Pentozàli
Antònis Martsàkis (violino, voce), Giòrgos Skordalòs (lira cretese), Giòrgos Psarudàkis (lauto, voce), Nikòlaos Marentàkis (lauto), Nìkos Karaviràkis (lauto), Chrìstos Davrìs (lauto), Simeòn Kufàkis (dauli).
Pentozàli, Antònis Martsàkis
Siganòs/Pentozàli, Vasìlis Skulàs
Il pentozàli è senza dubbio la danza più iconica e spettacolare della tradizione coreutico-musicale cretese. Il termine pentozàli rimanda volutamente a due distinti significati che variano a seconda del contesto in cui lo si interpreta: letta in campo coreutico la parola significa infatti 'cinque salti', con evidente rimando alla sequenza di passi principale del ballo; in campo storico-militare invece 'pènto zàlo' assume il siginificato di 'quinta sollevazione/rivolta'. Si narra infatti a Creta (difficile quì stabilire i confini fra realtà storica e leggenda), che questa danza sia stata creata nel 1769 in occasione della 'quinta ribellione' dei cretesi nei confronti dei dominatori ottomani. Durante la preparazione dell'insurrezione il capo della rivolta Ioànnis Vlàchos, meglio conosciuto come 'Daskalogiannis' (1722/30 - 1771), avrebbe convocato il violinista Stéfanos Triantafyllákis detto 'Kióros' (1720-1800) chiedendogli di comporre per l'occasione una nuova danza di guerra (pyrríchios): il pentozàli. Si dice che secondo le richieste di Daskalogiannis la danza doveva essere costruita su dodici motivi musicali (dodici come i capi della rivolta) e basata su dieci passi per celebrare l'inizio della sollevazione che ebbe luogo nell'ottobre (decimo mese dell'anno) 1769. Gli esiti dell'insurrezione furono però nefasti per i cretesi: la rivolta fu repressa nel sangue dagli ottomani anche a causa del mancato arrivo del promesso supporto da parte della Russia; Daskalogiannis e molti altri generali persero la vita.
Il pentozàli è una danza veloce dal carattere marziale, un tempo esclusivamente maschile, in 2/4 e basata su due moduli consecutivi da cinque passi ciascuno. I ballerini disposti in fila si muovono in senso antiorario lungo una circonferenza tenendosi vicendevolmente per le spalle. Occasionalmente, come avviene anche in altre danze elleniche, il primo ballerino della fila realizza un 'assolo' esibendo tutta la sua abilità nel proporre variazioni e improvvisazioni (gira, si inginocchia, esegue grandi balzi colpendosi i piedi). Durante queste improvvisazioni, è supportato dal secondo ballerino, il cui compito consiste nell'offrirgli sostegno mentre esegue i suoi movimenti acrobatici. Una volta che il leader ha terminato la sua esibizione come solista, si sposta alla coda della fila, lasciando spazio al secondo danzatore. I musicisti durante la danza intonano molto spesso una sequenza di mandinades.
Solitamente il pentozàli è preceduto da un altro ballo, sempre in 2/4, chiamato 'siganòs' (dall'avverbio 'sigà': lentamente) danzato, appunto, lentamente su una sequenza di sei o otto passi. I musicisti dopo aver intonato numerose mandinades accelerano il ritmo e dal siganòs si passa in questo modo al pentozàli (come si può ben cogliere nel secondo esempio video proposto).
- Voce maschile
- Violino (liuto ad arco)
- Lira cretese (liuto ad arco)
- Lauto cretese (liuto)
- Dalùli (tamburo tubolare)
- Mandolino (liuto)
Bibliografia
- Kevin Dawe, Music and Musicians in Crete: Performance and Ethnography in a Mediterranean Island Society, Lanham, Scarecrow Press, 2007.
- Tullia Magrini, Forme della musica vocale e strumentale a Creta. Ricerca a Creta no. 2., Milano, Ricordi, 1985.
- Tullia Magrini, Manhood and Music in Western Crete: Contemplating Death, «Ethnomusicology», vol. 44, n. 3, 2000, pp. 429-459.
- Argyro Pavlopulu, Musical Tradition and Change on the Island of Crete: Concept of Tradition and Modernity, Ph.D Thesis, Goldsmiths University of London, 2011.
Risorse web
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