Cicognini, Giacinto Andrea

Data di nascita
1606
Data di morte
1650
Paese
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Stimato dai suoi contemporanei come uno tra i massimi poeti drammatici dell’epoca, Giacinto Andrea Cicognini nacque a Firenze nel 1606, figlio di Jacopo, a sua volta rinomato poeta e autore drammatico, e di Isabella Berti. A causa delle difficili condizioni economiche della famiglia, Cicognini fu costretto fin dalla tenera età a lavorare per procurarsi i mezzi necessari a provvedere alla propria formazione, come attesta, tra l’altro, la supplica inoltrata nel 1613 dal padre alla granduchessa Cristina di Lorena affinché aiutasse il figlio a trovare un impiego. Dopo aver denotato un precoce talento letterario, nel 1623 Cicognini ottenne un posto gratuito in collegio che gli permise di studiare legge all’Università di Pisa, dove si laureò il 16 novembre 1627. Fino al 1645 egli condusse in Toscana regolare attività di consulente legale del poeta e commediografo Giovanni Battista Ricciardi, dopodiché a partire dall’ottobre 1646 è documentata la sua presenza a Venezia in veste di segretario di Francesco Boldieri, appartenente all’Ordine dei cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

Accanto a tale attività professionale, Cicognini continuò a coltivare i propri interessi intellettuali diventando un attivo partecipe della vita culturale fiorentina: affiliato alle accademie degli Instancabili e degli Infiammati, intesse stretti rapporti con Gabriello Chiabrera ed ebbe modo di imparare lo spagnolo, come dimostra la sua profonda conoscenza della coeva produzione drammatica in lingua, in particolare di Calderón de la Barca e Tirso de Molina, di cui tradusse e adattò in italiano diversi titoli. A Venezia, Cicognini entrò in contatto con l’Accademia degli Incogniti e fu forse affiliato all’Accademia Delfica, due realtà coinvolte in maniera determinante nel sistema artistico e produttivo del teatro per musica veneziano, allora in fase di definizione.

Sebbene gli esordi di Cicognini come librettista fossero avvenuti già a Firenze, con il «dramma musicale» Celio (1646), fu a Venezia che egli si affermò come autore tra i più apprezzati dell’intero Seicento: tanto Giasone quanto Orontea, rappresentati entrambi nel 1649 con musiche, rispettivamente, di Francesco Cavalli e Francesco Lucio, furono ripresi in tutta Italia per alcuni decenni, in particolare L’Orontea conobbe una buona diffusione anche all’estero nella nuova messa in musica di Antonio Cesti. La stesura del libretto successivo, Gl’amori di Alessandro Magno e di Rossane, fu interrotta dalla morte improvvisa di Cicognini, che lo colse a Venezia tra la fine del 1650 e le primissime settimane dell’anno successivo; il «dramma musicale» fu completato da un poeta anonimo e debuttò sul palco del Teatro di SS. Apostoli il 24 gennaio 1651, con musiche di Francesco Lucio.

Autore prolifico e poliedrico, Cicognini ha lasciato una ricca produzione drammatica che spazia tra diversi generi e destinazioni, dalla traduzione e riadattamento di comedias spagnole, al teatro di parola, ai libretti per musica, al dramma sacro di argomento biblioco o agiografico. Attingendo a modelli disparati, come la commedia erudita cinquecentesca, il teatro comico spagnolo e la commedia dell’arte, Cicognini operò nei propri lavori una peculiare commistione tra registro comico e tragico e diede ampio spazio a colpi di scena, agnizioni, travestimenti, uso di macchinari per effetti spettacolari, espedienti che egli sapeva utilizzare in maniera funzionale all’interno di trame intricate e al limite del verosimile. Tali caratteristiche del suo stile, assieme alla ricchezza formale della versificazione, esercitarono un influsso fondamentale sul teatro musicale seicentesco e garantirono a Cicognini sia un ampio successo presso il pubblico a lui coevo, sia una duratura fama postuma.

Bibliografia
  • Barbara Maranini, Il comico nel tragico: I drammi per musica di Giacinto Andrea Cicognini. In: Commedia dell'arte e spettacolo in musica tra Sei e Settecento, a cura di Alessandro Lattanzi e Paologiovanni Maione, Napoli, Editoriale Scientifica, 2003, pp. 185-212.
  • Flavia Cancedda, Pazzia di Orlando nella produzione drammatica del Cicognini. In: Eroi della poesia epica del Cinque-Seicento, a cura di Maria Chiabò e Federico Doglio, Roma, Torre d'Orfeo, 2004, pp. 113-199. 
  • Michele Curnis, 'Vantaggioso patto toccar con gl'occhi e rimirar col tatto': Drammaturgia, poetica, retorica nel Giasone di G.A. Cicognini. «Musica e Storia», 12, 1 (2004), pp. 35-90.
  • Anna Tedesco, 'Scrivere a gusti del popolo': L'Arte nuevo di Lope de Vega nell'Italia del Seicento. «Il Saggiatore musicale», 13, 2 (2006), pp. 221-245.
  • Anna Tedesco, Il metodo compositivo di Giacinto Andrea Cicognini nei suoi drammi per musica veneziani. In: Il prisma di Proteo: Riscritture, ricodificazioni, traduzioni fra Italia e Spagna (sec. XVI–XVIII), a cura di Valentina Nider, Trento, Università di Trento, 2012, pp. 31-59.
  • Anna Tedesco, Cicognini's Giasone: Between Music and Theater. In: Readying Cavalli's Operas for the Stage: Manuscript, Edition, Production, a cura di Ellen Rosand, Fanrham, Ashgate, 2013, pp. 229-260.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GVI

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Modificato
05/01/2019

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