Benedetti Michelangeli, Arturo

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Arturo Benedetti Michelangeli al pianoforte nella sua casa, negli anni Sessanta del Novecento. fotografia di proprietà degli Archivi Farabola, Milano
  2. Arturo Benedetti Michelangeli durante il corso di perfezionamento tenuto presso l’Accademia Musicale Chigiana, Siena, 1966. Fotografia di proprietà di Marylene Mouquet, resa disponibile sul sito dell’associazione «In memoria di Arturo Benedetti Michelangeli»
  3. Arturo Benedetti Michelangeli. Fotografia di Jörg Reichardt, Deutsche Grammophon, 1980 circa
Data di nascita
5 gennaio 1920
Data di morte
11 giugno 1995
Paese
Categoria
Qualifica
Biografia

Arturo Francesco Andrea Giovanni Maria Benedetti Michelangeli nacque a Brescia il 5 gennaio 1920 da Angela Paparoni, casalinga col diploma di maestra elementare, e Giuseppe, discendente da una nobile stirpe, ex avvocato che svolgeva privatamente la professione di insegnante di musica. Originaria di Massa Marittima, la famiglia si era trasferita a Brescia nel dicembre del 1919. Altri due figli videro la luce negli anni successivi: Umberto (1924) e Liliana (1926-1934), la cui morte prematura avrebbe colpito duramente i genitori e i fratelli. Arturo non frequentò scuole regolari: svolse la propria formazione con la madre, in casa, dove ricevette inoltre le prime lezioni di pianoforte dal padre, manifestando spiccate doti musicali. Proseguì gli studi presso l’Istituto musicale «Antonio Venturi» della città natale, sotto la guida di Paolo Chimeri (1852-1934); nella stessa scuola intraprese con Maria Trentini Francesconi (1892-1968) lo studio del violino, che tuttavia abbandonò dopo poco tempo. Intorno al 1930 divenne allievo di Giovanni Anfossi (1864-1946), a Milano. Sotto la sua guida nel 1934 conseguì, da privatista, il diploma presso il Conservatorio «Giuseppe Verdi» di quella città. In seguito, continuò a studiare con Anfossi, che lo indirizzò sulla strada dei concorsi: conseguì il secondo posto nel a Genova nel 1936 e a Firenze nell’anno successivo; il settimo alla prima edizione del Concorso «Eugène Ysaÿe» di Bruxelles, vinta da Ėmil’ Gilel’s, nel 1938; nel luglio del 1939 ottenne il primo posto al Concorso internazionale di Ginevra, anch’esso alla prima edizione, imponendosi così sulla scena musicale del tempo. Durante la seconda Guerra mondiale, scoppiata nel settembre dello stesso anno, si affacciò alla professione. La vittoria appena conseguita gli valse la cattedra di pianoforte presso il Conservatorio di Bologna; cominciò a svolgere un’intensa attività concertistica in Italia e, più raramente a causa delle limitazioni e delle difficoltà imposte dalla guerra, all’estero. Nel 1943 sposò Giuliana Guidetti (1920-2015), pianista allieva di suo padre. Tra il giugno del 1944 e il maggio del 1945 le vicende belliche lo costrinsero a sospendere l’attività concertistica e a rifugiarsi in casa di amici per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi. Dopo quell’interruzione, dall’estate del 1945, riprese l’attività concertistica a ritmi sempre più serrati, e ora su scala internazionale, giungendo a imporsi, entro la fine del decennio, tra i protagonisti della vita musicale mondiale. Risale a questo periodo l’inizio della frequentazione con Sergiu Celibidache, nel quale il pianista trovò un collaboratore ideale e con cui strinse una profonda amicizia. Proseguì nel frattempo a dedicarsi all’insegnamento: nel 1945 passò al Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia, nel 1950 a quello di Bolzano, dove avrebbe mantenuto la cattedra fino al 1959. Durante gli anni di insegnamento a Bolzano fu docente in corsi di perfezionamento tenuti nel castello di Appiano. Tenne inoltre analoghi corsi ad Arezzo nel 1952 e poi, a cadenza annuale, dal 1956 al 1965; a Moncalieri nel 1960; a Lugano dal 1969 al 1971.
Nel 1954 Benedetti Michelangeli manifestò i sintomi della tisi: per prevenire lo sviluppo della malattia fu costretto a un periodo di assoluto riposo e, dunque, a una nuova interruzione della propria attività. Quando la riprese, nel 1955, cominciò a operare una progressiva riduzione del repertorio presentato in pubblico: pur conoscendo a fondo e padroneggiando una parte considerevole della letteratura pianistica dal Settecento alla contemporaneità, iniziò allora a concentrare la propria attenzione su un numero sempre più ristretto di composizioni, presentate in letture rifinite in ogni particolare, in nome dell’ambizione a un controllo assoluto, totale. Grande appassionato di montagna, sul finire degli anni Cinquanta entrò in contatto con il Coro della SAT, la Società degli Alpinisti Tridentini; per quella formazione cominciò allora a cimentarsi con la realizzazione di raffinate armonizzazioni di canti popolari del Piemonte e del Trentino, che avrebbe coltivato fino agli anni Settanta.
Durante gli anni Sessanta, insieme agli amici Giuseppe Boccanegra e Nicola Filiberto di Matteo, Benedetti Michelangeli fondò la casa discografica BDM, impegnandosi a produrre dieci incisioni. Il pianista consegnò una sola registrazione, causando il fallimento dell’azienda, che nel 1968 fu messa in liquidazione. Nel procedimento giudiziario che seguì, il pianista fu condannato al sequestro cautelativo dei beni. La notifica gli fu presentata il 13 giugno 1968 al Teatro «Novelli» di Rimini, dove Benedetti Michelangeli era impegnato in un concerto, allo scopo di diffondere la notizia e intaccare l’immagine pubblica del pianista. Ritenendosi oltraggiato, questi prese la risoluzione di non esibirsi più in Italia. Pur mantenendo cittadinanza e residenza italiane, si trasferì allora in Svizzera, stabilendosi dapprima nel Canton Zurigo, quindi nella Svizzera italiana: a Riva San Vitale, sul lago di Lugano, dal 1979 a Pura, nell’entroterra della stessa provincia. Dopo il trasferimento in Svizzera limitò l’esercizio dell’insegnamento a saltuarie lezioni private: tra gli allievi che ne beneficiarono figurano Martha Argerich, Jörg Demus, Maurizio Pollini.
Nel 1980 la causa per il fallimento della BDM si concluse con un accordo che sollevava il pianista da ogni penale economica. Benedetti Michelangeli rimase comunque fedele al proposito assunto, e non tornò più a suonare in Italia – con l’unica eccezione, quello stesso anno, di un concerto a Brescia in memoria di papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1897-1978). Negli anni che seguirono ridusse progressivamente l’attività. Il 17 ottobre 1988, a Bordeaux, nel corso di un concerto di beneficenza, fu colpito da un grave infarto, in seguito al quale fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Nel 1989 tornò a esibirsi in pubblico, riducendo però la propria attività a poche apparizioni all’anno. L’ultima ebbe luogo ad Amburgo, il 7 maggio 1993. Colto da infarto, Arturo Benedetti Michelangeli morì a Lugano l’11 giugno 1995.
Alla base dell’approccio interpretativo di Arturo Benedetti Michelangeli è il dominio completo, assoluto esercitato tanto sul proprio corpo quanto, di conseguenza, sulla tecnica strumentale; che trova espressione nella tecnica di tocco, nel senso del colore, nell’indipendenza delle diverse parti simultanee, dei singoli piani sonori. Nelle sue letture la chiarezza della forma e delle strutture convive con un lirismo che dall’equilibro del suo disegno trae la propria intensità, la propria tensione drammatica.

Risorse web

Arturo Benedetti Michelangeli
https://www.arturobenedettimichelangeli.com

Centro di Documentazione «Arturo Benedetti Michelangeli
http://www.centromichelangeli.com

Michelangeli Memory - In memoria di Arturo Benedetti Michelangeli
http://www.inmemoriamichelangeli.com

Bibliografia

Giuliana Benedetti Michelangeli, Vita con Ciro, a cura di Mino Rossi, Bologna, Ermitage, 1997

Luca Ciammarughi, Da Benedetti Michelangeli alla Argerich. Trent'anni con i Grandi Pianisti, Varese, Zecchini, 2017

Roberto Cotroneo, Presto con fuoco, Milano, Mondadori, 1995

Lidia Kozubek, Arturo Benedetti Michelangeli, come l’ho conosciuto, traduzione di Marco Bizzarini, Palermo, L’Epos, 2003

Piero Rattalino, Arturo Benedetti Michelangeli. L’Asceta, Varese, Zecchini, 2006

Piero Rattalino, voce Arturo Benedetti Michelangeli in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale

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LRC

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Modificato
13/04/2019

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