Improvvisazioni di cajón su ritmo di festejo
Pepe Villalobos Cavero, Koki Leturia, Juan Varillas
Nel video: tre cajoneros eseguono improvvisazioni sul ritmo del festejo, il più diffuso tra i ritmi neri del Perù. Soprattutto nei momenti di contrappunto tra due o tre cajones, si producono poliritmie complesse, sulla base nettamente in 6/8 del festejo. Il musicista sulla destra impiega una tecnica più variata, giocando su diversi effetti sia ritmici sia timbrici, come l’appoggio del piede sulla tavola, i glissati, e i differenti “tocchi” delle mani. La performance si svolge in un club musicale di Lima, specializzato nel folclore criollo e afroperuviano, gestito dal musicista José Villalobos (al centro, nel video).
Il cajón peruviano, o cajón criollo, è un idiofono costituito da un semplice parallelepipedo di legno – appunto una “cassa” – che misura circa 50 cm di altezza, 30 di larghezza e 25-30 di profondità, con un foro per l’emissione del suono nella parte posteriore. La parte anteriore, che viene percossa con le mani dall’esecutore seduto sullo strumento, presenta uno spessore ridotto (4-5 mm.) e solitamente non è fissata al corpo lungo il suo lato lato superiore, in modo da produrre una ulteriore vibrazione. Dispone di due principali sonorità: suoni gravi, ottenuti percuotendo con una parte del palmo la fascia centrale-superiore della tavola, e i suoni acuti, ottenuti dalla zona più vicina al bordo superiore, percossa con le dita. A differenza di quello oggi impiegato nel flamenco spagnolo, il cajón peruviano normalmente non viene preparato con cordiere o altri dispositivi vibranti al suo interno.
Come molti altri strumenti idiofoni afroamericani (cajita, quijada, checo), che presenta analogie con il cajón), il cajón nasce per rimpiazzare con oggetti di facile reperimento i tamburi di origine africana, proibiti agli schiavi per ridurne la resistenza culturale e facilitarne l'integrazione nella società schiavista della colonia. Tanto in Perù come a Cuba (dove esiste una diversa variante del cajón), si utilizzarono le casse di legno impiegate per lo stoccaggio della frutta, del pesce, ecc. Il suo uso si popolarizzò verso la metà dell’800 e divenne comune nella musica criolla, in generi come il vals e la marinera. Oggi è lo strumento simbolo dell’identità musicale afroperuviana. Verso il 1980, il chitarrista spagnolo Paco de Lucía lo introdusse nel flamenco con grande successo, favorendone una diffusione internazionale, al di fuori del contesto e dei generi musicali di origine.
cajón peruviano (3)
Bibliografia
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William David Tompkins, Afroperuvian traditions. In The Garland Handbook of Latin American Music, a cura di D. Olsen e D. Sheehy, Routledge, 2007, pp. 474-48
Risorse web
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