Jooss, Kurt
Kurt Jooss. Fonte: wikipedia.org
Kurt Jooss nacque a Wasseralfingen, in Germania, nel 1901. Dopo aver studiato musica presso il Conservatorio di Stoccarda, si formò con Rudolf Laban, del quale divenne uno dei più importanti collaboratori contribuendo all’elaborazione della Labanotation. Nel 1924 assunse la posizione di maestro di ballo all'Opera di Münster e fondò il gruppo Die Neue Tanzbühne che tra i suoi membri annoverava Aino Siimola, ballerina estone che diverrà sua moglie, Sigurd Leeder, Frieda Holst, Yvonne Georgi e il compositore Frederick Cohen. I suoi primi lavori, quali Ein Persisches Märchen (1924), Der Dämon (1925) e Tragödie (1926), furono caratterizzati da tratti espressionisti e manifestarono la sua predilezione per temi morali. Nel 1925 aprì con Sigurd Leeder a Münster una scuola basata sui principi di Laban e l’anno successivo si recò a Parigi per studiare tecnica accademica con Lubov Egorova. Nel 1927 diventò direttore della Folkwang Schule di Essen e nel 1928 organizzò il secondo congresso dei ballerini tedeschi, al quale parteciparono Laban, che per la prima volta presentò in pubblico il suo sistema di notazione, e Mary Wigman. In seguito fondò il Folkwang Tanztheater, compagnia per la quale creò Drosselbart (1929), Zimmer n. 13 (1929), Pavane (1929), Petrushka (1930) e Gaukelei (1930). Nel 1929 assunse la direzione della scuola di Laban a Essen e si sposò con Aino Siimola, dalla quale ebbe due figlie: Anna, che seguì la strada dei genitori, e Christina. Ingaggiato all'Opera di Essen per dirigere la compagnia di danza nel 1930, continuò a dedicarsi alla propria compagnia che cambiò nome in Folkwang Tanzbühne, dove creò balletti come Le Bal (1930), Coppélia (1931) e Pulcinella (1932). Nel 1932 partecipò al Concorso di coreografia indetto a Parigi dagli Archives Internationales de la Danse Rolf de Maré dove vinse il primo premio con Der Grüne Tisch, divenuto il suo manifesto coreografico. Quando il nazionalsocialismo salì al potere, Jooss fu sollecitato a licenziare due suoi ballerini e il compositore Cohen perché ebrei. Contrario a tutto ciò che il nazismo rappresentava, lasciò la Germania e si trasferì a Dartington, in Inghilterra, dove aprì la scuola di danza Jooss-Leeder e i Ballets Jooss. La compagnia, all’interno della quale si distinse il danzatore Hans Züllig, intraprese nel corso degli anni varie tournée in Europa e negli Stati Uniti. Tra i lavori creati in questo periodo i più celebri furono Ballade (1935), The Mirror (1935), A Spring Tale (1939), Chronica (1939), una nuova versione de Il figliol prodigo (1939), Company at the Manor (1943) e Pandora (1944). Durante la seconda guerra mondiale non poté seguire la propria compagnia in America essendo di nazionalità tedesca e fu internato in Inghilterra. Diversi importanti personaggi della cultura inglese, in particolare sua moglie, intervennero energicamente per ottenere la sua liberazione e nel 1947, dopo quasi quindici anni di residenza, conseguì la cittadinanza britannica. Nel 1947, scioltasi la compagnia, si recò in Cile dove mise in scena alcuni suoi lavori per il Ballet nacional chileno, fondato qualche anno prima da un suo allievo. In seguito tornò a Essen per assumere la direzione della Folkwang Schule, dove si formarono importanti esponenti del Tanztheater degli anni Settanta e Ottanta come Pina Bausch. Nel 1951 rilanciò la propria compagnia con il nome di Folkwang Tanztheater, creandovi Colombinade (1951), Weg im Nebel (1952) e Nachtzug (1952). Nel 1954 fu nominato maestro di ballo all’Opera di Düsseldorf dove coreografò una nuova versione di Perséphone, allestita già nel 1934. Alcune importanti commissioni che Jooss realizzò durante questo periodo furono The Fairy Queen (1959), Castor and Pollux (1962) e Dido e Aeneas (1966) per il Festival di Schwetzingen e La rappresentazione di Anima e di Corpo (1968) per il Festival di Salisburgo. Dopo la morte della moglie avvenuta nel 1971, Jooss si ritirò in Baviera ma continuò a curare gli allestimenti dei suoi lavori in tutto il mondo avvalendosi della collaborazione della figlia Anna. Jooss morì a Heilbronn, dopo un incidente automobilistico, il 22 maggio 1979.
Kurt Jooss occupa un posto d’eccezione all’interno della danza tedesca poiché, contrariamente alla linea wigmaniana, si propose e realizzò una sintesi tra la danza classica e quella moderna in lavori di stampo teatrale. Il suo stile coreografico mira a liberare la tecnica accademica dalle sue sovrastrutture virtuosistiche ed estetizzanti per realizzare una danza che sia rappresentazione delle verità più profonde. La sua metodologia, elaborata insieme a Sigurd Leeder, è ancora oggi conosciuta come tecnica Jooss-Leeder.
Bengt Häger, Jooss, Kurt, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998
Ann Hutchinson Guest, The Green Table: The Labanotation Score, Text, Photographs and Music, New York, Routledge, 2002
Silvana Sinisi, All’insegna dell’arte totale. Teatrodanza e arti visive nell’espressionismo tedesco, in AA.VV., Tanztheater, dalla danza espressionista a Pina Bausch, Roma, Di Giacomo, 1982
Suzanne Walther, The Dance of Death: Kurt Jooss and the Weimar Years, New York, Routledge, 1994
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