Marcello, Benedetto
Benedetto Marcello nacque a Venezia il 24 luglio 1686, da una famiglia di antica nobiltà. Crebbe in un contesto particolarmente attento alle arti e alla lettere: il padre, Agostino, senatore del governo veneto, era un uomo di grande cultura, poeta e violinista, che organizzava esecuzioni musicali nel proprio salotto, mentre la madre, Paolina Cappello, si dedicava al disegno e alla letteratura. Marcello fu avviato allo studio del violino, ma non dimostrò grandi doti a differenza di uno dei due fratelli maggiori, Alessandro, che divenne un eccellente violinista. Tra i 17 e i 20 anni si dedicò allo studio della composizione con Francesco Gasparini, noto compositore e operista dell’epoca, maestro dei coro dell’Ospedale della Pietà di Venezia (tra i suoi allievi va menzionato anche Domenico Scarlatti). Negli stessi anni approfondì la sua formazione con la lettura degli scritti teorici di Gioseffo Zarlino (autore nel 1558 del celebre trattato Le istitutioni harmoniche), nonché studiando le partiture dei grandi maestri del passato, come Giovanni Pierluigi da Palestrina, Girolamo Frescobaldi, Carlo Gesualdo da Venosa, e dei più recenti compositori quali Alessandro Stradella, Bernardo Paquini e Arcangelo Corelli.
Oltre la formazione musicale, Marcello perseguì gli studi di legge e fu avviato alla carriera politica. A partire dal 1707 entrò a far parte del Maggior Consiglio, assumendo durante la sua vita molteplici incarichi istituzionali in diverse magistrature della Repubblica di Venezia. Nello stesso 1707 è probabile che abbia incontrato Georg Friedrich Händel durante un viaggio a Firenze. L’anno successivo, secondo gli antichi biografi, pubblicò in forma anonima il dramma La Fede riconosciuta, di cui fu librettista e compositore, rappresentato nel teatro di Piazza a Vicenza. Nel 1708 diede alle stampe la sua prima raccolta musicale, i Concerti a cinque con violino solo e violoncello obbligato op. 1, nei quali Marcello inizia a definirsi «nobile veneto, dilettante di contrappunto». Durante questo periodo furono molto importanti i rapporti che il compositore ebbe con la famiglia nobile romana dei Borghese. Alla principessa Livia Spinola Borghese, Marcello dedicò tra il 1709 e il 1710 l’oratorio La Giuditta (su testo dello stesso compositore) e la serenata La morte d’Adone. A partire dal 1711 divenne membro dell’Accademia dell’Arcadia (con il nome di Driante Sacreo) e, nello stesso anno, fu ammesso alla prestigiosa Accademia Filarmonica di Bologna. Per poter aderire a quest’ultima istituzione, Marcello compose una messa a quattro voci dedicata a papa Clemente XI. Nel 1712 pubblicò le 12 Suonate a flauto solo con il basso continuo per violoncello o cembalo.
Parallelamente alla musica strumentale, Marcello coltivò il repertorio vocale da camera. Al 1713 risalgono 24 cantate per voce sola e basso continuo, dedicate alle esecuzioni domestiche promosse dalla gentildonna Isabella Renier Lombria. Durante la sua carriera Marcello compose oltre 300 cantate da camera, diventando uno dei più importanti autori di tale repertorio accanto ad Alessandro Scarlatti.
È probabile che Marcello fu autore, intorno al 1716, dell'anonima Lettera familiare, in cui un volume di madrigali di Antonio Lotti del 1705 è il pretesto per una rigorosa denuncia sulla funzione della voce principale e più in generale sulle regole dell’armonia e del contrappunto. L’anno successivo, nel 1717, Marcello pubblicò a Bologna le Canzoni madrigalesche op. 4, dedicate ai «dotti e savi contrapuntisti», con le quali forniva un modello di moderno ‘stile madrigalesco’.
Con il passare degli anni, i suoi interessi letterari si intensificarono: nel 1717 pubblicò un volume di Rime varie e nel 1718 uno di Sonetti amorosi. Fu inoltre autore del testo e della musica degli intermezzi (Spargo e Filetta) del Lucio Commodo, tragedia drammatica rappresentata nel 1719. L’anno successivo, nel 1720, fu pubblicata in forma anonima una satira letteraria, il Teatro alla moda, con cui Marcello impartisce consigli ironici fino al paradosso a librettisti, compositori, cantanti e impresari, facendo riferimenti a personaggi dell’epoca. La satira legata al mondo operistico proseguì anche nella cantata Carissima figlia, con cui Marcello pone in musica una lettera indirizzata alla cantante Vittoria Tesi, scritta dal compositore Carlo Benati.
Tra il 1724 e il 1726 Marcello compose gli otto tomi dell’Estro poetico-armonico, una monumentale edizione di salmi corredata da ricche introduzioni in cui il compositore affronta questioni che vanno dalla storia all’estetica della musica.
Oltre all’Estro armonico, negli anni Venti del Settecento, Marcello, divenuto compositore di fama europea, scrisse anche altri lavori drammatici: tra questi, una Serenata (1725) per la corte imperiale di Viella, Arianna e Psiche (1726) su testo di Cassani, l’azione sacra Joaz (1727 circa) su libretto di Zeno. Nel 1728 due avvenimenti cambiarono drasticamente la sua vita: il matrimonio in segreto con Rosanna Scalfi, giovane donna di umile condizione, che mise in crisi i rapporti familiari del compositore; un incidente che gli accorse durante un servizio nella Chiesa dei Santi Apostoli (dove era organista), quando sprofondò in una lapide sepolcrale rottasi sotto di lui, un incidente che fu interpretato come un presagio di morte che causò una profonda crisi religiosa in Marcello. Da allora il compositore si dedicò quasi unicamente allo studio delle Sacre Scritture e alla scrittura di versi religiosi e morali, come la raccolta A Dio. Sonetti... con altre rime di argomento sacro e morale, pubblicata nel 1731, e un vasto poema sacro intitolato La redenzione. Benché diminuita l’attività musicale e non più dedicata al repertorio profano, negli anni Trenta Marcello compose due grandi oratori per la festa dell'Assunzione della Beata Vergine: Il pianto e il riso delle quattro stagioni dell'anno (1731) e Il trionfo della poesia e della musica (1733). Scrisse probabilmente in questo periodo anche una Messa da requiem, oggi andata perduta.
In questi anni Marcello fu impegnato in vari incarichi istituzionali: nel 1738 fu inviato come camerlengo a Brescia, dove morì il 24 luglio 1739, il giorno del suo cinquantatreesimo compleanno.
- Marco Bizzarini, Benedetto Marcello, Palermo, L’Epos, 2006
- Marco Bizzarini, Marcello, Benedetto Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 69, 2007
- Fabrizio Della Seta, Due partiture di Benedetto Marcello e un possibile contributo händeliano, «Nuova Rivista Musicale Italiana, 3/4, 1983, pp. 341-382
- Edwin Seroussi, In Search of Jewish Musical Antiquity in the 18th-century Venetian Ghetto: Reconsidering the Hebrew Melodies in Benedetto Marcello’s Estro Poetico-Armonico, «The Jewish Quarterly Review. New Series», 93, 1/2, 2002, pp. 149-199
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