Schubert, Franz
Franz Peter Schubert nacque a Vienna, nel distretto di Himmelpfortgrund, il 31 gennaio 1797 da Maria Elisabeth Katharina Vietz (1756-1812) e Franz Theodor Florian (1763-1830), maestro di scuola. Della famiglia fecero parte altri tredici figli: Ignaz (1785-1844), Elisabeth (1786-1788), Karl (1787-1788), Franziska Magadalena (1788), Magdalena (1789-1892), Franz Karl (1790), Anna Karoline (1791), Petrus (1792-1793), Josef (1793-1898), Ferdinand (1794-1859), Karl (1795-1855), Maria Theresia (1801-1878), e Aloisia Magdalena (1799), nata fuori del matrimonio. Inoltre, in seguito alla morte di Maria Elisabeth Vietz, Franz Theodor ebbe altri cinque figli: Josefa Theresia (1815-1861), e, dalle seconde nozze con Anna Kleyenbock (1783-1890), Marie Barbara (1814-1835), Theodor Kajtan (1816-1817), Andreas Theodor (1823-1893), Anton Eduard (1826-1892). All’età di cinque anni Franz iniziò il proprio percorso di studi sotto la guida del padre, dall’anno successivo avrebbe proseguito nella sua scuola, nel distretto di Lichtental. Durante l’infanzia ricevette anche le prime lezioni di musica: intraprese lo studio del pianoforte con il fratello Ignaz per proseguire poi con Michael Holzer (1772-1826), organista e maestro del coro nella chiesa parrocchiale di Lichtental. Apprese inoltre la tecnica degli strumenti ad arco: alla viola, iniziò a prendere parte alle esecuzioni del quartetto di famiglia, formato dai fratelli Ferdinand e Ignaz ai violini e dal padre al violoncello. Si distinse come cantore nella chiesa di Lichtental: nel 1804 suscitò l’apprezzamento di Antonio Salieri (1750-1825), e nel novembre 1808 fu ammesso a studiare allo Stadtkonvikt («Convitto di Stato»). Qui studiò composizione con Salieri ed entrò in contatto con la musica di Michael (1737-1806) e Franz Joseph Haydn, Mozart, Beethoven. Una particolare influenza esercitò inoltre su di lui la produzione liederistica di Johann Rudolf Zumsteeg (1760-1802), che gli diede l’impulso ad applicarsi a sua volta al genere del Lied per ammodernarlo alla luce dei linguaggi musicali più aggiornati. Sul finire del 1813 lasciò lo Stadtkonvikt e frequentò il corso per insegnanti della St Anna Normal-hauptschule; nel 1814 poté così prendere a sua volta servizio presso la scuola del padre. Nel frattempo proseguì privatamente gli studi con Salieri, da cui avrebbe preso lezioni fino al 1817.
Dividendosi tra l’insoddisfacente attività scolastica e i tentativi di intraprendere la carriera di musicista, Schubert si dedicò febbrilmente alla composizione e impartì lezioni private. Nel 1816 lasciò la casa paterna per trasferirsi presso l’amico Franz von Schober (1796-1882). Nel novembre dello stesso anno partecipò alla selezione per il posto di maestro di cappella presso Laibach (l’attuale Ljubljana, in Slovenia), senza successo. Amareggiato, abbandonò l’insegnamento. Sostenuto economicamente da Schober, si dedicò a tempo pieno alla composizione. Al principio del 1817 attraverso Schober entrò in contatto con il baritono Johann Michael Vogl (1768-1840), per cui scrisse gran parte della propria produzione liederistica. Insieme a Vogl, Schubert frequentò i circoli musicali viennesi, esibendosi in duo con il cantante e presentando la propria musica.
Su finire del 1817, in seguito al trasferimento del padre presso la scuola nel vicino distretto di Rossau, Schubert tornò a vivere con lui e riprese a malincuore l’attività di insegnante. Nel 1818 presentò domanda d’iscrizione alla Gesellschaft der Musikfreunde («Società degli amici della musica»), ma fu respinto in quanto non considerato, a causa del lavoro di maestro, musicista di professione. Tuttavia, le sue qualità di compositore cominciarono a godere di un più ampio riconoscimento. Schubert trascorse l’estate del 1818 al servizio del conte Johann Karl Esterházy de Galántha (Janos Karoly, 1775-1834), in qualità di insegnante di musica presso la residenza di Szeliz (l’attuale Želiezovce in Slovacchia). Al ritorno, si trasferì presso la casa dell’amico Johann Mayrhofer (1787-1836). All’inizio degli anni Venti, dagli abituali ritrovi della cerchia di intellettuali e artisti di cui il compositore faceva parte si sviluppò l’esperienza delle schubertiadi, serate musicali incentrate sulla sua musica. Nel 1820 Schubert riuscì a far rappresentare due Singspiele su libretti di Georg von Hofmann (1769-1845), Die Zwillingsbrüder (Theater am Kärntnertor, 14 giugno) e Die Zauberharfe (Theater an der Wien, 21 agosto). Incoraggiato, cercò di proseguire sulla via della musica drammatica, ma senza fortuna: le successive prove nell’ambito del Singspiel – Alfonso und Estrella su libretto di Schober, 1822; Fierrabras su libretto di Josef Kupelwieser (1791-1896), 1823; Die Verschworenen su libretto di Ignaz Franz Castelli (1780-1862), 1823 – non ottennero l’attenzione sperata da parte degli impresari, e non andarono in scena.
Nel 1821 Schubert fu accolto nella Gesellschaft der Musikfreunde. Inseritosi così nel cuore della società musicale viennese, entrato in rapporti con i suoi principali esponenti, il compositore vide aumentare in modo considerevole le esecuzioni della sua musica, la propria reputazione, il potere contrattuale con gli editori.
Nel corso del decennio le sue condizioni di salute si fecero però progressivamente più fragili, fino a precipitare irreparabilmente. Ricoverato presso la casa del fratello Ferdinand, Schubert morì il 19 novembre 1828.
A dispetto della brevità della vita, Schubert fu un compositore prolifico, costantemente impegnato in un’attività febbrile. Nel suo vasto catalogo spiccano le dieci Sinfonie (in particolare le n. 4 D 417, 5 D 485, l’«Incompiuta» D 759, la «Grande» D 744, queste ultime indicate come nn. 7 e 8 o come nn. 8 e 9, a seconda della numerazione adottata); il ricco corpus della musica da camera (quindici Quartetti per archi, il Quintetto «Die Forelle» per violino, viola, violoncello, contrabbasso e pianoforte D 667, il Quintetto per due violini, viola e due violoncelli D 956, i Trii per violino, violoncello e pianoforte D 897, 898, 929, l’Introduzione, Tema e Variazioni per flauto e pianoforte D 822) e quello, enorme, della produzione pianistica (almeno 23 Sonate, di cui 17 pervenute in forma completa, la Fantasia «Wanderer» D 760, una gran quantità di pezzi brevi, lavori per pianoforte a quattro mani); musica sacra (sei Messe); oltre seicento Lieder per canto e pianoforte, tra cui è opportuno ricordare almeno quelli raccolti nei cicli su testi di Wilhelm Müller (1794-1827) Die schöne Müllerin («La bella mugnaia») op. 25, D 795 del 1823, e Winterreise («Viaggio d’inverno») op. 89, D 911 del 1828.
Con Schubert, il linguaggio dei classici viennesi è traghettato in una temperie autenticamente romantica. Sotto la schiettezza d’eloquio, la rotonda compiutezza dell’invenzione, la sua musica rivela – per mezzo di una conduzione armonica fatta di trascoloramenti, percorsi inattesi e scarti improvvisi, attraverso un gioco di sfondamenti prospettici, ora repentini ora portati avanti per gradi – una tensione sotterranea; una vena che manifesta, talora sotto le specie del distacco ironico, il carattere fondamentalmente tragico della visione d’insieme.
Neue Schubert Ausgabe
http://schubert-ausgabe.de
Schubert-Online, raccolta delle digitalizzazioni degli autografi del compositore
http://www.schubert-online.at
Testi e traduzioni dei Lieder di Schubert
http://www.lieder.net
Schubertiade
https://www.schubertiade.at
Bart Berman, Notes on Franz Schubert
http://www.notesonfranzschubert.com
Cronologia, catalogo e guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it
Harry Goldschmidt, Schubert, Milano, Ricordi, 1995
Sergio Sablich, L’altro Schubert, Torino, EDT, 2002
Thrasybulos G. Georgiades, Schubert. Musica e lirica. Il Lied e la struttura della musica di Schubert, Roma, Astrolabio, 2012
Gerald Moore, I cicli di Lieder di Schubert. Con pensieri sull'interpretazione, Torino, EDT, 2013
Otto E. Deutsch, Schubert. L'amico e il poeta nelle testimonianze dei suoi contemporanei, Torino, EDT, 2018
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