Guillem, Sylvie
1. Sylvie Guillem. Fonte: roh.org.uk
2. Sylvie Guillem in Marguerite and Armand, foto di Bill Cooper. Fonte: roh.org.uk
Sylvie Guillem nasce a Parigi nel 1965. A undici anni, dopo aver studiato ginnastica artistica, entra alla scuola dell’Opéra di Parigi, distinguendosi fin da subito per le notevoli doti fisiche. A sedici anni, dopo aver vinto la medaglia d’oro al prestigioso Concorso di Varna, entra nel corpo di ballo del teatro, allora diretto da Rudolf Nureyev, e rapidamente scala la gerarchia vincendo i vari concorsi annuali. Durante la sua prima stagione (1983-1984) interpreta i ruoli solistici nelle coreografie di Nureyev – l’ombra in La Bayadère, la Regina delle Driadi in Don Quixote e Henrietta in Raymonda – e partecipa alla creazione di France/Dance di William Forsythe e No Man’s Land di Rudi Dantzig.
Nel 1984, alla fine del suo debutto ne Il Lago dei cigni e cinque giorni dopo la designazione a prima ballerina, riceve la nomina di étoile, diventando la più giovane danzatrice della compagnia a conquistare il titolo. Il suo repertorio comprende i più importanti balletti in repertorio all’Opéra, tra i quali Apollon Musagète e Symphonie en trois mouvements di George Balanchine, Boléro e Sonate à trois di Maurice Béjart, Continuo di Antony Tudor, In Memory of… di Jerome Robbins, Grand Pas Classique di Victor Gsovsky, Suite en blanc di Serge Lifar e Notre-Dame de Paris di Roland Petit. In particolare crea i ruoli principali in Mouvements Rythmes Etudes (1985) e Arépo (1986) di Béjart, Cenerentola di Nureyev (1986), In the Middle, Somewhat Elevated di Forsythe (1987) e Le Martyre de Saint Sébastien di Robert Wilson (1988).
Nel 1989 lascia l’Opéra di Parigi per intraprendere una carriera internazionale, pur ritornando più volte nel corso degli anni come artista ospite.
Dal 1989 al 2007 è Principal guest artist al Royal Ballet, allora diretto da Sir Anthony Dowell, dove oltre ai grandi classici come La Bayadère nella versione di Natalia Makarova, danza i più importanti balletti del repertorio inglese: Birthday Offering, Cenerentola, Marguerite and Armand e A Month in the Country di Frederick Ashton, Romeo and Juliet, Manon, The Prince of the Pagodas e Winter Dreams di Kenneth MacMillan. Si distingue anche in Other Dances e The Concert di Robbins e Lilac Garden di Tudor. Il desiderio di danzare le creazioni dei coreografi contemporanei incoraggia la compagnia inglese ad allargare il proprio repertorio introducendo nuovi balletti quali Carmen di Mats Ek, La Luna di Béjart e Herman Schmerman e Steptext di Forsythe.
Parallelamente si esibisce come guest artist nelle più importanti compagnie, tra le quali la Scala di Milano, il Ballet du XXe Siècle, l’American Ballet Theatre e il Mariinskij. Particolarmente rilevanti sono le sue collaborazioni con i più importanti coreografi del balletto contemporaneo, come Béjart che per lei crea Épisodes (1992), Sissi, l’Impératrice anarchiste (1993) e Racine cubique (1997) e Mats Ek che la sceglie per Wet Woman (1993), Rök (Smoke, 1995) e Ajö (Bye, 2011).
Nel 1999 debutta nella coreografia creando per il National Ballet of Finland Classic Instinct e Giselle, rivisitazione del celebre balletto ottocentesco che ambienta ai giorni nostri.
Nell’ultima fase della sua carriera si è dedicata con successo alla danza contemporanea e dal 2006 è nominata Associate Artist del Sadler’s Wells Theatre. Le esibizioni più celebri sono Blue Yellow di Jonathan Burrows (1995), Broken Fall di Russell Maliphant con i BalletBoyz (2003), PUSH di e con Maliphant (2005), Sacred Monsters di e con Akrahm Kahn (2006), Eonnagata di Maliphant con il regista canadese Robert Lepage (2009), Rearray di Forsythe.
Nel 2015 si ritira dalle scene con il tour mondiale Life in Progress che comprende l’assolo Technê di Khan, il passo a due di Maliphant Here & After con Emanuela Montanari e Ajö di Ek.
Nel corso della sua carriera ottiene numerosi premi e riconoscimenti, quali Commandeur des Arts et Lettres (1988), Grand Prix Pavlova de la Danse (1989), Chevalier de la Légion d’honneur (1994), Prix Nijinski (2001), Leone d’Oro alla carriera (2012), Commandeur de l’Ordre National du Mérite (2014) e Olivier Awards (2015).
Sylvie Guillem è considerata una vera e propria diva della danza internazionale a cavallo tra XX e XXI secolo. Le sue naturali doti fisiche e la bellezza delle sue linee hanno ridisegnato l’immagine della ballerina, esercitando una profonda influenza sulle successive generazioni. Le qualità della sua danza sono: una solida tecnica, di cui ha dato grande prova nei balletti classici; una spiccata sensibilità drammatica, soprattutto nei balletti narrativi novecenteschi come Manon di MacMillan e Marguerite and Armand di Ashton; una notevole versatilità stilistica che le ha consentito di eccellere non soltanto nel repertorio classico ma anche nella danza contemporanea e nel genere della videodanza.
Nel corso della sua carriera ha sempre perseguito con grande coraggio la propria visione artistica, guadagnandosi per la sua determinazione il soprannome di “Mademoiselle Non”.
Biennale Danza 2012 – Intervista a Sylvie Guillem
HARDtalk – Intervista a Sylvie Guillem
Valeria Crippa, Sylvie, ultimo giro a testa (e gamba) alta, «Ballet 2000», n. 253, giugno, 2015.
Dominique Frétard, Sylvie Guillem: invitation, Paris, Éditions Cercle d'art, 2005.
Josseline Le Bourhis, Guillem, Sylvie, Dictionnaire de la danse, a cura di Philippe Le Moal, Paris, Larousse, 2008.
Gérard Mannoni, Les Grandes étoiles du XXe siècle, Paris, Buchet/Chastel, 2014.
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