Galilei, Vincenzo
Vincenzo Galilei nasce a Firenze nel 1533 da una famiglia nobile della città. Il suo maestro è Gioseffo Zarlino a Venezia, con cui, in anni successivi, si troverà in contrasto a causa di radicali divergenze teoriche. Galilei, celebre infatti oggi per i suoi lavori teorici, è all'epoca estremamente popolare, invece, come liutista e violista oltre che come compositore di musiche per voce e strumentali. Non vi è alcuna prova che Zarlino sia stato maestro di Galilei nella viola e nel liuto ed è più probabile che egli abbia imparato a suonarli a Firenze, dove tali strumenti vengono praticati con esperienza da musicisti quali Giulio Caccini e Scipione della Palla. Galilei trascorre la sua vita intera a Firenze dove la corte dei Medici rappresentava uno dei principali centri culturali d'Italia. Nel 1562 si sposa con Giulia Venturi degli Ammannati da cui nasce Galileo Galilei due anni dopo, nel 1564, quando la coppia si trasferisce a Pisa. Lo stile compositivo di Galilei è strettamente legato all'uso del contrappunto, utilizzato per la realizzazione di due libri di madrigali a quattro e cinque voci realizzati tra il 1574 e il 1587. Meno rigorosa da un punto di vista contrappuntistico è la sua scrittura per liuto che si concretizza in un volume di intavolature per liuto pubblicato nel 1563 e accompagnato, nel 1568, da un dialogo contenente istruzioni sulle tecniche per intavolare non solo questo strumento, ma diversi altri. La ricerca teorica galileiana intrapresa soprattutto tra il 1570 e il 1580 è incentrata prevalentemente sul trattamento della consonanza e della dissonanza ottenendo, inoltre, importanti risultati scientifici nello studio della vibrazione delle corde e della produzione del suono. Il contrappunto galileiano si evolve dalla rigida polifonia verso la monodia accompagnata e trova una sua esplicazione teorica e giustificazione storica nell'opera Dialogo della musica antica et della moderna, dedicato a Giovanni de' Bardi, pubblicato nel 1581. Nel corso del dialogo Galilei cerca di dimostrare che la polifonia affonda le sue origini nella barbarie mentre la monodia è identificata con la nobiltà della classicità greca. Come dimostrazione pratica delle speculazioni teoriche del suo trattato il compositore realizza alcune opere monodiche accompagnate, alcune su testi di Dante Alighieri e altre su frammenti della Lamentazioni di Germania e su testi liturgici. Galilei diviene così iniziatore del movimento di innovazione stilistica che porta dall'utilizzo del contrappunto polifonico a quello della monodia accompagnata, seguito da importanti intellettuali e compositori quali Giovanni de' Bardi, Jacopo Peri e Giulio Caccini. La disputa con Zarlino risale agli ultimi anni della sua vita quando pubblica, in difesa delle sue ragioni circa le teorie di Pitagora e Tolomeo, il Discorso intorno alle opere di Messer Gioseffo Zarlino da Chioggia nel 1589. Vincenzo Galilei muore a Firenze nel 1591.
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- Carla Bromberg, La Musica come Scienza nell'opera di Vincenzo Galilei, tesi di dottorato, Università Catolica de São Paulo (Brasile), 2009
- Daniel Pickering Walker, Vincenzo Galilei e Zarlino, in La Musica Nella Rivoluzione Scientifica Del Seicento, Problemi e Prospettive: Serie Di Musica e Spettacolo, Bologna, Società Editrice Il Mulino, 1989
- Giuliana Montanari, Ricostruire La Prassi Antica per Rinnovare Quella Moderna: Il Dialogo Di Vincenzo Galilei, «Hortus Musicus» VI/24, 2005, pp. 242 - 45
- Fabio Fano, La Camerata fiorentina: Vincenzo Galilei, 1520?-1591, la sua opera d'artista e di teorico come espressione di nuove idealità musicali, Milano, Ricordi, 1934
- Don Harrán, Sulla genesi della famosa disputa fra Gioseffo Zarlino e Vincenzo Galilei: un nuovo profilo, «Nuova Rivista Musicale Italiana», XXI/3, 1987, pp. 467 - 75
- Vincenzo Galilei, Dialogo / di Vincentio / Galilei nobile / fiorentino / della musica antica / et dell moderna, Firenze, Giorgio Marescotti, 1581
- Vincenzo Galilei, Discorso / di Vincenzo / Galilei / nobile fiorentino, / intorno all'opere / di Messer Gioseffo Zarlino da / Chioggia, Firenze, Giorgio Marescotti, 1589
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