Negri, Cesare

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Cesare Negri, ritratto in Le Gratie d'Amore

2. Ballerini Milanesi del 1580, che danzano la gagliarda, cavati dall' Opera di Cesarae de Negri, Cagnoni sc., ca. 1775.

Data di nascita
prima del 1536
Data di morte
dopo il 1604
Paese
Categoria
Biografia

Cesare Negri, detto il “Trombone” per le sue abilità di esecutore musicale di tale strumento, nacque a Milano. Qui studiò danza con Pompeo Diobono che gli lasciò la direzione della propria scuola quando nel 1554 si trasferì in Francia. Negri ebbe allievi prestigiosi tra cui i membri delle famiglie Visconti, Medici, Gonzaga ed Este, e formò numerosi maestri attivi in seguito in varie città d’Italia e d’Europa nelle quali essi diffusero lo stile coreico italiano. Oltre ad aver lavorato al servizio dei governatori spagnoli a Milano almeno fino al 1599, Negri si esibì anche come danzatore in diverse città italiane ed estere, tra cui Malta, Genova, Napoli, Firenze, Mantova e Saragozza. Dal 1560 al 1587 operò a più riprese in Francia per la dinastia Valois. La sua presenza è documentata a Parigi nel 1560, 1569, 1575 e 1585-87 anche in qualità di violinista. Partecipò, inoltre, tra il 1555 e il 1600, come interprete e compositore di balli, a numerosi eventi ufficiali e a celebrazioni per reali o importanti dignitari quali l’ammiraglio Andrea Doria dopo il suo trionfo sui Turchi nel 1560, o in occasione della visita della regina Margherita di Spagna, nel 1598.

Nel 1602 pubblicò a Milano il trattato Le Gratie d’Amore, dedicato a Filippo III re di Spagna, che fu riedito due anni dopo con il titolo Nuove inventioni di Balli. La prima parte del trattato riporta informazioni sulla vita professionale di Negri, dei suoi colleghi, dei suoi studenti, elenca alcune sue produzioni di cui inserisce anche le descrizioni, come ad esempio della mascherata che realizzò nel 1574 in omaggio ai successi militari di don Giovanni d’Austria a Tunisi. L’importanza di tale prima parte consiste nel configurarsi quale affresco del contesto socio-culturale e coreico italiano in cui Negri operò, con la piena consapevolezza del valore della propria arte, e testimonianza della vitalità della scuola milanese e della grande diffusione della danza italiana in Europa.  A questa prima parte segue una raccolta di regole di etichetta e un repertorio di descrizioni dei passi e dei virtuosismi, in particolare di quelli legati alla forma della gagliarda, che attestano le alte qualità tecniche richieste agli interpreti maschili. Qualità che resteranno alla base della danza accademica. Nella terza parte del testo, alle regole per eseguire i passi si aggiungono diverse composizioni coreografiche dedicate alle dame corredate da intavolature per liuto accompagnate dal rigo con la parte melodica. Il trattato è arricchito dalle illustrazioni realizzate da Leon Pallavicino.

Nel trattato di Negri sono presenti anche alcune danze a finalità squisitamente spettacolare (Ballo fatto da sei Dame Austria felice, Ballo fatto da sei Cavalieri, il Brando detto Alta Regina). In alcune di esse, ad esempio, veniva applicato  l’artificio scenico dell’uso delle torce, oppure erano caratterizzate da un variegato gioco di figurazioni coreografiche (trecce, catene, serpentine, semicerchi aperti in direzione del pubblico). Fra le arie da ballo, sono stati finora identificati brani tratti dalla Selva di varia ricreatione di Orazio Vecchi (1590) e dai Balletti di Giovan Giacomo Gastoldi (1591).

Negri morì tra il 1604 e il 1610, anno in cui sua moglie Isabella di Nava, dalla quale Negri ebbe 4 figli, fu registrata come vedova nelle liste parrocchiali.

Il "nuovo stile italiano", di cui Negri fu fra i massimi esponenti, rimase in auge nel sec. XVII e si diffuse nelle principali corti europee, come testimoniano il trattato Maestro da ballo di Ercole Santucci del 1614 e la traduzione in spagnolo nel 1630 da parte di Don Balthasar Carlos per il Señor Condé, Duca di Sanlucar, di Le Gratie d’Amore.

Bibliografia

Claudia Celi, La danza aulica italiana nel XVI secolo in «Nuova Rivista Musicale Italiana» Anno XIX n. 2, (aprile-giugno 1985) pp. 268-276.

Ornella Di Tondo, Storia della danza in Occidente. Dall’Antichità al Seicento, I vol., in Ornella Di Tondo, Flavia Pappacena e Alessandro Pontremoli, Storia della danza in Occidente, 3 voll., Roma, Gremese, 2015.

Marina Nordera, Negri Cesare, in sous la dir. de Philippe Le Moal, Dictionnaire de la danse, Paris, Larousse, 2008, p. 313.

Maurizio Padovan, Il Quattrocento e il Cinquecento, in José Sasportes a cura di, Storia della danza italiana, Torino, EDT, 2011, pp. 1-68.

Alessandro Pontremoli, La danza negli spettacoli dal Medioevo alla fine del Seicento, in a cura di Alberto Basso, Musica in scena. Storia dello spettacolo musicale, V, Torino, UTET, 1995, pp. 1-36.

Julia Sutton, Negri, Cesare, in edited by Selma Jeanne Cohen and Dance Perspectives Foundation, The International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press, Online Version, 2005.

Katherine Tucker McGinnis, NegriCesare, detto il Trombone, in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 78 (2013).

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Modificato
05/01/2019

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