Karsavina, Tamara
- Disegno di Paul Charles Delaroche, Tamara Karsavina e Vaclav Nižinskij tratto da Gallica BnF.
- Tamara Karsavina, fotografia dell’Agenzia fotografica Rol (1921), tratta da Gallica BnF.
- Tamara Karsavina nel ruolo della giovane ragazza in Le Dieu bleu, leggenda hindu in un atto, coreografia di Michel Fokin. Fotografia di Waléry (1912) fonte Gallica BnF.
- Tamara Karsavina nel ruolo di Mariuccia in Les Femmes de Bonne Humeur, fotografia di Foulsham & Banfield (1919) tratta da Gallica BnF.
Tamara Platonovna Karsavina nacque a San Pietroburgo. Figlia di Platon Karsavin, primo ballerino e mimo al teatro Mariinskij, fu incoraggiata dalla madre a prendere lezioni di danza da una amica di famiglia, Madame Joukova, ossia Vera Žukova, che era stata danzatrice al Mariinskij; in seguito, nonostante l'iniziale opposizione, fu il padre stesso a farle da insegnante.
Nel 1894 Karsavina fu ammessa alla Scuola imperiale di ballo. Prima di entrare a far parte della classe di Pavel Gerdt, studiò con Aleksander Gorsky, assistente di Marius Petipa, che lei ricorda come insegnante di pantomima.
Il suo debutto ufficiale avvenne nel 1902 in Javotte. Con il tempo cominciarono ad affidarle ruoli da protagonista sempre più impegnativi in balletti come, ad esempio, Les Ruses d'amour (L'Epreuve de Damis), o Graziella, per i quali cercò di trovare un suo personale approccio all'interpretazione.
Nel 1905, a causa di un malore, le fu consigliato di recarsi in Italia (andò a Roncegno nel Trentino) e, dopo il periodo di cure, approfittò del suo soggiorno italiano per andare a Milano e studiare con Caterina Beretta, come avevano già fatto le ballerine Vera Trefilova e Anna Pavlova. All'inizio il metodo della stella della Scala risultò molto più duro rispetto a quello a cui era abituata in patria, ma grazie ad esso Karsavina acquistò una maggiore resistenza nel fisico e un miglioramento del fiato.
Nel 1907, grazie alla parte di Medora in Le Corsaire, ottenne un successo clamoroso che le spianò la strada per il suo futuro da prima ballerina. Preparò il ruolo con una danzatrice del Mariinskij del periodo Petipa, Evgenia Sokolova, che le consigliò di lasciarsi ispirare dal poema di Byron che si legava solo vagamente alla storia del balletto, ma che poteva aiutarla a creare un'idea più precisa del personaggio. Il successo che ottenne Karsavina grazie a questa interpretazione le concesse di usufruire di tutti i privilegi di una Prima Ballerina (titolo che ottenne solo nel 1910) e di conquistarsi l'amicizia del famoso critico Valerian Svetlov, che fino ad allora le era sempre stato abbastanza ostile.
L'influenza maggiore sullo sviluppo artistico della Karsavina la esercitò, però, il coreografo Michel Fokine. La loro collaborazione artistica si fondava sulla condivisione degli stessi ideali. Karsavina, infatti, sostenne Fokine quando, nel corso della rivoluzione d'ottobre del 1905, egli fu a capo di una delegazione di danzatori che chiedeva una riforma della costituzione e appoggiava le idee del coreografo per la creazione del “nuovo balletto” che si basasse sulla verità drammatica, sia nella coreografia sia nelle scene. Fokine, invece, aveva trovato in Karsavina l'interprete ideale dei suoi balletti. La loro collaborazione, quindi, incominciò già a San Pietroburgo a inizio Novecento, ma il culmine lo raggiunse nel corso delle stagioni dei Ballets Russes, per i quali furono fortemente voluti e scritturati dall'impresario Sergei Pavlovich Diaghilew già per la prima stagione parigina del 1909.
Fokine creò per la Karsavina il ruolo della Ballerina in Petroushka, quello della crudele e imperiosa Thamar, la regina in Le Coq d'Or, che Karsavina dichiarò essere il suo preferito, e della Giovane Ragazza in Le Spectre de la Rose, nonché quello dell'Uccello di fuoco nel balletto omonimo.
La Karsavina, pur impegnata a tempo pieno nelle stagioni parigine, continuò a mantenere anche i suoi impegni all'interno del Mariinskij, fino a quando non abbandonò la Russia, definitivamente, nel 1918. Tra i balletti che interpretò sul palcoscenico del teatro imperiale ci furono Il risveglio di Flora, Il cavallino gobbo, Il Lago dei cigni, Le Corsaire, La Bella addormentata, Giselle, Raymonda e la Bayadére, l'ultimo balletto nel quale si esibì al Mariinskij, il 15 maggio 1918.
Karsavina faceva anche continue tournée in giro per l'Europa esibendosi in spettacoli-concerto, ma ogni tanto tornava nella compagnia di Diaghilew, come nel 1926 quando ballò con Serge Lifar in Roméo et Juliette, o nel 1929, per l'ultima stagione dei Ballets Russes, a Londra.
Karsavina si ritirò dalle scene nel 1931. In seguito, si esibì solo come ospite in alcuni spettacoli a sostegno dell'appena nata compagnia Ballet Rambert.
Dallo scoppio della Seconda Guerra mondiale Karsavina e suo marito vissero a Londra, dove lei incominciò a insegnare. Preparò Margot Fonteyn nel 1942 per il ruolo ne Le Spectre de la Rose e, nel 1954, Fonteyn e Michael Somes per L'Oiseau de feu.
Aiutò a creare uno speciale programma per il corso di formazione all'insegnamento della Royal Academy of Dance, scuola di cui la Karsavina era vice presidente. Inoltre, trasmise e tenne conferenze in memoria di Diaghilew e sull'arte della pantomima. Scrisse molti articoli sulla tecnica del balletto.
L'ultimo grande contributo di Karsavina al balletto fu quello di insegnare la scena mimica di Lise, personaggio protagonista de La Fille Mal Gardée, a Frederick Ashton che la inserì nella sua versione coreografica.
Morì il 26 maggio 1978 a Beaconsfield vicino Londra.
Documenti di Tamara Karsavina conservati presso la Royal Academy of Dance:
https://www.rad.org.uk/more/library/library-catalogue-1/tamara-karsavina-collection
Mary Clarke, Karsavina, Tamara, in International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press, 1998, vol. 3, pp. 655-657.
Akim Volynsky, Ballet's Magic Kingdom Selected Writings on Dance in Russia, 1911-1925, ed. by Stanley J. Rabinowitz, New Haven - London, Yale University Press, 2008.
Gennady Smakov, I grandi danzatori russi, a cura di Sergio Trombetta, Roma, Gremese, 2004.
Tamara Karsavina pubblicò le sue memorie nel 1930 con il titolo Theatre Street: the reminiscences of Tamara Karsavina. With a forew. by J.M. Barrie, London, Heinemann, 1930 che furono tradotte, l'anno successivo, in francese con il titolo Les souvenirs de Tamar Karsavina, Paris, Plon, 1931.
Si può leggere l'edizione del 1961 a questo link: https://archive.org/details/theatrestreetthe010053mbp
Altre pubblicazioni della Karsavina: Ballet Technique: A Series of Practical Essays, London, Adam and Charles Black, 1956; Ead., Classical Ballet: The Flow of Movement, London, Adam and Charles Black, 1962.
Articoli della Karsavina sulla rivista «The Dancing Times»:
Ead., The Influence of Djagilev on Ballet in England, in «The Dancing Times»,October 1935, pp. 13-19.
Ead., British Ballet in the Twentieth Century, in «The Dancing Times», August1949, pp. 623-626.
Ead., Mimetic Action. Old and New, in «The Dancing Times», January 1948, pp. 185-187.
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