Canto e ballo sul tamburo in stile nocerino-sarnese (tammurriata nocerino-sarnese)

  1. L'anziano cantatore Giovanni del Sorbo (detto zì Giannino) di Scafati.
  2. Un momento della processione della Madonna delle Galline a Pagani.
  3. Un tosello della Madonna delle Galline a Pagani, accompagnato da suonatori e cantatori.
Genere
Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Anno di registrazione
2013
Video di presentazione

Descrizione

Nell’ambito del canto e ballo sul tamburo campano, un altro stile areale abbastanza riconoscibile è quello che caratterizza l’area dell’agro nocerino-sarnese, ovvero quell'area geografica della Campania situata nella piana del fiume Sarno, a metà strada tra Napoli e Salerno, racchiusa a nord-est dai monti Picentini (che la separano dalla provincia di Avellino), confinante a nord-ovest con il nolano e il vesuviano, e a sud con la barriera naturale dei monti Lattari. Fanno parte dell’area comuni come Scafati, Pagani, Nocera Inferiore e Superiore, San Marzano sul Sarno e tanti altri, tutti facenti parte della provincia di Salerno. Le feste mariane principali di riferimento dell’area, durante le quali viene eseguito il canto e ballo sul tamburo, sono in particolare due. La prima è la festa della Madonna dei Bagni di Scafati (Sa) che si svolge nel periodo dell’Ascensione e i cui momenti centrali sono il mercoledì prima dell’Ascensione, quando c’è processione dei fedeli al cosiddetto “fuosso ‘e Vagne”, a 500 metri dal Santuario, presso la fonte ritenuta “miracolosa” dove si può raccogliere l’acqua nelle “mummarelle”, tipiche anfore di creta; e poi la Domenica dell’Ascensione quando si effettua la sfilata dei cosiddetti “carrettone ‘e Vagne”, carretti trainati da cavalli addobbati con fronde e fiori di carta crespa e carta velina, con effigi della Madonna appese. La seconda è, invece, la Festa della Madonna delle Galline che si tiene la Domenica in Albis a Pagani (Sa). Secondo la leggenda popolare una vecchia effigie di Maria SS. del Carmine, sotterrata per sottrarla alle scorribande saracene, fu ritrovata grazie al “raspare” delle galline (da qui il nome) e conservata nell’oratorio dell’Annunziatella detto anche “spogliaturo”, poi dopo i primi miracoli, che risalgono al 1600, fu costruita la Chiesa accanto al vecchio oratorio. Il momento centrale della festa è la domenica in Albis quando viene portata in processione la statua della Madonna sul cui piedistallo sono posizionati galline e colombi. Durante il pomeriggio, mentre la processione continua, c’è il raduno dei suonatori e cantatori nella villa comunale dove si esibiscono in canti e danze sul tamburo nello stile dell’area. Durante il tragitto della processione ci si ferma presso i cortili che ospitano i “toselli” che sono costruzioni di carattere votivo, talora semplici altari, altre volte vere e proprie installazioni scenografiche, decorati con drappi, fiori, ceri, doni, ex-voto ecc., e che restano esposti per sei giorni consecutivi così che tutti li possano ammirare. Lo stile di “tammurriata” dell’area nocerino-sarnese è caratterizzato in particolare da un’articolazione a due (talvolta anche tre, come nell’esempio proposto) voci alterne del canto che presuppone un “patrimonio” di testi popolari condivisi dai vari cantatori. Gli strumenti che accompagnano il canto e il ballo sono quelli tipici (tammorra, tricchebballacche e castagnette) ai quali talvolta si può aggiungere, soprattutto in tempi recenti, anche una fisarmonica. Nel video si è scelto di testimoniare un’esecuzione spontanea di un canto sul tamburo nello stile dell’area effettuata da tre cantatori che rappresentano diverse generazioni: uno degli ultimi anziani “cantatori” come Giovanni Del Sorbo di Scafati (conosciuto come “zì Giannino” e, purtroppo, recentemente scomparso), il più giovane Biagio De Prisco (detto “Biagino”) di San Marzano sul Sarno che ne ha raccolto per certi versi l’eredità e il giovanissimo Pietro Mauriello di Pagani, a testimonianza di una tradizione che cerca di perpetuarsi attraverso una trasmissione di tipo orale. I tre sono accompagnati da Raffaele Inserra, uno dei più bravi suonatori di tamburo dell’area, al quale si aggiunge, ad un certo punto, anche un suonatore di fisarmonica.

Voci e strumenti

Giovanni Del Sorbo, Biagio De Prisco, Pietro Mauriello (canto) Raffaele Inserra (tamburo a cornice)

Documentazione

Bibliografia

Chi è devoto. Feste popolari in Campania, a cura di R. De Simone & M. Jodice, con lp allegato, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1974.

De Simone, R., La tradizione in Campania, 7 lp con volume allegato, Emi, 3C 164-18432-7, 1979 .

De Simone, R., Canti e tradizioni popolari in Campania, Lato Side, Roma, 1979.

De Simone, R., Son sei sorelle. Rituali e canti della tradizione in Campania, Squilibri, Roma, 2010.

Il volto della tradizione. Riti e tammurriate nella festa di Bagni, a cura di Dionisio G., Labirinto edizioni, Sarno (Salerno), 2003.

 

 

Risorse web

 

Autore scheda
RDM
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Modificato
21/01/2019

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