Brahms, Johannes
- Johannes Brahms, fotografia, Vienna, Historisches Museum der Stadt, seconda metà del XVIII secolo
- Johannes Brahms, fotografia Time Life Pictures / Mansell / The LIFE Picture Collection / Getty Images, 1866 circa
- Johannes Brahms, fotografia con autografo di C. Brasch, Berlino, 1889
Johannes Brahms nacque ad Amburgo il 7 maggio 1833 da Johann Jakob (1806-1872), suonatore professionista di corno e di contrabbasso, e Johanna Henrika Christiane Nissen (1789-1865), sarta. Era il secondogenito di tre figli, nato tra Elisabeth (1831-1892) e il fratello Fritz Friedrich (1835-1886). Durante l’infanzia ricevette i primi insegnamenti musicali dal padre, apprendendo a suonare il violino e la tecnica di base del violoncello. Dal 1840 iniziò gli studi di pianoforte sotto la guida di Otto Friedrich Willibald Cossel (1813-1865) per proseguirli poi, dal 1845 al 1848, con Eduard Marxsen (1806-1887), che lo introdusse alla musica di Bach e alla tradizione dei classici viennesi. Negli stessi anni Brahms cominciò a cimentarsi con la composizione, coltivando in particolare gli ambiti della musica pianistica e da camera, e a esibirsi regolarmente come pianista. In tale veste, dal 1850 formò un duo con il violinista ungherese Ede Reményi. L’attività concertistica svolta insieme a quest’ultimo rappresentò per Brahms l’occasione per familiarizzare con il repertorio d’ispirazione popolare e gitana e per entrare in contatto con figure di primo piano del panorama musicale coevo come Robert Schumann, Franz Liszt, Joseph Joachim, con i quali avrebbe stretto legami di profonda amicizia. L’appoggio di Schumann e della sua cerchia imposero Brahms all’attenzione dell’ambiente culturale tedesco e sancirono la definitiva affermazione del giovane, permettendogli di vivere dell’attività di compositore.
Nel 1862 Brahms cominciò a frequentare l’ambiente culturale viennese, cui avrebbe in seguito preso parte via via più assiduamente. Stabilitosi definitivamente a Vienna, nel 1863 entrò in contatto con Richard Wagner e assunse la direzione della Singakademie. Lasciò l’incarico l’anno successivo per dedicarsi a tempo pieno alla composizione. Dal 1872 al 1875 diresse la Gesellschaft der Musikfreunde. L’anno successivo, l’apparizione della prima Sinfonia op. 68 sancì la definitiva affermazione e il riconoscimento internazionale del compositore.
Nell’estate del 1896 Brahms manifestò i primi sintomi di un cancro al fegato. Nonostante l’aggravarsi delle condizioni di salute, continuò a lavorare incessantemente; il 3 marzo 1897 fece la sua ultima apparizione pubblica, in occasione della presentazione della quarta Sinfonia op. 98, salutata da un’accoglienza affettuosa ed entusiastica. Morì a distanza di un mese, il 3 aprile 1897.
Brahms coltivò al massimo grado il senso della forma attraverso un vasto campionario di generi. Tra le numerose composizioni per pianoforte si segnalano le tre Sonate in do maggiore op. 1 (1853), fa diesis minore op. 2 (1852) e fa minore op. 5 (1853); le serie di Variazioni su temi di Schumann (op. 9, 1854), Haendel (op. 24, 1861), Paganini (op. 35, 1863); le quattro Ballate op. 10 (1854), le due Rapsodie op. 79 (1879), i tre Intermezzi op. 117 (1892), le serie di Klavierstücke op. 76 (1878), 118 e 119 (entrambe del 1893); per pianoforte a quattro mani, i sedici Valzer op. 39 (1865) e le ventun Ungarische Tanzen WoO 1 (1869, rivedute nel 1880). Il pianoforte trova inoltre largo impiego nella vasta produzione liederistica e nella musica da camera: nelle tre Sonate con violino in sol maggiore op. 78 (1879), in la maggiore op. 100 (1886), in re minore op. 108 (1866), nelle due con clarinetto o viola op. 120, rispettivamente in fa minore e in mi bemolle maggiore (1894), e nelle due con violoncello, in mi minore op. 38 (1865) e in fa maggiore op. 99 (1886); come pure nelle composizioni con archi, il Quintetto in fa minore op. 34 (1864), i tre Quartetti in sol minore op. 25 (1861), in la maggiore op. 26 (1861), in do minore op. 60 (1873-1874) e i tre Trii in si maggiore op. 8 (in due versioni, del 1854 e del 1889), in do maggiore op. 87 (1882), in do minore op. 101 (1886). In ambito cameristico si segnalano inoltre i tre Quartetti per archi in do minore e in la minore op. 51 (1873), in si bemolle maggiore op. 67 (1875), i due Quintetti in fa maggiore op. 88 (1882) e in sol maggiore op. 111 (1890), il Quintetto per clarinetto e archi in si minore op. 115 (1891). Le composizioni orchestrali comprendono le due Serenate in re maggiore op. 11 (1858)
e in la maggiore op. 16 (1859), le quattro Sinfonie in do minore op. 68 (1876), in re maggiore op. 73 (1877), in fa maggiore op. 90 (1883), in mi minore op. 98 (1884-1885), l’Ouverture accademica in do minore op. 80 (1880) e quella tragica in re minore op. 81 (1880), le Variazioni su un tema di Haydn; i due Concerti per pianoforte e orchestra in re minore op. 15 (1858) e in si bemolle maggiore op. 83 (1881), quello per violino e orchestra in re maggiore op. 77 (1878) e il doppio concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore op. 102 (1887); con l’apporto delle voci, Ein deutsches Requiem per soprano e baritono soli, coro e orchestra op. 45 (1868), la Rapsodia per contralto, coro maschile e orchestra op. 53 (1869), il Gesang der Parzen op. 89 (1882).
La musica di Brahms si colloca nel solco della tradizione classica, concepita alla luce di una nuova consapevolezza storica. La composizione acquista senso in quanto fenomeno in divenire: sia attraverso il rapporto dialettico intrattenuto con l’arte del passato, fatta oggetto di citazioni e riformulazioni più o meno scoperte; sia lungo il suo stesso svolgimento, concepito come un elaborato processo di sviluppo portato avanti dal principio alla fine della composizione stessa. Il senso della forma e lo stretto legame con la tradizione indussero i contemporanei a contrapporre l’arte brahmsiana a quella di Wagner, percepita nei suoi aspetti più rivoluzionari.
Sito del Brahms-Institut, Lubecca
http://www.brahms-institut.de
Raccolta di risorse dedicate al compositore, in tedesco e inglese
http://www.johannesbrahms.de
Cronologia, catalogo, guide all’ascolto
http://www.flaminioonline.it/Biografie/Brahms-biografia.html
Christian M. Schmidt, Brahms, Torino, EDT, 1990
Giorgio Pestelli, Canti del destino, Torino, Einaudi, 20072
Massimo Mila, Brahms e Wagner, Torino, Einaudi, 1994
Brahms and His World, a cura di Walter Frisch, Kevin C. Karnes, Princeton, Princeton University Press, 20092
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