Mendelssohn-Bartholdy (Hensel), Fanny Cäcilie

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Fanny Mendelssohn all'età di 12 anni; ritratto di Carl Begas (1821).

2. Ritratto realizzato dal marito della compositrice, Wilhelm Hensel (1829).

3.  Estratto dal manoscritto di Das Jahr, con illustrazione del marito Wilhelm Hensel. 

Data di nascita
14 novembre 1805
Data di morte
14 maggio 1847
Paese
Stile
Qualifica interprete musica
Biografia

Fanny Cäcilie Mendelssohn (sposata Hensel), compositrice, pianista e direttrice d’orchestra, nacque nel 1805 ad Amburgo; trasferitasi con la famiglia nel 1809 a Berlino, trascorse lì la maggior parte della propria vita.

Figlia di Abraham Mendelssohn e di Lea Salomon, e sorella maggiore del più noto Felix Mendelssohn, la giovane Fanny si formò musicalmente con docenti di spicco, i medesimi di cui poté godere il fratello. Ricevette i primi insegnamenti dalla madre, a sua volta alunna di Johann Kirnberger, studente di Johann Sebastian Bach; approfondì lo studio del pianoforte dapprima con Ludwig Berger ed in seguito, a Parigi, con Marie Bigot, quest’ultima nota per essere stata alunna e conoscente di Ludwig van Beethoven. Carl Friedrich Zelter, anch’egli profondo conoscitore della musica di Johann Sebastian Bach, fu, invece, il suo insegnante di teoria musicale e composizione.

L’inizio dell’attività compositiva di Fanny Mendelssohn è databile già al 1819; allo stesso periodo, tuttavia, possono esser fatti risalire anche i primi malumori della famiglia in merito alla scelta da lei condotta. Molto chiara è, ad esempio, una lettera del padre datata 16 luglio 1820:

«La musica può diventare una professione per lui [Felix], mentre per te può e deve essere sempre solo un ornamento, sempre un mezzo di educazione, il basso fondamentale del tuo essere e fare».

Lo stesso Felix Mendelssohn-Bartholdy, per quanto i due siano stati in stretto contatto umano ed intellettuale durante tutta la loro esistenza, e nonostante riconoscesse e apprezzasse il talento della sorella, lasciandosi guidare dai suoi consigli musicali, fu sempre restìo all’idea che la giovane pubblicasse autonomamente i suoi lavori – tanto che, a fronte di un numero altissimo di composizioni firmate da Fanny Mendelssohn, ne vennero date alle stampe soltanto 11, insieme ad altre 16 senza numero d’opus.

Dal 1821, Abraham Mendelssohn, ricco banchiere, istituì in casa propria la tradizione dei Sonntagskonzerte, salotti musicali domenicali nei quali permettere l’esibizione dei propri talentuosi figli: molte opere di Fanny, così come quelle di Felix, vennero eseguite durante tali occasioni, riscuotendo sempre un caloroso successo da parte del pubblico berlinese.  

Nel 1829, pur non avendo ricevuto l’approvazione da parte della madre, Fanny sposò il pittore Wilhelm Hensel: quest’ultimo fornì un grande supporto allo sviluppo professionale della carriera della moglie, incoraggiando per primo la pubblicazione delle sue opere.
Dal 1831 i due ripresero la tradizione dei Sonntagskonzerte nella loro abitazione, ospitando per oltre un decennio artisti di chiara fama tra il proprio pubblico – basti nominare Robert e Clara Schumann, Franz Liszt, Joseph Joachim, oltre a membri della Royal Orchestra e della Königstadt Orchestra. Tra le scelte di Fanny Mendelssohn, direttrice artistica delle serate, spiccavano spesso i nomi di W. A. Mozart, C. W. Gluck, J. S. Bach, L. v. Beethoven, accanto a opere del fratello o proprie, garantendo di fatto una capillare divulgazione di lavori del passato e del presente, ed uno scambio costante con i principali esponenti musicali dell’epoca. Pur prendendo attivamente parte come pianista durante i Sonntagskonzerte, l’unica esibizione pubblica di Fanny Mendelssohn avvenne nel 1838 quando, durante un evento di beneficienza, interpretò il Concerto per pianoforte e orchestra op. 25 del fratello.

Coronando un sogno ormai di lunga durata, i coniugi Hensel e il loro figlio Sebastian viaggiarono tra il 1839 e il 1840 nella penisola italiana: tra le principali tappe documentate nel diario di Fanny vi sono Venezia, Milano, Napoli e Roma, durante le quali la pianista e compositrice entrò in contatto con importanti realtà musicali e non mancò di farsi apprezzare e riconoscere per il suo talento. Ritornati a Berlino, nel 1846 Fanny diede alle stampe la sua op. 1, pur senza l’approvazione del fratello.

Il 14 maggio 1847, di ritorno dalle prove generali in vista di un salotto, Fanny Mendelssohn morì improvvisamente a causa di un ictus.

La produzione musicale di Fanny Mendelssohn consta di circa 500 lavori: molti Lieder, ai quali aggiungere quelli pubblicati a nome del fratello (nn. 2-3-12 dell’op. 8 e nn. 7-10-12 dell’op. 9 di Felix Mendelssohn); numerosi brani per pianoforte, di notevole complessità tecnica; musica da camera, come il Trio per pianoforte e archi e il Quartetto per pianoforte e archi; lavori sinfonici, tra cui quattro cantate e l’Ouverture in do maggiore. Come facilmente intuibile dalla sua formazione, grande influenza ebbero in lei il grande pianismo ottocentesco – che si manifesta nel virtuosismo richiesto all’esecutore – ed il passato sei-settecentesco (principalmente di Johann Sebastian Bach): le sue cantate, di impianto tradizionale, affondano le proprie radici negli esempi del Maestro di Eisenach.

Pur considerando i limiti imposti dalle convenzioni sociali, non inclini a stimolare l’estro creativo femminile e a supportarne le espressioni, Fanny Mendelssohn ebbe un ruolo di fondamentale importanza nel contesto musicale romantico, tanto da un punto di vista pianistico quanto da quello compositivo, fungendo da attivo ponte di collegamento tra l’estetica del passato germanico e gli stimoli di un presente attento al virtuosismo e al liricismo.

Bibliografia

Nancy B. Reich, The Power of Class: Fanny Hensel, in R. Larry Todd (a cura di), Mendelssohn and his World, Princeton, Princeton University Press, 1991, pp. 86–99. 

Françoise Tillard, Fanny Mendelssohn, Cleckheaton, Amadeus Press, 1992.

Marcia J. Citron, Gender and the Musical Canon, Urbana-Chicago, University of Illinois Press, 1993.

Marian Wilson Kimber, The "Suppression" of Fanny Mendelssohn: Rethinking Feminist Biography, «19th-Century Music», 26, 2, pp. 113-129, 2002.

Eugene Gates, Fanny Mendelssohn Hensel: A Life of Music within Domestic Limits, «Kapralova Society Journal», 5, 2, pp. 1–14, 2007.

R. Larry Todd, Fanny Hensel. The other Mendelssohn, Oxford-New York, Oxford University Press, 2010.

Paola MauriziPer Fanny e Wilhelm Hensel. Un contributo critico, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2017.

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Autore scheda
Maria D'Agostino

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Modificato
04/06/2023

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