Farulli, Piero
- Piero Farulli
- Il Quartetto Italiano: in primo piano, Piero Farulli; dietro, Elisa Pegreffi, Paolo Borciani, Franco Rossi. Fotografia autografata nel 1960, tratta da Quartetto Italiano: un esordio folgorante, in Minima Musicalia, 13 luglio 2010
- Piero Farulli in veste di insegnante, tra i ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole
Piero Farulli nacque il 13 gennaio 1920 a Firenze, in una famiglia di povere condizioni: il padre, Lioniero, era calzolaio; Marietta Innocenti, la madre, bidella. Piero era l’ultimo nato di sei fratelli. Nonostante il padre fosse un grande appassionato di musica, durante l’infanzia Piero non nutrì particolare interesse verso di essa; verso i quindici anni ricavò una profonda impressione dall’ascolto del Quartetto «La Morte e la fanciulla» di Franz Schubert nella registrazione del Quartetto Busch. Intraprese allora gli studi musicali grazie al sostegno economico della madrina Ida Beni, proprietaria di un emporio in cui Piero lavorava da aiutante di bottega. Fu ammesso al Conservatorio «Luigi Cherubini» della città natale, nella classe di Gioacchino Maglioni (Giovacchino Maglioni, 1891-1966), sotto la cui guida compì gli studi di violino e di viola. Studiò inoltre pianoforte complementare con Luigi Dallapiccola (1904-1975) e musica da camera con Dante Serra (1891-1970 circa). Nel 1940 conseguì il diploma di violino, nel 1941 quello di viola; subito dopo fu assunto come viola di fila nell’orchestra del Teatro Comunale.
Nel febbraio del 1942 Farulli fu arruolato e inviato in Sicilia: a Palermo trovò impiego nell’orchestra del Teatro Massimo. In seguito allo sbarco degli Alleati, nel luglio del 1943, iniziò a risalire l’Italia con la sua compagnia. Si fermò a Bari, dove entrò nell’orchestra costituita dagli occupanti inglesi presso il Teatro «Petruzzelli». All’interno della compagine conobbe la violinista Antonia Parisi, con cui strinse una relazione sentimentale e che sposò il 5 settembre 1945. Dopo il matrimonio, fece ritorno a Firenze, dove dal principio del 1946 riprese servizio al Teatro «Comunale». Se ne sarebbe dimesso dopo un anno circa, all’inizio del 1947, per entrare a far parte del Nuovo Quartetto Italiano in sostituzione di Lionello Forzanti (1913-2009). Forzanti era stato violista del Nuovo Quartetto Italiano fin dalla sua costituzione, sul finire del 1945, per lasciarla alla fine del 1946 per dedicarsi alla direzione d’orchestra. In realtà, gli altri membri del complesso, i violinisti Paolo Borciani (1922-1985) ed Elisa Pegreffi (1922-2016) e il violoncellista Franco Rossi (1921-2006), già all’epoca della fondazione del complesso avrebbero voluto affidare la parte della viola a Farulli, senza riuscire però a trovarlo a causa delle vicende della guerra, e si erano dunque rivolti a Forzanti. Il nome adottato era stato scelto per distinguere il nuovo complesso dal Quartetto Italiano fondato ai principî del Novecento da Remy Principe (Remigio Principe, 1889-1977) insieme a Ettore Gandini, Giuseppe Matteucci e Luigi Chiarappa, in attività fino al 1940. Nel 1951 il Nuovo Quartetto Italiano, ormai affermatosi in via definitiva, avrebbe semplificato il nome in Quartetto Italiano.
Dopo un esordio folgorante, il Quartetto Italiano fu protagonista di un’attività intensissima, fatta di lunghe e costanti sessioni di studio oltre che di numerose esecuzioni in sede concertistica e in sala d’incisione; un’attività portata avanti per più di trent’anni. Parallelamente, dal 1957 Farulli assunse la cattedra di viola presso il Conservatorio «Cherubini». Il 14 dicembre 1977, all’indomani di un’esibizione al Centro Culturale «Olivetti» di Ivrea, il violista fu colpito da un’ischemia coronarica e ricoverato a Torino. La gravità delle sue condizioni lo avrebbe costretto a una lunga interruzione delle attività, almeno fino al settembre dell’anno successivo. Farulli lasciò allora l’insegnamento a Firenze. Nel febbraio del 1978 gli altri componenti del Quartetto Italiano, non disposti a protrarre la sospensione, decisero di sostituire – almeno temporaneamente – Farulli e lo informarono per lettera. Al suo posto sarebbe subentrato, dall’aprile successivo, Dino Asciolla. Da parte sua, Farulli accolse con profonda amarezza la decisione, ritenendola inconciliabile con i valori artistici e umani che avevano contraddistinto l’operato del Quartetto Italiano. Nell’aperto scontro che seguì, gli altri musicisti del complesso estromisero definitivamente Farulli dalla formazione. Il Quartetto Italiano avrebbe cessato l’attività pochi anni dopo, nel febbraio del 1980, in seguito all’abbandono proprio di Asciolla, provato dai ritmi di lavoro ritenuti estenuanti. Poco dopo, Farulli si sarebbe riconciliato con Borciani e la Pegreffi; a Rossi si sarebbe riavvicinato solo molti anni dopo, nel 2004.
Dopo la conclusione burrascosa dell’esperienza con il Quartetto Italiano, Farulli collaborò occasionalmente con il Quartetto Amadeus, il Quartetto Alban Berg, il Quartetto Melos, il Trio di Trieste. Nel 1983 insieme ai violinisti Carlo Chiarappa (1946 circa) e Andrea Tacchi (1953-2016) e al violoncellista Andrea Nannoni, suo nipote, figlio della sorella Dina, avrebbe dato vita alla breve esperienza del Nuovo Quartetto Italiano. Soprattutto, si dedicò all’insegnamento: nel 1974 fondò la Scuola di Musica di Fiesole, dove ricoprì la cattedra di quartetto e al cui interno nel 1984 sarebbe nata l’Orchestra Giovanile Italiana. Dal 1978 al 2006 fu docente di quartetto anche presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Inoltre, insegnò presso il Mozarteum di Salisburgo e la Escuola Superior de Música «Reina Sofía» di Madrid.
Rimasto vedovo nel 2004, nel 2005 sposò in seconde nozze Adriana Verchiani (1944), sua assistente alla Scuola di Musica di Fiesole. Morì il 2 settembre 2012 nella sua casa di campagna, nel Mugello.
Portavoce di una concezione etica dell’arte, animato dall’imperativo morale di diffondere e trasmettere la cultura musicale, Piero Farulli unisce nel suo approccio la profondità di uno scavo interpretativo spinto all’estremo, a rendere ragione della funzione di ogni più minuto aspetto della partitura affrontata, all’urgenza – di bruciante drammaticità – di ricondurre ogni dettaglio, ogni sfumatura a un significato unitario.
Associazione Piero Farulli
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Scuola di Musica di Fiesole, Fondazione Piero Farulli
https://www.scuolamusicafiesole.it
Scuola di Musica di Fiesole, Orchestra Giovanile Italiana
https://www.scuolamusicafiesole.it
Voce Farulli, Piero, in Enciclopedia Treccani, versione digitale
http://www.treccani.it
Gregorio Moppi, voce Quartetto Italiano, in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale
http://www.treccani.it
Associazione Piero Farulli, pagina dedicata alla figura dell’artista
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Scuola di Musica di Fiesole, pagina dedicata al fondatore Piero Farulli
https://www.scuolamusicafiesole.it
Musica, i 90 anni di Piero Farulli, in «Toscana oggi», edizione digitale, 7 gennaio 2010
https://www.toscanaoggi.it
Firenze, la scomparsa di Piero Farulli, fondatore della Scuola di Musica di Fiesole, in «Toscana oggi», edizione digitale, 3 settembre 2012
https://www.toscanaoggi.it
Patrizia Luppi, Piero Farulli, il crociato della musica, in «Il Corriere Musicale», edizione digitale, 3 settembre 2012
http://www.ilcorrieremusicale.it
Il suono dell’utopia. Piero Farulli dal Quartetto italiano alla Scuola di musica di Fiesole, a cura di Alfredo Gasponi, prefazione di Mario Luzi, Milano, Passigli, 1999
Estratto in Minima Musicalia, 14 maggio 2011
http://heinrichvontrotta.blogspot.com
La scuola di Fiesole, in «Musica e dossier» n. 13, 1987, pp. 63-66
La scuola di Fiesole: un bilancio, in «Nuova Antologia. Rivista di lettere, scienze ed arti» , v. 577, 1996, pp. 233-239
Testo del discorso pronunciato da Piero Farulli l’11 gennaio 2000 in occasione del suo ottantesimo compleanno, riportato sul sito del Club Abbadiani Itineranti
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