1945 danzando nuovi balletti come Bluebeard di Fokine (1941) e Aleko e Don Domingo di Massine (entrambi del 1942). L’attività di danzatore fu affiancata da quella di répétiteur e di coreografo riportando in scena i grandi classici come Giselle, creando una propria versione del Pas de Quatre di Jules Perrot (1941) e tre lavori originali: Quintet (1940), Capriccioso (1940) e Romantic Age (1942). Negli stessi anni apparve nella rivista The Seven Lively Arts (1944-1945) per la quale coreografò Scènes de Ballet, ricostituì il Markova-Dolin Ballet, danzò con l'Original Ballet Russe of Colonel de Basil e il Ballet Russe de Monte Carlo di Sergei Denham e apparve nel film A Song for Miss Julie di William Rowland (1945).
Nel 1950 tornò in Inghilterra e fondò con Markova il Festival Ballet (oggi English National Ballet), compagnia nata per promuovere la cultura del balletto a livello nazionale. Durante i primi anni dalla fondazione continuò a ballare i principali ruoli dei grandi classici, passando gradualmente a parti di carattere. Rimontò inoltre il suo Pas de Quatre e ne coreografò una versione maschile intitolata Variations for Four (1957). Ritiratosi dal Festival Ballet nel 1961, Dolin fu direttore del Balletto dell'Opera di Roma dal 1962 al 1964. In seguito proseguì la sua carriera rimontando classici del repertorio e il suo Pas de Quatre presso le più importanti compagnie. Parallelamente si dedicò all’insegnamento. Come attore negli anni Settanta interpretò il ruolo di Herod in Salomé di Lindsay Kemp ed Enrico Cecchetti nel film Nijinsky di Herbert Ross (1979).
In riconoscimento della sua straordinaria carriera ottenne vari premi, in particolare il Queen Elizabeth II Coronation Award dalla Royal Academy of Dancing (1954) e venne nominato cavaliere nel 1981. Morì a Parigi nel 1983.
Anton Dolin fu un danseur noble fra i più acclamati del XX secolo. Contribuì in modo determinante all’affermazione del balletto britannico con la sua arte, le cui note distintive furono la purezza tecnica e la musicalità, e con la fondazione del Festival Ballet. Esercitò una profonda influenza sulle generazioni successive.
Foto di Sir Anton Dolin – National Portrait Gallery
Foto di Anton Dolin – The New York Public Library Digital Collections
Pas de Quatre
Nel filmato Anton Dolin racconta la propria versione del Pas de Quatre, balletto in un atto creato da Jules Perrot nel 1845 su musica di Cesare Pugni. A seguire un filmato dove si possono vedere brevi brani dal Pas de Quatre danzato da Alicia Markova, Alexandra Danilova, Mia Slavenska e Nathalie Krassovska.
Variations for Four
Nel 1957 Anton Dolin creò su musica di Marguerite Keogh Variations for Four, equivalente maschile dello storico Pas de Quatre che mette in luce la tecnica e il virtuosismo dei danzatori. Nel filmato gli interpreti sono Vadim Muntagirov, Marian Walter, Timur Askerov e Semyon Chudin al Kremlin Gala 2016.
Nadia Nerina, A Pictorial Tribute to Sir Anton Dolin, the First British Ballet Star, 1904–1983, London, Gala Committee, 1984.
Andrew Wheatcroft, Dolin: Friends and Memories. London, Routledge & Kegan Paul, 1982.
Peter Williams, Dolin, Anton, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998.
Anton Dolin, Divertissement. London, S. Low, Marston & co., Ltd, 1931.
Anton Dolin, Ballet Go Round, London, Michael Joseph, 1938.
Anton Dolin, Alicia Markova. Her life and art, New York, Hermitage House, 1953.
Anton Dolin, Autobiography, London, Oldbourne,1960.
Anton Dolin, Pas de deux. The art of partnering, New York, Dover Publications, 1969 (consultabile al seguente link previa registrazione: https://archive.org/details/pasdedeuxartofp00doli).
Anton Dolin, Last Words: A Final Autobiography, Edited by Kay Hunter, London, 1985.
Libretti
Opere
Interpretazioni e altri documenti
Opere danza
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