Un'eroina

Solitamente indicata nelle raccolte con il titolo Un’eroina, questa ballata è popolarmente conosciuta in Italia anche con il nome di El fiol del conte o L’inglesa. Un’Eroina costituisce probabilmente la ballata che ha ottenuto la più ampia circolazione; il suo motivo narrativo è infatti diffuso, più o meno variato, in tutto il territorio europeo, nelle Isole Britanniche, negli Stati Uniti e nel Canada Francese. Data la sua vasta diffusione, alcuni studiosi si sono interrogati sull’origine di questa ballata facendola risalire alla vicenda biblica di Giuditta e Oloferne, alla leggenda di Barbablù o al mito dell’Albero della vita presente nella tradizione dei popoli dell’Asia centrale. La presente versione è intonata Teresa Viarengo, nota voce del canto popolare piemontese. Nel racconto la giovane Monglesa, figlia di un panettiere, viene chiesta in sposa dal signor conte e successivamente condotta al suo castello. Giunta al castello, la giovane Monglesa comprende però che verrà uccisa dal signor conte, così come 52 donne prima di lei furono uccise nelle stesse circostanze; chiede quindi in prestito la spada al signor conte, lo uccide tagliandogli la testa e si incammina verso casa. A metà strada la giovane donna incontra i suoi fratelli ai quali racconta che il marito è stato ucciso da dei ladri durante il tragitto. I fratelli, dubbiosi, rispondono alla sorella con un quesito, posto a chiusura della ballata: “o no Monglesa o no non dire così, non sarete forse voi traditrice di vostro marito?“. 

Sur cunt a s’völ maridè al l’é ‘ndà vedì Munglésa/ l’é fìa d’ün panaté/ Lündesdì fan le prumése martesdì la pórta a cà/ l’à pi-à per sue man bianche e l’à bütà an s’el cavàl.