Bruckner, Anton
Joseph Anton Bruckner nacque il 4 settembre 1824 ad Ansfelden, primogenito degli undici figli di Theresia Helm (1801-1860) e Anton senior (1791-1837), maestro di scuola. La propensione per la musica manifestata da Anton durante l’infanzia spinse il padre – cantore, organista e violinista – a impartirgli l’insegnamento dei primi rudimenti musicali sull’organo della parrocchia. Nel 1835 Anton andò a vivere presso il cugino Johann Weiss, organista, con cui approfondì la propria formazione musicale, iniziando lo studio dell’armonia e del contrappunto. Dovette però rientrare precipitosamente dopo che, nel dicembre del 1836, il padre contrasse una grave polmonite che l’avrebbe condotto alla morte nel giugno 1837. Anton fu allora affidato a Michael Arneth (1871-1854), priore della vicina abbazia di Sankt Florian. Qui, oltre alla formazione scolastica regolare, ebbe modo di proseguire quella musicale: studiò teoria e contrappunto con Michael Bogner, armonia con Edward Kurz, organo con Anton Kattinger (1798-1852), organista titolare dell’abbazia. Nell’ottobre 1840, terminati gli studi a Sankt Florian e intenzionato a seguire le orme del padre, si trasferì a Linz per conseguire la licenza di maestro elementare, che ottenne nell’estate del 1841. Successivamente, trascorse alcuni anni spostandosi da un centro all’altro per esercitare la propria professione, continuando nel frattempo a perfezionare autonomamente gli studi musicali. Nel 1845 ottenne una cattedra presso la scuola parrocchiale di Sankt Florian, dove riprese gli studi con Bogner e Kattinger. Nel 1849 quest’ultimo fu trasferito a Linz, e Bruckner fu chiamato a subentrargli nell’incarico di organista: prese dapprima servizio come sostituto per ottenere poi, nel 1851, la nomina a titolare. Nel 1852 sottopose alcuni saggi delle sue composizioni al parere di Ignaz Assmayer (1790-1862), maestro di cappella presso la corte viennese, ricevendone un parere recisamente negativo che lo gettò nello sconforto. Intenzionato ad abbandonare la musica, fu convinto a perseverare dall’amico Schaarschmidt, consigliere del tribunale di Linz. Si rifugiò allora nella composizione. Nell’ottobre del 1854 fu a Vienna per sostenere un esame di esecuzione organistica: sottoposto al giudizio dello stesso Assmayer che lo aveva biasimato due anni prima, ne ricevette ora le lodi e un certificato che ne attestava le eccellenti capacità. L’anno successivo, nel 1855, tornò a Vienna per incontrare Simon Sechter (1788-1867), teorico, organista di corte e docente presso il locale Conservatorio, che lo incoraggiò a coltivare il proprio talento e lo invitò a riprendere gli studi sotto la sua guida. Rincuorato, sul finire del 1855 Bruckner partecipò al concorso per la nomina a organista titolare della cattedrale di Linz, superandolo brillantemente e ottenendo il posto. Nel periodo che seguì, Bruckner si divise tra la carriera di organista e il perfezionamento degli studi: dopo aver superato due ulteriori esami di esecuzioni organistica, a Vienna nel 1758 e nel 1759, nel 1861 conseguì il diploma di maestro di musica presso il Conservatorio di quella città. Deciso a dedicarsi alla composizione, a partire dallo stesso anno fino al 1863 si perfezionò con Otto Kitzler (1834-1915), direttore stabile del teatro d’opera di Linz, con cui approfondì la conoscenza delle tendenze musicali più recenti: in particolare la produzione di Hector Berlioz, Richard Wagner, Franz Liszt, nei quali avrebbe trovato i suoi modelli estetici di riferimento. Con tutti e tre avrebbe in seguito iniziato una frequentazione diretta: conobbe Wagner e Liszt – al quale lo avvicinava la condivisione della profonda fede cattolica – nel 1865, Berlioz nel 1866.
Nonostante le crescenti conferme ricevute in ambito professionale, nel 1867 Bruckner – in difficoltà nei rapporti sociali per via di un’indole introversa e di un’estrema fragilità emotiva – soffrì di un grave esaurimento nervoso, che lo costrinse a un ricovero presso il centro di Bad Kreuzen e a un periodo di riposo forzato. Nell’estate del 1868 ricevette la nomina a insegnante di armonia, contrappunto e organo presso il Conservatorio di Vienna e quella di organista di corte; si trasferì allora a Vienna, dove trascorse gli anni successivi dividendosi tra l’attività didattica e la composizione, con le parentesi di due esperienze all’estero, in veste di concertista, che contribuirono ad accrescere la sua fama internazionale: nel 1869 fu protagonista di una serie di esibizioni in Francia, nel 1871 – anno funestato dal dolore per la scomparsa dell’amata sorella Nani – in Gran Bretagna. A dispetto del consenso ottenuto all’estero, al rientro a Vienna Bruckner si trovò a fronteggiare un ambiente spesso ostile, a motivo dell’adesione da parte sua all’estetica wagneriana: Bruckner subì l’opposizione e gli attacchi di Johannes Brahms e dei sostenitori di quest’ultimo, in particolare Eduard Hanslick (1825-1904), docente di storia della musica presso il Conservatorio viennese e critico musicale. Nel 1875 Bruckner ricevette in affidamento, a titolo gratuito, la cattedra di armonia e contrappunto presso l’Università di Vienna; qui ebbe tra i suoi allievi Felix Mottl (1856-1911), i fratelli Joseph (1857-1900) e Franz Schalk (1863-1931), Rudolf Krzyzanowski (1859-1911), Gustav Mahler, Hugo Wolf (1860-1903), Ferdinand Löwe (1865-1925).
Negli stessi anni Bruckner concentrò la sua attività di compositore sul corpus delle Sinfonie, le cui esecuzioni viennesi, però, incontrarono accoglienze per lo più fredde. A richiamare una crescente attenzione intorno a Brucker, e il progressivo riconoscimento del suo talento di compositore, furono le esecuzioni della sua musica che ebbero luogo a partire da quel periodo in territorio germanico, a opera di direttori come Arthur Nikish e Hans von Bülow (1830-1894). Dalla metà degli anni Ottanta anche a Vienna le esecuzioni di musiche bruckneriane si intensificarono; il musicista poté godere di una sempre maggior considerazione e di un ambiente progressivamente più disteso, al punto da rendere possibile, nel 1889, la riconciliazione – se non un avvicinamento – nei confronti di Brahms. Le sue condizioni di salute di fecero però via via più delicate, minate da frequenti crisi depressive, dalla solitudine e dalle frustranti difficoltà costantemente incontrate nel tentativo di affrontare la vita sociale. Morì nella sua casa di Vienna, mentre era intento alla composizione, l’11 ottobre 1896.
Al centro della produzione di Anton Bruckner è il corpus delle Sinfonie. Questo comprende, oltre ad alcuni lavori rifiutati dall’autore – in particolare, quelli successivamente catalogati come Sinfonia n. 0 (1869) e la giovanile n. 00 (1863) – n. 1 (1866, rivista nel 1877 e nel 1891), n. 2 (1872, rivista negli anni 1873, 1876, 1877, 1892), n. 3 (1873, rivista nel 1874, 1876, 1877, 1889), n. 4 «Romantica» (1874, drasticamente rivista nel 1878 e, ancora, nel 1881), n. 5 (1876, rivista nel 1788), n. 6 (1881), n. 7 (1883, rivista nel 1855), n. 8 (1884, rivista nel 1890), l’incompiuta n. 9 – spesso completata con l’integrazione del Te Deum (1884). Quello della musica sacra costituisce l’altro ambito di spicco nella produzione bruckneriana: la suo interno si segnalano in particolare il Requiem (1849), la Missa solemnis (1854), le intonazioni dei Salmi 114 (1852), 22 (1852 circa), 146 (1856 circa), 112 (1863), 150 (1892), le tre Messe composte nel periodo della maturità (n. 1, 1864, rivista nel 1876 e nel 1892; n. 1, 1866-1869, rivista nel 1876 e nel 1882; n. 3, 1868, rivista a più riprese fino al 1893).
Lo stile di Bruckner appare caratterizzato da una concezione incline a uno straordinario titanismo in cui le istanze per una melodia infinita di marca wagneriana si coniugano con il carattere mistico dell’ispirazione, determinando una tensione verso l’assoluto che trova espressione nella costruzione di forme in continua espansione, articolate in una germinazione di strutture innestate l’una sull’altra. Si tratta di un linguaggio in gran parte mutuato da quello tipicamente organistico e dalla tecnica di improvvisazione propria di quest’ultimo: la successione degli episodi, come pure la costruzione delle fasi di sviluppo appaiono organizzate per blocchi giustapposti; e, similmente, l’orchestrazione e l’impiego del colore denunciano una concezione esemplificata sull’alternanza dei registri dell’organo.
Sito dedicato ad Anton Bruckner a cura di John F. Berky
https://www.abruckner.com
Anton Bruckner Institut, Linz
http://www.abil.at
Pagina dedicata ad Anton Bruckner sul sito Gustav-Mahler.eu
https://www.gustav-mahler.eu/index.php/personen-2/422-bruckner-anton-1824-1896
Cronologia, catalogo e guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it
Sergio Martinotti, Bruckner, Torino, EdT, 2003
Alberto Fassone, Bruckner. La personalità e l’opera, Lucca, LIM, 2005
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