Cammarano, Salvatore
1. Prima metà XIX sec., Ritratto di Salvatore Cammarano. Villanova sull'Arda, Archivio di Villa Verdi.
Noto presso il grande pubblico per i libretti messi in musica da Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi, Salvatore Cammarano nacque a Napoli il 19 marzo 1801 da Giuseppe e Innocenza Mazzacane. La famiglia, di origini siciliane, si era trasferita nella capitale partenopea negli anni ’60 del Settecento, ritagliandosi un proprio spazio nel vivace ambiente artistico e teatrale della città. Influenzato soprattutto dai ricchi stimoli intellettuali provenienti dal padre e da uno zio, il giovane Salvatore si formò dapprima nelle arti plastiche, come pittore e scultore, dopodiché passò a dedicarsi al teatro musicale nella duplice veste di librettista e scenografo. Le sue inclinazioni letterarie si erano d’altronde manifestate molto precocemente, con una tragedia di stampo manzoniano (Carlo Magno) scritta in giovanissima età, nella quale già emergeva una forte personalità drammatica. I suoi successivi lavori per il teatro di parola trovarono un’ottima accoglienza su diversi palcoscenici napoletani, tuttavia le predisposizioni artistiche di Cammarano lo indussero a cercare affermazione nel mondo dell’opera per musica.
Nonostante l’interessamento del padre, che provò a inserirlo nell’ambiente del S. Carlo di Napoli, gli esordi di Cammarano nel teatro musicale non furono facili, anche a causa dell’ostilità dimostratagli dall’impresario Domenico Barbaja. Inizialmente ottenne degli incarichi come revisore dei libretti e concertatore, attività in cui poté sviluppare una spiccata sensibilità per la realizzazione scenica delle situazioni drammatiche. Il suo debutto come librettista avvenne nel 1834 con il «dramma per musica» La sposa, rappresentanto presso il Teatro del Fondo di Napoli; nel gennaio dell’anno successivo la sua «tragedia lirica» Ines de Castro giunse alle prestigiose scene del S. Carlo e Cammarano riuscì a fare conoscenza con Donizetti, con il quale iniziò subito una feconda collaborazione. Già il 26 settembre 1835 ebbe il battesimo sulle scene del S. Carlo la loro prima opera comune, il «dramma lirico» Lucia di Lammermoor, che incontrò uno dei massimi successi mai conosciuti in quel teatro, portando la fama di Cammarano a livello internazionale.
La collaborazione tra i due continuò con ulteriori sette lavori, tra cui quel Belisario (Venezia, 1836), scritto da Cammarano alcuni anni prima, che Barbaja aveva rifiutato quando ricopriva ancora il ruolo di impresario dei teatri reali di Napoli (le altre opere sono: L’assedio di Calais, Pia de’ Tolomei, Roberto Devereux, Maria de Rudenz, Poliuto, Maria di Rohan). Ormai noto per il connubio con Donizetti, Cammarano continuò per il resto della sua esistenza a lavorare come librettista presso i teatri reali di Napoli, dove prestò la propria penna a svariati compositori allora famosi in Italia e all’estero, tra cui Giovanni Pacini e Saverio Mercadante. Fu in questo contesto che a Giuseppe Verdi fu proposto un libretto di Cammarano, la «tragedia lirica» Alzira (1845): l’opera non ebbe successo, tuttavia ciò non impedì ai due di tornare a firmare assieme altri lavori, a partire dalla «tragedia lirica» La battaglia di Legnano (1849), che incontrò un’ottima accoglienza. Seguì nel dicembre dello stesso anno il «melodramma tragico» Luisa Miller ed infine, nel 1852, il libretto forse più riuscito della sua intera produzione, ossia Il Trovatore, al quale Cammarano lavorò fino alla morte, sopraggiunta a Napoli il 17 luglio 1852.
Cammarano può essere considerato il maggiore librettista italiano della generazione successiva a quella di Felice Romani. I suoi versi, dall’andamento scorrevole e cantabile, erano frutto di una meticolosa opera di limatura, come emerge dai numerosi abbozzi autografi e materiali di lavoro a noi pervenuti, densi di modifiche e ripensamenti. I suoi testi denotano una grande padronanza della struttura drammatica e una forte consapevolezza della dimensione visiva e coreografia delle situazioni sceniche, impostate nei libretti attraverso lunghe didascalie. Sebbene Cammarano abbia creato i propri testi per musica attingendo alla produzione teatrale rappresentata a Napoli, le tematiche da lui trattate non risultavano mai convenzionali e il suo atteggiamento era aperto alla sperimentazione. Per la serietà con cui affrontava la propria attività di librettista, Cammarano fu ampiamente apprezzato e rispettato da parte dei compositori con i quali ebbe modo di collaborare.
- Voce bio-bibliografica su Salvatore Cammarano nel Dizionario Biografico degli Italiani.
- Voce bio-bibliografica su Salvatore Cammarano nel Grove Music Online.
- Biografia di Salvatore Cammarano in Verdi Online.
- Schede archivistico-bibliografiche dei libretti a stampa di Salvatore Cammarano.
- Discografia di Salvatore Cammarano.
- John N. Black, The Italian Romantic libretto: A study of Salvatore Cammarano. Edinburgo, Edinburgh University Press, 1984.
- Carlo Matteo Mossa, La genesi del libretto del Trovatore. «Studi verdiani», 8 (1992), pp. 52-103.
- Anselm Gerhard, Dalla fatalità all'ossessione: Il trovatore fra mélodrame parigino e opera moderna. «Studi verdiani», 10 (1994), pp. 61-66.
- Carlo Matteo Mossa, 'Pure stimerei che vi fosse un preludio': Parole e musica nel carteggio Verdi-Cammarano. In: Verdi-Studien: Pierluigi Petrobelli zum 60. Geburtstag, a cura di Sieghart Döhring e Wolfgang Osthoff, Monaco, Ricordi, 2000, pp. 188-212.
- Elena Sala Di Felice, Il divenire della poetica verdiana: Nei dintorni del Carteggio Verdi-Cammarano. «Intersezioni», 1 (gennaio 2004), pp. 61-72.
- Mariasilvia Tatti, L'immaginario risorgimentale in alcuni libretti di Salvatore Cammarano. In: Dal libro al libretto: La letteratura per musica dal '700 al '900, a cura di Mariasilvia Tatti, Roma, Bulzoni, 2005, pp. 115-130.
- Carteggio Verdi-Cammarano (1843-1852). A cura di Carlo Matteo Mossa, Parma, Istituto Nazionale di Studi Verdiani, 2001.
- Pia de' Tolomei di Salvatore Cammarano: Edizione genetico-evolutiva. A cura di Giorgio Pagannone, Firenze, Olschki, 2006.
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