Dufort, Giambatista

Giambatista Dufort, di origini francesi, studiò danza con Pierre Beauchamps e Guillaume-Louis Pécour.

Dopo esperienze all’Opéra, come quella del 1697 in cui fu uno degli interpreti de L’Europe galante (musica di André Campra e coreografia di Louis Pécour), si trasferì a Parma dove lavorò come maestro di ballo presso il Ducal Collegio de’ Nobili. In seguito, Dufort andò a Napoli esibendosi come danzatore e coreografo al Teatro di S. Bartolomeo. Nel 1728 pubblicò il Trattato del ballo nobile dedicato alle dame e ai cavalieri napoletani.

Il Trattato, che riguarda unicamente la danza di sala, è suddiviso in trentaquattro capitoli, di cui uno è dedicato ai movimenti delle braccia, sei al minuetto e sei pagine sono dedicate alla contraddanza. Il trattato si apre su una ricognizione storica circa il contributo degli italiani, degli spagnoli e dei francesi all’evoluzione della danza, in seguito sono descritti i passi, la loro struttura in relazione alla scansione metrica e ritmica e la loro notazione secondo il sistema Beauchamps-Feuillet. Per il suo disegno, l'impostazione, il modo di esecuzione di certi passi (demi-coupé, pas grave) e per il fatto che si avvale del metodo grafico di Beauchamps, il trattato di Dufort può essere accostato a quello di Kellom Tomlinson, The Art of Dancing Explained by Reading and Figures (1735).

Nello stesso anno in cui uscì il trattato di Dufort, a Parma Jean-Claude de La Fond dedicò alla corte di Antonio Farnese una serie di coreografie in stile francese trascritte in notazione Beauchamps. Questi esempi dimostrano non solo quanto il metodo Beauchamps fosse diffuso, ma anche quanto la tecnica francese si fosse espansa oltre i confini grazie ai maestri di origine o di formazione francese e come grazie alle loro pubblicazioni si fosse diffusa, in maniera ancora più pervasiva e duratura, la terminologia francese dei passi e dei movimenti.