Canto a la longa
Anna Capolicchi e Giovanni Sifàri
Il canto a la longa è un canto di tradizione orale a due voci, praticato prevalentemente nelle comunità venete dell’Istria. La sua struttura prevede l’alternanza e la sovrapposizione per moto parallelo oppure obliquo di due parti. Nella maggior parte dei casi il testo è costituito da villotte, ossia testi verbali in endecasillabi o ottonari dal carattere lirico o satirico, e la sua esecuzione prevede una frantumazione del verso ottenuta attraverso ripetizioni e riprese dell’emistichio. Il canto a la longa qui proposto è stato registrato dall’etnomusicologo italiano Roberto Leydi presso la località istriana di Gallesano e successivamente inserito nell’antologia da lui stesso curata Italia Vol. 3 - Il Canto Lirico E Satirico del 1972. Il canto viene eseguito da una coppia di voci, una femminile e una maschile. Ciascuna strofa viene aperta da una breve introduzione eseguita dalla sola voce femminile e prosegue successivamente con la sovrapposizione della coppia di voci.
Son stata a Roma non g’ò visto l’papa/ g’ò visto delle belle romagnole
le romagnole porta ma la traversa/ le venesiane il fasoleto in testa
- coppia di voci (una voce maschile e una voce femminile)
Bibliografia
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Leydi, Roberto. I canti popolari italiani. Mondadori, Verona, 1973: 197-201.
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Magrini, Tullia. «Italy. II) Traditional music». New grove dictionary of music and musicians, a c. di Stanley Sadie e Tyrrel John, vol. XII, Mcmillan, London, 2001: 664-680.
Risorse web
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