Xenakis, Iannis
1. Iannis Xenakis nel suo studio a Parigi, 1987 ca.
2. Xenakis con l'ensemble Les Percussions de Strasbourg, 1979 ca.
3. Iannis Xenakis e Olivier Messiaen, 1977 ca.
Iannis Xenakis nacque a Braila (Romania) il 29 maggio 1922. Stabilitosi ad Atene con la famiglia, studiò ingegneria al Politecnico, avviando al tempo stesso la propria formazione musicale. Durante gli anni Quaranta prese parte alla resistenza greca; nel 1947, gravemente ferito e condannato a morte per la sua attività politica, si rifugiò in Francia, dove divenne assistente di Le Corbusier (1947-60). A partire dal 1947 studiò inoltre composizione a Parigi con Darius Milhaud, Arthur Honegger e Olivier Messiaen, nonché a Gravesano (Svizzera) con Hermann Scherchen. Professore all'Indiana University (Bloomington), e alla Sorbonne di Parigi, nel 1966 ha fondato l'Équipe de mathématique et d'automatique musicales (EMAMu, poi denominato Centre d'études de mathématique et automatique musicales, CEMAMu) e, nel 1967, il Center for mathematics and automated music presso l'Indiana University. Nel 1976 è stato tra i fondatori dell'IRCAM (Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique) di Parigi, dal quale si è tuttavia ritirato nel 1981. Nel 1998 gli è stato conferito il Premio Unesco per la musica.
Dagli anni Cinquanta, dopo aver preso le distanze dal serialismo (1956), l'attenzione e la ricerca di Xenakis si sono volte alla progettazione dello spazio musicale attraverso l'integrazione di sempre nuovi percorsi logici, spesso basati su metodi matematici, che consentano di combinare le diverse caratteristiche del suono. Il ricorso al calcolo delle probabilità, alla teoria dei giochi e ad altre teorie matematiche è stato fin da allora elemento determinante nella riflessione e nella produzione di Xenakis, definita da lui stesso «musica stocastica». La sua prima composizione importante, Metastasis (1954), basata sui progetti architettonici per il padiglione Philips all'Esposizione universale di Bruxelles, fu eseguita con grande successo in prima assoluta a Donaueschingen nel 1955. In anticipo su molti, in quell'epoca Xenakis ha cominciato anche a interessarsi della composizione di timbri e dello sviluppo del suono, privilegiando quello prodotto dagli strumenti tradizionali in brani come Pithoprakta per orchestra (1955-56), Herma per pianoforte (1960-61), Eonta per piano e ottoni (1963-64), Nomos Alpha per violoncello (1966), accostandosi alla musica elettronica in Diamorphoses (1957), Concret PH (1958), Orient-Occident (1960).
Il pensiero scientifico è divenuto così un mezzo per l'elaborazione delle proprie idee artistiche, offrendo il terreno per una sorta di nuovo universalismo alternativo a quello della religione, della tradizione, delle emozioni, mentre il rigore dei procedimenti compositivi e la loro base matematica e scientifica sostengono costruzioni spesso di marcata espressività. In questo quadro si colloca la riflessione sulle dimensioni spaziali della musica, realizzata soprattutto nei Polytopes, spettacoli multimediali nei quali entrano in gioco spazi architettonici, suono e luci (Polytope de Montréal, 1967; Persépolis, 1971; Polytope de Cluny, 1972; Mycenes Alpha, 1978), ma anche in brani che prevedono la dislocazione degli strumentisti nella sala e tra il pubblico, come Terretektorh (1965-66, per 88 strumenti) e Nomos Gamma (1967-68, per 98 strumenti). Nei lavori teatrali Hiketides (1964), Oresteia (1965-66) e Medea (1967) emergono inoltre le radici greche della formazione di Xenakis. Sempre a partire dagli anni Sessanta hanno visto la luce alcuni grandi brani con coro, da Nuits (1967) e Cendrées (1973), fino ad Anemoessa (1979), Ais (1980) e Nekuia (1981).
Una profonda riflessione sulle strutture ritmiche trova spazio, oltre che nei brani per percussioni Persephassa (1969), Psappha (1975), Pléiades (1979), anche nei balletti Kraanerg per nastro e orchestra (1968) e Antikhton (1971). Xenakis è stato tra i primi a prevedere, fin dagli anni Cinquanta, l'applicazione del computer per usi musicali, e negli anni Settanta ha sviluppato il sistema informatico UPIC (Unité Polyagogique Informatique du CEMAMu), destinato alla composizione a partire da segni grafici e geometrici e alla didattica. Nel lavoro compositivo vengono inoltre integrati altri apporti matematici, come la legge di distribuzione di Poisson, i frattali, il moto browniano, cosicché la relazione tra leggi fisico-matematiche e fenomeni naturali entra sempre più intimamente nella determinazione della struttura musicale (Mikka per violino, 1971; Noomena per orchestra, 1974; Erikthon per piano e orchestra, 1974). A partire dagli anni Ottanta i lavori di Xenakis, pur basati sempre su precise riflessioni matematiche, presentano un effetto originario e immediato e un'apparente semplificazione delle strutture (Pour la paix per coro, voce recitante e nastro, 1981; Tetras, 1983, e Tetora, 1990, per quartetto d'archi; Ata per orchestra, 1987; Plekto per cinque strumenti e percussioni, 1994). Xenakis è morto a Parigi il 4 febbraio 2001.
- Xenakis. A cura di Enzo Restagno, Torino, EDT, 1988.
- James Harley, Xenakis. His Life in Music. New York, Routledge, 2004.
- Performing Xenakis. A cura di Sharon Kanach, New York, Pendragon Press, 2010.
- Benoît Gibson, The Instrumental Music of Iannis Xenakis. Theory, Practice, Self-Borrowing. New York, Pendragon Press, 2011.
- Iannis Xenakis. La musique électroacoustique. A cura di Makis Solomos, Parigi, L'Harmattan, 2015.
- Iannis Xenakis, Formalized Music. Thought and Mathematics in Composition. A cura di Sharon Kanach, New York, Pendragon Press, 1992.
- Iannis Xenakis, Musica architettura. Milano, Spirali, 2003.
- Iannis Xenakis, Universi del suono. Scritti e interventi, 1955-1994. A cura di Agostino di Scipio, Lucca, LIM, 2003.
- Iannis Xenakis, Music and Architecture. Architectural Projects, Texts and Realizations. A cura di Sharon Kanach, New York, Pendragon Press, 2008.
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