Horton, Lester

Immagini (Secondarie)
Didascalie

Lester Horton in Pueblo Eagle Dance, fotografia di Tōyō Miyatake, 1929. Fonte: The New York Public Library Digital Collections

Data di nascita
23 gennaio 1906
Data di morte
2 novembre 1953
Paese
Stile
Categoria
Biografia

Lester Horton nacque a Indianapolis nel 1906. La sua vocazione per la danza fu ispirata dalle esibizioni di Ruth St. Denis e Ted Shawn e dall'interesse per le danze dei nativi americani. Studiò tecnica accademica con Theo Hewes e Adolf Bolm e fu introdotto ai fondamenti della Denishawn School da Forrest Thornburg. Trasferitosi a Los Angeles, completò la sua formazione con Michio Ito e nel 1931 presentò il suo primo assolo, Kootenai War Dance. Negli anni Trenta iniziò la sua attività d’insegnante che portò all’elaborazione di una propria tecnica, ispirata agli insegnamenti di Ito e della Denishawn e sviluppata attraverso un’accurata ricerca sulle possibilità espressive del movimento. Nel 1932 fondò una propria compagnia, i Lester Horton Dancers, con cui consolidò la sua attività coreografica che fu di fondamentale importanza per lo sviluppo della modern dance sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Peculiarità della compagnia fu la sua configurazione cosmopolita che, includendo danzatori bianchi, neri, ispanici e asiatici, si rivelò in anticipo sui tempi. Vi fecero parte importanti danzatori come Bella Lewitzky, principale interprete della compagnia e in seguito sua assistente, e Alvin Ailey, tra i più importanti esponenti della black dance. Parallelamente proseguì la sua attività d’insegnante, tenendo corsi in importanti realtà come il Mills College di Oakland e annoverando tra i suoi allievi futuri coreografi di rilievo come Merce Cunningham e Twyla Tharp. Tra il 1942 e il 1953 lavorò per l’industria cinematografica hollywoodiana realizzando le coreografie di diciannove film, tra i quali Chiaro di luna all’Avana di Anthony Mann (1942) e Il Fantasma dell’opera di Arthur Lubin (1943). Nel 1948 acquistò uno spazio a West Hollywood dove costruì il Dance Theatre, uno dei primi teatri americani dedicati alla modern dance, con annessa una scuola. Dopo la sua prematura morte, avvenuta per infarto all’età di quarantasette anni, il suo partner, Frank Eng, gestì il Dance Theatre fino al 1960.

L’interesse che coltivò fin dall’infanzia per la cultura dei nativi americani fu presente nelle sue prime coreografie: pageants e dance dramas ispirati all’antico folklore nord-americano e messicano come Takwish, the Star-Maker (1932), Rain Quest (1935), The Painted Desert Ballet (1934) e Mound Builders (1935). Parallelamente allargò il suo campo d’interesse ad altre culture, ispirandosi alla danza haitiana in Voodoo Ceremonial (1932) e al primitivo mondo asiatico in Oriental Motifs (1933) e Chinese Fantasy (1934). Verso la metà degli anni Trenta la sua produzione iniziò ad affrontare tematiche sociali, come in The Mine (1935), che trattava di un disastro minerario in tre sezioni: “Dependents,” “Women Waiting,” e “Strike”. Altri lavori appartenenti a questo ciclo furono Dictator (1935), Two Dances for a Leader (1936), Prelude to Militancy (1937) e Departure from the Land (1939). Il contesto storico della seconda guerra mondiale, fortemente focalizzato attorno alla lotta per i diritti civili, si riversò nella sua coreografia. Esemplari furono Tragedy, incentrato sulle persecuzioni razziali, e Madrigal doloroso (1939), dedicato ai lealisti spagnoli. Coreografò anche due grandi lavori d’intonazione epica: Chronicle (1937), che affrontava alcuni episodi della storia americana, e Conquest (1938), che rappresentava il tema della lotta sociale attraverso la leggenda messicana di Quetzalcoatl. All’interno del suo repertorio due produzioni di rilievo furono Salome, di cui creò diverse versioni dal 1935 al 1953 che andavano dal verbal ballet al choreodrama, e la propria versione audace e sensuale de Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij (1937).

Lester Horton fu tra i principali esponenti della modern dance americana. Elaborò una propria tecnica, finalizzata allo sviluppo del danzatore in termini di flessibilità, fortificazione e resistenza fisica. Il suo training inizia con un’importante sezione di warm-up, incentrata su una serie di esercizi di stretching che sono volti a rinforzare gli addominali e la schiena. Tra questi, i roll downs, pensati per riscaldare tutte le articolazioni della colonna vertebrale che in questa tecnica rappresentano l’origine di ogni movimento, e il flat back, posizione in cui il corpo si piega sui fianchi fino a quando il busto è parallelo al pavimento, così da allungare la zona lombare e i muscoli posteriori della coscia. Terminato il riscaldamento, la lezione procede con una serie di fortifications, studi che si concentrano su una particolare area del corpo mediante gli esercizi d’isolamento o che sperimentano il movimento nello spazio e nelle sue varianti ritmiche. Questi esercizi sono supportati dai prelude studies, eseguiti in preparazione delle stesse fortifications. La sua tecnica, come il suo stile coreografico, prevede un largo impiego dei cambiamenti di livello, a volte drastici come da un salto a una caduta, curve, torsioni ed elevazioni dinamiche.

Bibliografia

Richard Bizot, Lester Horton's "Salome", 1934-1953 and after, in «Dance Research Journal », vol. 16, aprile 1984, pp.35-40

Joshua Legg, Introduzione alle tecniche di danza moderna, Roma, Gremese Editore, 2016

Marjorie B. Perces, Ana Marie Forsythe, Cheryl Ball, The Dance Technique of Lester Horton. Princeton Book Company, 1992

Larry Warren, Lester Horton, Modern Dance Pioneer, New York, M. Dekker, 1977

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SMO

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Modificato
05/01/2019

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