Mendelssohn, Felix
- Felix Mendelssohn, ritratto di Wilhelm Hensel (1794-1861), olio su tela, 1847. Düsseldorf, Stadtmuseum, B 138.
- Felix Mendelssohn, ritratto di Carl Joseph Begas (1794-1854), olio su carta, 1821. Oxford, Bodlean Library.
- Felix Mendelssohn, ritratto di James Warren Childe (1780-1862), acquerello su carta, 1839
Felix Mendelssohn nacque ad Amburgo il 3 febbraio 1809, da Lea Salomon (1777-1842) e Abraham (1776-1835), banchiere. Avrebbe stabilito un legame particolarmente profondo con la sorella maggiore, Fanny (1805-1847). Ebbe inoltre una sorella e un fratello minori, Rebecka (1811-1858) e Paul (1812-1874). Nel 1811 la famiglia si trasferì a Berlino. Successivamente, si convertì dalla religione ebraica a quella protestante: Felix fu battezzato nel 1816 con i nomi di Jakob Ludwig Felix. Nel 1822 anche i genitori furono battezzati. Assunsero allora il doppio cognome Mendelssohn Bartholdy: il secondo cognome fu aggiunto dietro suggerimento del fratello di Lea, Jakob Salomon Bartholdy, che lo aveva ricavato da una proprietà ereditata presso Luisenstadt e adottato. Cresciuti in un ambiente colto e aperto, frequentato da intellettuali, scienziati, artisti, fin dalla prima infanzia Fanny – che avrebbe a sua volta coltivato l’attività di compositrice – e Felix manifestarono uno spiccato talento musicale. A sei anni Felix ricevette le prime lezioni di pianoforte dalla madre; a sette divenne allievo di Marie Bigot (1786-1820), a Parigi; al ritorno a Berlino proseguì gli studi, insieme alle sorelle e al fratello, con Ludwig Berger (1777-1839), formatosi alla scuola di Muzio Clementi (1752-1832). Intorno al maggio 1819 studiò contrappunto e composizione con Carl Friedrich Zelter (1758-1832), per mezzo del quale entrò in contatto con la musica della famiglia Bach e familiarizzò con lo stile dell’età del basso continuo. Verso i nove anni iniziò a esibirsi in pubblico. Tra i dodici e i quattordici compose dodici Sinfonie per archi; a sedici un Ottetto per archi e un’Ouverture al Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, i suoi primi lavori a manifestare uno stile compiuto e maturo. Nel 1824 si perfezionò con Ignaz Moscheles (1794-1870), con cui strinse una profonda amicizia. Insieme a quella musicale, coltivò una solida formazione umanistica: nel 1821 era stato introdotto da Zelter presso Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), e tra il 1826 e il 1829 frequentò l’Università Humboldt di Berlino, dove seguì i corsi di estetica di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831), quelli di storia di Eduard Gans (1797-1839) e di geografia di Carl Ritter (1779-1859).
Nel 1829, con il supporto di Zelter e la collaborazione dell’attore Eduard Devrient (1801-1877), curò l’esecuzione della Passione secondo Matteo BWV 244 che aprì un periodo di riscoperta e di rinnovato interesse per la musica di Bach. Negli anni che seguirono intraprese un Grand Tour attraverso l’Europa, dalla Gran Bretagna all’Italia. Nel 1833 ottenne l’impiego di direttore musicale della città di Düsseldorf, dove nello stesso anno presentò una nuova riscoperta, l’oratorio Israel in Egypt di Georg Friderich Händel, contribuendo al rifiorire – come già per Bach – dell’attenzione intorno al compositore. A Düsseldorf Mendelssohn collaborò con il drammaturgo Karl Immermann (1796-1840) per migliorare la qualità delle rappresentazioni. Insoddisfatto dell’ambiente poco ricettivo di Düsseldorf, nel 1834 rassegnò le dimissioni. Nel 1835 assunse la direzione della Gewandhaus Orchestra di Lipsia. In tale posizione, promosse il recupero di autori e composizioni del passato come, pure, la diffusione della musica più recente – come la prima esecuzione della Sinfonia «Grande» di Franz Schubert, dietro impulso di Robert Schumann, nel 1839 – e coeva. Nel 1836 presentò l’oratorio Paulus op. 36 su libretto ricavato dal Nuovo Testamento, che contribuì a diffondere la sua reputazione internazionale. Nello stesso anno durante un soggiorno a Francoforte conobbe Cécile Jeanrenaud (1817-1853), che sposò il 28 marzo 1837 e da cui ebbe cinque figli: Carl (1838-1897), Marie (1839), Paul (1841-1880), Felix (1843), Lili (1845). Nel 1843 fondò il Conservatorio di Lipsia (l’attuale Hochschule für Musik und Theater «Felix Mendelssohn Bartholdy»), per i cui insegnamenti si avvalse della collaborazione di Schumann, Moscheles, dei violinisti Ferdinand David (1810-1873) e József Joachim (1831-1907) e del teorico Moritz Hauptmann (1792-1868). Nel corso di frequenti viaggi in Gran Bretagna, per le case editrici inglesi curò le prime edizioni critiche di Bach e Haendel; nel 1846, dietro commissione del Triennial Music Festival di Birmingham presentò in quella città l’oratorio Elias op. 70, su libretto proprio e del teologo Julius Schubring (1806-1889), nell’adattamento in lingua inglese (Elijas) di William Bartholomew (1793-1867).
L’attività frenetica e intensa portarono le sue condizioni di salute e nervose a logorarsi progressivamente. La morte della sorella Fanny, occorsa il 14 maggio 1847, ne provocò il definitivo tracollo. Sconvolto, colpito da una serie di infarti, Mendelssohn morì a Lipsia il 4 novembre dello stesso anno.
Il catalogo di Mendelssohn consiste, con poche eccezioni, in una ricca produzione strumentale. Oltre a quanto già citato, si segnalano le cinque Sinfonie op. 11, «Lobgesang» («Inno di lode») 52, «Schottische Sinfonie» («Scozzese») op. 56, «Italienische» («Italiana») op. 90, «Reformations-Sinfonie» («Riforma») op. 107; gli undici Concerti – segnatamente quello per violino e orchestra in mi minore, op. 64 – le Ouverture Die Hebriden («Le Ebridi») op. 26, Meerestille und Glückliche Fahrt («Calma di mare e felice viaggio») op. 27, Das Märchen von der schönen Melusine («La fiaba della bella Melusina») op. 32; quella per il dramma Ruy Blas, di Victor Hugo op. 95, come pure l’Ouverture e le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate shakespeariano. Inoltre, tredici Quartetti per archi, una nutrita quantità di lavori pianistici tra cui spiccano le 48 Romanze senza parole; l’Oratorio profano Die erste Walpurgisnacht («La prima notte di Valpurga») op. 60.
Nella musica di Mendelssohn la chiarezza cristallina delle strutture, di matrice bachiana, la classica coerenza di fraseggio appaiono coniugate a un senso del colore immaginoso, evocativo; e poste al sevizio di una concezione estetica in cui il Romanticismo trova voce nell’apertura verso dimensioni ulteriori, in un ordine superiore in cui tutto – anche l’intensità drammatica – è ricondotto a un aureo senso della misura.
Mendelssohn-Gesellschaft
https://www.mendelssohn-gesellschaft.de
Mendelssohn Gesellschaft Schweiz
http://mendelssohngesellschaft.ch
Mendelssohn Stiftung
https://www.mendelssohn-stiftung.de
The Mendelssohn Project
http://themendelssohnproject.de
Testi e traduzioni dei Lieder
http://www.lieder.net
Cronologia, catalogo e guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it
Maria Teresa Arfini, Felix Mendelssohn, Palermo, L’Epos, 2011
Renato Di Benedetto, Romanticismo e scuole nazionali nell’Ottocento, Torino, EDT, 20122
Lettere dall'Italia, a cura di Raoul Meloncelli, Torino, Fogola, 1983
Tendere alla perfezione. Lettere scelte e documenti, a cura di Claudio Bolzan, Varese, Zecchini, 2009
Lettere di Felix Mendelssohn-Bartholdy. 1830-1847, a cura di Carlo barassi, Firenze, Nabu Press, 2010
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