Morlacchi, Francesco

Data di nascita
14 giugno 1784
Data di morte
28 ottobre 1841
Paese
Categoria
Biografia

Francesco Morlacchi nacque a Perugia il 14 giugno 1784. Ricevette i primi insegnamenti musicali dal padre, suonatore di violino, e dal prozio materno, Giovanni Mazzetti, organista della cattedrale di Perugia. Successivamente proseguì gli studi con Luigi Caruso, maestro di cappella del duomo della stessa città. Tra il 1803 e il 1804 studiò a Loreto con Nicola Zingarelli e nel 1804 si recò a Bologna per frequentare la scuola di Stanislao Mattei, diventando membro dell'Accademia Filarmonica nel 1805.

Le prime composizioni di Morlacchi risalgono agli inizi dell'800: fu autore di una Via Crucis su testo di Francesco Maria Sartorelli (1802), della cantata Gli angeli al divino sepolcro eseguita all’Accademia di Belle Lettere (1803) e di 12 Sonatine per pianoforte o cembalo (1813). Tra il 1805 e il 1806 si dedicò anche alla musica liturgica: compose il Quoniam e il Tantum ergo eseguito alla Chiesa della SS. Trinità di Bologna. A questo periodo risalgono anche alcune cantate, come In lode della musica per soprano, coro e orchestra, In lode di Napoleone per cove e orchestra, e la Cantata del conte Ugolino tratta dall'Inferno di Dante. 

Nel 1807 Morlacchi fu nominato maestro di cappella a Urbino, posto che non prese per prediligere la carriera di operista. Nello stesso anno, infatti, fu eseguita alla Pergola di Firenze la sua prima opera, Il poeta disperato, a cui fece seguito il dramma giocoso Il ritratto rappresentato al Teatro Filarmonico di Verona. Il successo come operista arrivò grazie all'opera semiseria Corradino, allestita al Teatro Imperiale di Parma nel 1808, dopo la quale iniziò a ricevere varie commissioni dai teatri romani e milanesi. Nel 1809 al Teatro Valle di Roma rappresentò La principessa per ripiego e Il Simoncino, mentre alla Scala di Milano fu eseguita Le avventure di una giornata. Nel 1810 fu allestita l'opera Le Danaidi al Teatro Argentina di Roma. Grazie a quest'ultima opera, tratta dall'Ipermestra di Pietro Metastasio, e alla recensione positiva che comparve nella rivista Allgemeine musikalische Zeitung, Morlacchi fu nominato maestro di cappella dell'Opera Italiana a Dresda.

Negli anni passati a Dresda, Morlacchi compose altre opere, prevalentemente buffe, cercando di adattare le proprie composizioni al gusto del luogo. Nel 1811 fu rappresentato il Raoul di Créquy, nel 1816 La capricciosa pentita e Il barbiere di Siviglia (quest'ultima opera su commissione del sovrano), nel 1817 La semplicetta di Pirna e nel 1823 La gioventù di Enrico V. Nel frattempo in Italia furono messe in scena altre sue opere, tra cui Boadicea al S. Carlo di Napoli nel 1818, Gianni di Parigi Donna Aurora alla Scala di Milano nel 1818 e 1821, Tebaldo e Isolina (opera che riscosse grandissimo successo), Ilda d’Avenel I Saraceni in Sicilia alla Fenice di Venezia tra il 1822 e il 1828, il Colombo al Carlo Felice di Genova nel 1828.

A Dresda compose anche una notevole quantità di musica sacra: 10 messe, due Messe da Requiem per la morte del padre e per i funerali di Federico Augusto I, e almeno altri 90 componimenti. Fu inoltre autore di molteplici cantate drammatiche, per festeggiare le varie ricorrenze di corte.

Oltre alla feconda e impegnativa attività di compositore, Morlacchi si dedicò alla direzione di orchestra. Nel 1826 fondò una istituzione caritatevole che voleva costituire una cassa per sostenere le pensioni delle vedove dei musicisti della cappella. Fu inoltre membro di varie accademie, tra cui quella di Belle lettere ed arti di Perugia (1802), della Filarmonica di Bologna (1816), dell'Unione filarmonica di Bergamo (15 marzo 1824), della Filarmonica dei Perseveranti di San Sepolcro (7 aprile 1835) e dell’Accademia di S. Cecilia di Roma  (1839).

Durante una licenza da Dresda, in viaggio verso l'Italia, Morlacchi morì nel 1841 a Innsbruck.

Bibliografia

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GSC

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Modificato
05/01/2019

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