Berg, Alban
- Alban Berg, fotografia di Georg Fayer (1892-1950), marzo 1927. Österreichische Nationalbibliothek, Bildarchiv, Pb 580.555-F 293.
Alban Maria Johannes Berg nacque il 9 febbraio 1885 a Vienna da Johanna Braun (1851-1926) e Conrad (1846-1900). La famiglia comprendeva altri tre figli: Hermann (1872-1921), Charly (1881-1952), Smaragda (1886-1954). Alban si avvicinò alla musica da autodidatta intorno ai quindici anni, quando cominciò a cimentarsi con la composizione. Nello stesso periodo ebbe una relazione con Marie Scheuchl (1870-1945), domestica presso la sua famiglia; nel 1902 ne ebbe una figlia, Albine (1902-1954). Nel 1904 Berg iniziò a svolgere studi regolari presso l’istituto «Schwarzwald» di Mödling, dove divenne allievo di Arnold Schönberg; con quest’ultimo proseguì poi privatamente gli studi di teoria musicale, armonia, contrappunto e quindi – una volta presa la risoluzione, nel 1906, di dedicarsi alla musica a tempo pieno –, dal 1907 al 1911, composizione. Come l’amico e compagno di studi Anton Webern, Berg fece propria la poetica di Schönberg e abbracciò le tecniche di composizione basate sull’emancipazione dal sistema tonale e l’adozione di quello dodecafonico. Durante gli anni di formazione cominciò a frequentare l’ambiente culturale viennese, entrando in contatto con gli esponenti delle tendenze intellettuali e artistiche più avanzate: strinse amicizia con i compositori Alexander von Zemlinsky (1971-1942) e Franz Schreker (1878-1934), lo scrittore Karl Kraus (1874-1936), il poeta Peter Altenberg (Richard Engländer, 1859-1919), il pittore Gustav Klimt (1862-1918), l’architetto Adolf Loos (1870-1933). Nel 1906 conobbe la cantante Helene Nahowski (1885-1976), con cui avviò una relazione sentimentale; nonostante le resistenze della famiglia di lei, la sposò Il 3 maggio 1911. Con Schönberg divise, oltre che le scelte poetiche, gli scandali: il 13 maggio 1913 prese parte con due dei suoi Altenberg Lieder alla serata organizzata da Schönberg presso la Società dei concerti di Vienna per presentare al pubblico le nuove tecniche di composizione; l’esecuzione scatenò un tumulto tale da provocarne l’interruzione.
In seguito allo scoppio della prima Guerra mondiale, dal 1915 al 1918 Berg prestò servizio nell’esercito austro-ungarico. Allo stesso tempo, cominciò a lavorare alla composizione della sua prima opera, Wozzeck, che avrebbe portato a termine nel 1922. Al termine delle ostilità, ritornato a Vienna, lavorò come insegnante privato e collaborò con Schönberg alla gestione della Società per le esecuzioni musicali private, fondata dal maestro nel 1918 per promuovere la diffusione della nuova musica. Nel 1924 Berg riuscì a fare eseguire tre estratti da Wozzeck, ottenendo un primo riconoscimento pubblico, coronato l’anno successivo dalla prima esecuzione dell’opera, avvenuta a Berlino sotto la guida di Erich Kleiber e accolta favorevolmente. Intraprese allora la composizione di una nuova opera, Lulu.
Con l’ascesa al potere di Adolf Hitler (1889-1945) e del regime nazifascista, Berg incontrò sempre maggiori difficoltà a far eseguire la sua musica nei territori di cultura tedesca. In quanto seguace dell’ebreo Schönberg, al principio degli anni Trenta vide le sue composizioni inserite nella lista della «musica degenerata» e messe al bando. Nel 1932 si trasferì insieme alla moglie presso la villa «Waldhaus», sulla riva del fiume Wörthersee, presso Schiefling am See, in Carinzia. In condizioni economiche sempre più difficili, Berg interruppe il lavoro sulla partitura di Lulu, per dedicarsi a soddisfare la provvidenziale commissione da parte del violinista Louis Krasner (1903-1995) di un Concerto per il suo strumento, completato nel 1935 con la dedica «alla memoria di un angelo»: Manon Gropius, figlia dell’architetto Walter Gropius (1883-1969) e della vedova di Gustav Mahler, Alma Schindler (1879-1964).
Sul finire del 1935 Berg contrasse la setticemia in seguito a una puntura d’insetto, subita nel mese di novembre e mal curata. Morì il 24 dicembre.
Le prime prove di Berg appaiono riferibili a un’estetica d’ambito tardoromantico; in questa fase iniziale si segnala in particolare la già matura Sonata per pianoforte op. 1. Del periodo successivo, segnato dal superamento dei vincoli tonali tradizionali, spiccano il Quartetto per archi op. 3 (1910) e i cinque Lieder su testi tratti da cartoline di Peter Altenberg op. 4 (1912) e i quattro Pezzi per clarinetto e pianoforte op. 5 (1913), il Concerto da camera per violino pianoforte, violino e 13 fiati op. (1925), i tre Pezzi per orchestra op. 6 (1914, rivisti nel 1929). Alla piena adesione alla tecnica dodecafonica appartengono i capolavori più maturi: la Lyrische Suite per quartetto d’archi («Suite lirica», 1926), ; le opere, su libretti dello stesso compositore, Wozzeck op. 7 (1925) e Lulu, la cui orchestrazione, portata a termine dall’autore solo per i primi due dei tre atti, fu completata da Friedrich Cerha (1926) per la prima esecuzione integrale del 1937; il Concerto per violino «Dem Andenken eines Engels» («alla memoria di un angelo», 1935).
Nel linguaggio musicale di Alban Berg, l’adesione alla poetica della tecnica dodecafonica si sposa con elementi di continuità con la tradizione quali l’acceso lirismo – deformato all’occorrenza nei tratti dolorosi di un’espressività tesa e stralunata – delle linee melodiche e la tendenza a stabilire rapporti privilegiati all’interno del tessuto armonico. Un ulteriore elemento caratterizzante dello stile del compositore è rappresentato, inoltre, dall’organizzazione del materiale musicale in architetture formali ampie e complesse, raffinatamente articolate.
Alban Berg Stiftung
http://www.absw.at
Pagina dedicata ad Alban Berg sul sito gustav-mahler.eu
http://www.gustav-mahler.eu
Cronologia della vita e delle composizioni, guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it
Graziella Seminara, Alban Berg, Palermo, L’Epos, 2012
The Cambridge Companion to Berg, a cura di Anthony Pople, Cambridge, Cambridge University Press, 1997
Guido Salvetti, La nascita del Novecento, Torino, EDT, 20133
Suite lirica. Scritti, a cura di Anna Maria Morazzoni, Milano, il Saggiatore, 1995
Theodor W. Adrono, Alban Berg, Sii fedele. Corrispondenza 1925-1935, a cura di Henri Lonitz, Milano, Archinto, 2016
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