Rossomandi, Florestano

Data di nascita
22 agosto 1857
Data di morte
19 gennaio 1933
Paese
Stile
Qualifica interprete musica
Biografia

Florestano Rossomandi nacque a Bovino, in provincia di Foggia, il 22 agosto 1857, da don Placido e Maria Concetta Capussela. Ultimo di 17 figli, il piccolo Rossomandi rimase presto orfano e di lui si occupò il fratellastro religioso Durante Rossomandi, figlio di Magnatta Cecilia, prima moglie di don Placido. Florestano ebbe occasione, quindi, di frequentare la scuola delle belle arti fondata da Durante insieme con altri sacerdoti ad Ascoli Satriano. Distintosi per le sue spiccate doti musicali, venne trasferito all’età di 10 anni a Napoli. Qui fu ammesso al Conservatorio “S. Pietro a Majella”, l’allora Real Collegio di Napoli, e, dopo essere stato allievo di Michelangelo Russo per un breve periodo, frequentò le classi di pianoforte con il maestro Beniamino Cesi e di composizione con Paolo Serrao. Dopo un eccelso percorso formativo musicale, nel 1880 partecipò al concorso per la cattedra di pianoforte al conservatorio: pur risultando idoneo, Rossomandi non riuscì a ottenere l’incarico di insegnante, che venne invece conferito a Giuseppe Martucci. Successivamente, nel 1889, vinse la cattedra al conservatorio napoletano. Prese quindi il posto del maestro Alfonso Rendano e iniziò la sua intensa attività didattica, che durò fino al 1931. Sin da subito mostrò la sua ammirevole dedizione all’insegnamento guidata dal suo carattere innovativo e aperto alle nuove tecniche dello strumento: si impegnò a rinnovare la didattica pianistica acquisita dalla scuola di Beniamino Cesi e si occupò dell’“Associazione - Scuola Rossomandi”, un’associazione da egli stesso fondata e diretta per oltre un ventennio, che dava l’opportunità ai suoi allievi di esibirsi in pubblico.

Dal 1891 al 1901 si dedicò anche alla direzione musicale e al concertismo. Le sue esibizioni a Roma e a Napoli resero nota la sua figura e a partire dal 1907 rivestì spesso la carica di commissario agli esami dei Conservatori di Palermo, Firenze, Milano, Roma e Parma. Dal 1901 al 1910 fu direttore al Conservatorio di Napoli. Nel 1922, su invito del generale Albricci, organizzò e diresse un concerto per 12 pianoforti e 24 esecutori al Teatro di San Carlo per la Difesa Antiaerea, riscuotendo un gran successo. Dopo aver preso congedo dalla cattedra di pianoforte nel 1929, istituì il primo corso biennale di perfezionamento pianistico per allievi diplomati, a cui aderì un numero considerevole di partecipanti. Nel 1932 ebbe anche l’incarico di istituire un Corso di letteratura pianistica al Conservatorio di Napoli, ma non riuscì a ottemperarvi a causa di una grave malattia che lo costrinse a letto, assistito dalla moglie Maria Scalisi. Morì infine il 19 gennaio 1933, nella sua casa a Napoli.

Aperta alle nuove tecniche pianistiche e guidata da un forte spirito d’innovazione, la figura di Florestano Rossomandi viene riconosciuta e apprezzata soprattutto per il suo grande impegno nell’attività didattica. Nominato nel 1929 “Maestro Emerito” dal Ministro Federale, egli fu rappresentante e innovatore della Scuola pianistica napoletana. Sulla base dei principi tecnici di Beniamino Cesi, introdusse teorie e pratiche pianistiche derivanti da metodi di didatti e pianisti internazionali, come ad esempio la caduta d’avambraccio (“Freie Fall”) di Ludwig Deppe. Per lui la tecnica non si limitava al mero virtuosismo, piuttosto si rivelava un mezzo necessario per raggiungere una giusta interpretazione. Trasmetteva ai suoi allievi molta passione per l’arte, instaurando con loro un dialogo aperto e pretendendo a sua volta diligenza e disciplina. Tra i suoi allievi si ricordano: Attilio Brugnoli, Vincenzo Scaramuzza, Luigi Finizio, Enzo Calace e Oresta De Rubertis. Tra le sue opere didattiche, note e adoperate ancora oggi nei conservatori italiani e stranieri sono la sua Guida per lo Studio tecnico del Pianoforte e l’Antologia Didattica per lo Studio del Pianoforte, con esercizi tecnici messi in ordine crescente di difficoltà. Fondamentale anche la sua Grammatica completa e nozioni generali di Storia del Pianoforte, mirante a una formazione musicale completa dell’allievo.

Oltre alla sua carriera didattica, si impegnò anche nelle attività di compositore e di direttore artistico. Al fine di introdurre all’uditorio italiano un repertorio nuovo e originale, organizzò svariati concerti aventi in programma brani di compositori contemporanei stranieri, come Richard Wagner, Maurice Ravel e Claude Debussy.

Ricevette molti riconoscimenti per i suoi contributi in ambito musicale e didattico: all’Esposizione mondiale di Parigi del 1909 gli furono conferiti la Medaglia d’Oro e il Diploma d’Onore mentre il Ministro dell’Istruzione gli attribuì i titoli di Ufficiale nel 1897, Commendatore nel 1915 e infine di Grande Ufficiale della Corona d’Italia nel 1922.

Bibliografia

Aladino Di Martino, Florestano Rossomandi e il segreto di una scuola, in «Ricordiana: rivista musicale della Casa Ricordi», n.s., A. 3, n. 9, novembre 1957, pp. 492-493.

Florestano Rossomandi, Immagini musicali: vita, opere, didattica e 8 composizioni per pianoforte, revisione di Rosaria Dina Rizzo, San Nicandro G.co, Gioiosa Editrice, 2004.

Massimo Distilo, Sigismund Thalberg: primordi e sviluppi della scuola pianistica napoletana, versione Kindle, Booksprint, 2016.

Vincenzo Vitale, Il pianoforte a Napoli nell'Ottocento, Napoli, Bibliopolis, 1983.

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ER

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Modificato
09/04/2022

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