Ponchielli, Amilcare
2. Amilcare Ponchielli in posa in una foto d'epoca in bianco e nero conservata alla Casa Museo di Amilcare Ponchielli a Paderno
Amilcare Giuseppe Ponchielli nasce a Paderno il 31 agosto 1834 da una famiglia di commercianti in cui il padre è, inoltre, organista dilettante. Grazie all'intervento del conte Giovanni Battista Jacini, Amilcare viene ammesso al conservatorio di Milano nel 1843. Diplomatosi nel 1854 si stabilisce a Cremona mantenendosi con le lezioni private all'inizio e con un incarico da organista presso S. Imerio dal 1855 al 1860.In questi anni compone la sua prima opera, I Promessi sposi, dall'omonimo romanzo di Manzoni, che viene rappresentata a Cremona riscuotendo un buon successo. A causa di necessità economiche Ponchielli si sposta a Piacenza dove viene assunto come capomusica della banda municipale nel 1861, incarico che mantiene sino al 1864 quando, insoddisfatto per il ritardo nel decollo della carriera da operista desiderata, torna a Cremona con lo scopo di ricoprire lo stesso incarico di capomusica della banda municipale. Anno importante per la carriera di Ponchielli è il 1872 quando i suoi I Promessi sposi vengono rappresentati al Dal Verme di Milano ottenendo grande favore di pubblico e di critica. L'articolazione di quest'opera, saldamente iscritta nel solco della tradizione del melodramma italiano di metà '800, lontana dalle recenti tendenze wagneriane, provoca l'interessamento di Giulio Ricordi, sempre attivo nella ricerca di un prosecutore del melodramma verdiano. Ricordi propone così a Ponchielli un grand opéra da realizzarsi in stile italiano alla Scala dal titolo I Lituani su libretto di Antonio Ghislanzoni, che viene rappresentato il 7 marzo 1874 ottenendo il favore del pubblico. Nel maggio dello stesso anno Ponchielli sposa la soprano Teresa Brambilla, la protagonista nella prima versione de I promessi sposi. Nel 1875 compone una cantata dedicata a Donizetti per la cerimonia della traslazione del corpo del maestro a S. Maria Maggiore di Bergamo. Il 1876 è l'anno che consacra Ponchielli musicista di fama internazionale, l'8 aprile va in scena La Gioconda su libretto di Tobia Gorrio (anagramma e pseudonimo di Arrigo Boito), tratta da un dramma di Victor Hugo, Angelo, tyran de Padoue (1835). L'opera è articolata in modo brillante e innovativo, complessa alla maniera di un grand opéra, è pervasa dall'elemento drammaturgico che sovrasta quello lirico, caratteristica che ne ha resa complessa e travagliata la realizzazione. Il dramma di Hugo è rimaneggiato liberamente da Boito che lo sottrae alla sua dimensione storica riadattandolo allo stile e ai contenuti tipici della scapigliatura. Le inverosimiglianze vengono accentuate favorendo le estremizzazioni dei caratteri dei numerosi ruoli principali, ben sei, e immerse in situazioni metateatrali nel corso dello svolgimento ricco, spettacolare, e con effetti e colpi di scena. Ponchielli fa largo uso dei motivi ricorrenti per definire personaggi e oggetti e si sforza di caratterizzare i recitativi espressivi ma anche i momenti lirici più importanti, ricavati dalle zone d'ombra del libretto. Il pezzo più celebre dell'opera è la Danza delle ore contenuta nel III atto, un balletto la cui musica e coreografia rappresentano le diverse fasi della giornata. Dopo due nuove opere, I mori di Valenza, su libretto di Ghislanzoni, e Olga, su libretto di D'Ormeville, Ponchielli concorre per un posto come insegnante di composizione al conservatorio di Milano nel 1880 vincendolo. Fra i suoi allievi più importanti si contano Pietro Mascagni e Giacomo Puccini. Nel 1881 accetta un incarico di direttore della cappella musicale di S. Maria Maggiore a Bergamo a causa della flessibilità del contratto, che gli permette di continuare l'attività compositiva e di seguire le rappresentazioni delle sue opere. L'ultima opera di Ponchielli è Marion Delorme, rappresentata alla Scala nel 1885 su libretto di Enrico Golisciani rivisto da Ghislanzoni, caratterizzata da una svolta creativa in cui il compositore cerca di abbandonare lo stile del grand opéra in favore di atmosfere più intime, quelle ricercate e realizzate dalla Giovane scuola italiana. Tuttavia, l'anno successivo, nel 1886, questo nuovo percorso di ricerca intrapreso da Ponchielli è interrotto da un'improvvisa polmonite che lo porta alla morte a soli cinquantuno anni.
- Centro Studi Amilcare Ponchielli
- Opere, Partiture e spartiti in IMSLP Petrucci Music Library
- Discografia su Discogs
- Pagina web dedicata in BBC
- Pagina web dedicata in Radio Swiss Classic
- Licia Sirch, Mauro Novelli, Angelo Stella, Pentagrammi Manzoniani: Amilcare Ponchielli e I Promessi Sposi, Milano, Centro Nazionale Studi Manzoniani, 2015
- Francesco Cesari, Adriana Guarnieri Corazzol (a cura di), Tuo affezionatissimo Amilcare Ponchielli: lettere (1856–1885). Padova, Poligrafo, 2010
- Licia Sirch, Catalogo tematice delle musiche di Amilcare Ponchielli, Instituta et Monumenta, Cremona, Fondazione Claudio Monteverdi, 1989
- Stefania Franceschini, La produzione operistica di Amilcare Ponchielli e l’influenza della scapigliatura milanese (Con estratti di alcune lettere finora inedite), in Scapigliatura & fin de siècle: libretti d'opera italiani dall'Unità al primo Novecento - Scritti per Mario Morini, Ricerche e studi, Roma, ISMEZ, 2004, pp. 169 - 207
- Licia Sirch, Ponchielli e La Musica per Banda, Pisa, ETS, 2005
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