Gardel, Pierre

Data di nascita
4 febbraio 1758
Data di morte
18 ottobre 1840
Paese
Categoria
Biografia

Pierre-Gabriel Gardel, noto anche come “Gardel le jeune”, nacque a Nancy, figlio di Claude Gardel, maestro di ballo presso la corte del re Stanislao I di Polonia, e fratello minore di Maximilien Gardel, anch’egli ballerino e coreografo. Pierre studiò violino e danza sin da giovanissimo per entrare, agli inizi degli anni Settanta del Settecento, all’Opéra di Parigi dove fu allievo del fratello maggiore.

Debuttò già nel 1772 danzando piccole parti in La Cinquantaine di Jean-Benjamin Laborde e in Castor et Pollux di Jean-Philippe Rameau. Nel 1773 danzò un pas de deux con Mademoiselle Dorival in L’Union de l’Amour et des arts con musica di Étienne Joseph Floquet, facendosi notare per la grazia e l’abilità di esecuzione. Per tutti gli anni Settanta ebbe modo di esibirsi e lasciarsi apprezzare per la nobiltà dello stile e già nel 1780 fu nominato premier danseur serieux.

Nel 1781 e nel 1782 danzò al King’s Theatre di Londra, con August Bournonville, Louis Nivelon e le Mesdemoiselles Théodore e Simonet, in alcuni lavori di successo di Jean-Georges Noverre come Renaud et Armide, Médée et Jason e Adèle de Ponthieu.

Contemporaneamente alla carriera d’interprete, che decise di interrompere nel 1795, pur non allontanandosi mai definitivamente dalle scene (nel 1829 apparve un’ultima volta per danzare con Maria Taglioni), intraprese anche quella di coreografo e, nel 1784, propose un divertissement per Dardanus (musica di Antonio Sacchini) e, due anni dopo, creò insieme al fratello Les Sauvages, ou Le Pouvoir de la Danse.

La sua produzione coreografica è molto eterogenea e spazia dai balli basati sui soggetti mitologici o anacreontici arricchiti da vistosi apparati scenografici come, ad esempio, i suoi primi balletti di successo, Télémaque dans l'île de Calypso e Psyché (entrambi del 1790), o Le Jugement de Pâris (musica di Franz Joseph Haydn, Ignaz Pleyel, Étienne-Nicolas Méhul, 1793), a coreografie ispirate alle commedie di soggetto contemporaneo, come La Dansomanie (musica di Méhul, 1800), o a quelle basate su romanzi di successo, come Paul et Virginie (musica di Rodolphe Kreutzer, 1806), fino ai balletti in linea con i nuovi ideali rivoluzionari, come L’Offrande à la Liberté, del 1792, basato sulla Marseillaise. In seguito alle burrascose vicende politiche che coinvolsero la Francia, diresse feste rivoluzionarie e creò, durante l'impero di Napoleone, La Fête de Mars (1809, musica di Kreutzer) e, per il ritorno di Luigi XVIII, Le Retour des lys (1814, musica di Louis Luc de Persuis).

Dopo la morte del fratello Maximilien nel 1787, Pierre fu nominato maître de ballet dell’Academie royale de musique, incarico che mantenne per quarant’anni, assistito anche da Louis-Jacques Milon, portando la compagnia ad alti livelli. Come direttore della scuola di ballo dell’Opéra, Gardel formò importanti personalità della danza, come il maestro, pedagogo, coreografo e ballerino italiano Carlo Blasis.

Contemporaneo e rivale di Auguste Vestris, Gardel non fu solamente danseur noble raffinato ed elegante, ma anche un artista versatile ed espressivo che seppe adeguarsi alle trasformazioni che stavano avvenendo nel corso della Rivoluzione francese in ambito coreico e in particolare nei tre generi codificati del balletto. Gardel fu tra gli ultimi artisti a formarsi durante il periodo dell’ancien régime e, dunque, a ricevere un’istruzione completa tale da poter coniugare un’ottima preparazione tecnica ad una vasta cultura, mentre la sua conoscenza musicale fu fondamentale non solo per le sue esecuzioni di ballerino, ma anche per una migliore resa armonica delle coreografie. Per quanto riguarda la strutturazione dei balletti, la concezione della pantomima, i vistosi apparati scenografici, la cura nella costruzione del quadro e la particolare attenzione ai movimenti d’insieme, Gardel realizzò coreografie nel solco del ballet d’action noverriano, all’interno dei quali, però, fu sempre attento a mantenere uno spazio rilevante per la danza propriamente detta, di cui considerava come valore intrinseco la totalità del corpo danzante e non solamente l’espressività del gesto.

In un periodo di grandi rivoluzioni storiche ed estetiche, Gardel seppe destreggiarsi tra il mantenimento della tradizione e l’introduzione di novità, adeguando le innovazioni tecniche della “nuova” danza in voga all’Opéra (si pensi ai virtuosismi di Auguste Vestris o ai nuovi passi introdotti da Gardel stesso, come il brisé de Télémaque) ai modelli pittorici e plastici neoclassici.

Bibliografia

Jeannine Dorvane, Gardel Family, in edited by Selma Jeanne Cohen and Dance Perspectives Foundation, The International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press, Online Version, 2005.

Marie-Françoise Bouchon, Gardel Pierre, in sous la dir. de Philippe Le Moal, Dictionnaire de la danse, Paris, Larousse, 1999, p. 55.

Flavia Pappacena, La danza classica. Le origini, Bari, Laterza, 2009.

Flavia Pappacena, Il Settecento e l'Ottocento, II vol., in Ornella Di Tondo, Flavia Pappacena e Alessandro Pontremoli, Storia della danza in Occidente, 3 voll., Roma, Gremese, 2015.

Il balletto in Europa da Gardel a Manzotti. Miti e leggende nel balletto tra Settecento e Ottocento, v. 1, a cura di Flavia Pappacena, Roma, La Sapienza editrice, 2013.

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18/04/2019

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