O Mon Moyna re (O Cuculo del mio Cuore)

La filosofia dei Bāul, cantori mistici del Bengala, rifiuta le differenze di casta, classe sociale e genere. Questa prospettiva liberale permette alle donne di godere di uno status onorevole e di ricevere una rispettosa considerazione all'interno della comunità. La cantrice Sandhya Rani Das appartiene ad una famiglia di Bāul originaria del Bangladesh. Nel video presentato, Sandhya intona un canto devozionale del repertorio dei bāul-gān (canti Bāul) diventato molto popolare grazie a numerose versioni in chiave folk-pop.

Attraverso le parole semplici delle quattro strofe di cui si compone la lirica, siamo introdotti ai temi della caducità e della ciclicità della vita, della relazione tra microcosmo (uomo) e macrocosmo (Terra). “Nasciamo dalla terra e alla terra torniamo, nell'ora della morte, benessere e ricchezza verranno lasciati alle spalle, veniamo qui (nel mondo) e quando il giorno arriva ogni cosa va lasciata”. “Oh cuculo del mio cuore”, “versa le tue lacrime immerso nel pensiero di Krishna”, i versi di invocazione-ritornello offrono la chiave per superare la transitorietà dell'esistenza: la ricerca e la contemplazione del divino nel cuore.

La cantrice è seduta a terra e accompagna l'intensità del canto suonando il dotārā (liuto a quattro corde) . Altri due musici-cantori siedono rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra. Dopo l'invocazione iniziale (prima strofa e ritornello) priva di accompagnamento ritmico, la voce è sostenuta dal suono del khamak (monocordo a plettro), dei cimbali (manjīrā) e dei campanelli (ghunghrū). In questa esecuzione è il solo suono degli idiofoni che permette la tessitura di un ciclo ritmico in 6/8. Come è consuetudine quando i cantori si esibiscono seduti a terra, i ghunghrū vengono legati attorno all'alluce e percossi grazie al battito del piede.