Fokine, Michel
1. Una fotografia di Fokine nel ruolo di Narciso. Fonte: Bibliothèque nationale de France, département Bibliothèque-musée de l'opéra, Alb. Kochno Narcisse- 7.
2. Fotografia di Fokine nel ruolo di Arlecchino in Carnaval, ballet-pantomime in un atto realizzato da Fokine. Immagine realizzata dall’Atelier Jaeger di Stoccolma. Fonte: Bibliothèque nationale de France, département Bibliothèque-musée de l'opéra, Alb.KochnoCarnaval28.
Ritratto di Fokine in Schéhérazade, fotografia di Saul Bransburg (1914). Fonte Bibliothèque nationale de France, département Bibliothèque-musée de l'opéra, Alb.KochnoSchéhérazade31.
Michail Michailovič Fókin nacque a San Pietroburgo formandosi presso la Scuola dei Teatri imperiali con Platon Karsavin (padre di Tamara Karsavina), Nikolai Volkov, Aleksandr Shiriaev, Pavel Gerdt e Nikolai Legat.
Tra le esperienze acquisite al di fuori della Scuola che lo segnarono e influirono sulla sua formazione artistica tre in particolare furono significative: essere stato musicista nell’orchestra di musica folclorica di Vasilij Andreev; aver assistito nel 1900 alla tournée dei ballerini di corte siamesi che in seguito lo ispirò per molte delle coreografie esotiche; aver partecipato alle sperimentazioni dei numeri danzanti del coreografo Aleksandr Gorskij su musiche di Chopin e di Liszt. Oltre alla danza e alla musica, Fokine coltivò una vera passione per la pittura.
Dopo il diploma ottenuto a pieni voti nel 1898, entrò nella compagnia del Mariinskij. Divenne premier danseur nel 1904 e fu partner abituale di Anna Pavlova.
Si perfezionò nella classe di Per Christian Johansson iniziando a interessarsi anche dell'insegnamento della danza; nel 1904 fu promosso professeur de danse e tra i suoi studenti vi furono Bronislava Nijinska, Lydia Lopokova, Olga Spessivtseva, Elisaveta Gerdt.
Sposò nel 1905 una sua allieva, Vera Antonova, che fu sua partner e da cui ebbe un figlio, Vitale, che a sua volta si dedicò alla danza.
Fokine, contrario alle incongruenze che si vedevano nei balletti dei Teatri Imperiali (ad esempio, i costumi non in sintonia con la scenografia e la vicenda, le chiamate del pubblico per gli applausi), e sotto l’influenza del regista russo Stanislavskij, sentì l’esigenza di dotare anche la danza di una coesione drammatica. Per una rigenerazione del balletto, quindi, Fokine prese a modello la Grecia antica. I suoi primi lavori d’ispirazione ellenica (ad es., Dafni e Cloe, 1904, Aci and Galatea, 1905), concepiti in concomitanza con l’arrivo in Russia di Isadora Duncan, fecero credere che il coreografo fosse stato influenzato dalle idee della danzatrice statunitense. In realtà, fu il contesto storico e culturale russo a condurre gradatamente Fokine a soluzioni simili a quelle di Duncan.
Nel 1908, grazie ad Aleksandr Benois conobbe Sergej Diaghilew che lo scritturò come premier danseur e coreografo per la prima stagione dei Ballets Russes a Parigi. Fokine lavorò nella compagnia fino al 1912 quando, infastidito dal nuovo ruolo di Vaslaw Nijinskiy come coreografo e dai continui litigi con Diaghilew, lasciò la compagnia. Vi tornò quando fu allontanato Nijinskiy, ma non seguì la compagnia nella tournée statunitense e tornò in Russia.
Nel 1918, prima a Stoccolma e poi a Copenaghen, lavorò come coreografo e collaborò con Rolf de Maré per la creazione di Les Ballets Suédois.
A partire dal 1919 e per tutti gli anni Venti, Fokine insieme alla moglie si esibì in concerti, recitals e letture dimostrative negli Stati Uniti. Qui proseguì il suo lavoro di coreografo per riviste, musicals, vaudeville e concerti di artisti affermati, e aprì, nel 1921, una scuola, dove insegnavano anche la moglie e il figlio Vitale.
Creò la Fokine American Ballet Company, una compagnia non permamente composta dai suoi allievi che si esibì per la prima volta il 26 febbraio 1924 al Metropolitan House di New York.
Fokine divenne cittadino statunitense nel 1932. Collaborò con diverse compagnie quali i Ballets de Monte Carlo di René Blum e i Ballets Russes del Colonello de Basil.
Nel 1939 lavorò per il Ballet Theatre che debuttò nel 1940 con la nuova versione de Les Sylphides, balletto di apertura di ogni stagione. Per questa compagnia Fokine realizzò il suo ultimo lavoro Helen of Troy (basato su La Belle Hélène di Jacques Offenbach), a Mexico City l’8 settembre 1942, anno della sua morte.
Del 1907 è la prima versione del balletto Chopiniana che poi divenne Les Sylphides nel 1909.
Del 1908 è Le notti egiziache, su ispirazione della Figlia del faraone di Marius Petipa (1862, musica di Cesare Pugni). Il balletto fu rielaborato per la stagione parigina dei Balletti russi del 1909 in Cléopâtre su brani musicali di Rimsky-Korsakov, Glinka, Modest Mussorgskij, Glazunov, Čerepnin e Taneyev, scenografia di Bakst. Il ruolo della protagonista fu dato a un’allieva privata di Fokine, Ida Rubinštejn.
Per la stagione del 1910, Fokine creò Schéhérazade, L'oiseau de feu e Les Orientales e riadattò Le carnaval.
Nel 1911, creò Petrouška (musica di Igor Stravinskij), Le Spectre de la Rose (sulla musica dell'Aufforderung zum Tanz - Invito alla Danza di Carl Maria von Weber); Narcisse (musica di Aleksandr Nikolaevič Čerepnin) e Sadko – Au Royaume Sousmarin (musica di Rimskij-Korsakov).
Per la stagione del 1912, invece, realizzò: Le Dieu Bleu (musica di Reynaldo Hahn); Thamar (musica di Mili Balakirev) e Daphnis et Chloë (musica di Maurice Ravel).
Del 1914 è Le Coq d’Or (musica di Rimskij-Korsakov), l’ultimo balletto che Fokine creò per Diaghilew.
Tra i lavori realizzati dopo il periodo presso i Ballets Russes si segnalano in particolare: Die Josephslegende (musica di Richard Strauss, libretto di Hugo von Hofmannsthal e del Conte Harry Kessler, 1914) e Jota Aragonesa (musica di Michail Glinka, 1916).
Ballerino stylé e dal salto leggero, è ricordato come uno dei riformatori del balletto, in quanto ne espanse il vocabolario e creò nuove forme riuscendo ad unire agli intenti espressivi una coscienza critica.
Documenti di Fokine presso la Houghton Library, Harvard Library, Harvard University: http://oasis.lib.harvard.edu/oasis/deliver/~hou00221
Suzanne Carbonneau, Fokine, Michel, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998, vol. 3, pp. 14-28.
Donatella Gavrilovich, Le arti e la danza. I coreografi russi e sovietici tra riforma e rivoluzione, UniversItalia, Roma, 2012.
Concetta Lo Iacono, Il balletto in Russia, in Storia dello spettacolo musicale, a cura di Alberto Basso, volume V, Torino, UTET, 1994.
Fedor Lopukhov, Writings on ballet and music, a cura e con un’introd. di Stephanie Jordan, trad. dal russo da Dorinda Offord, The University of Wisconsin Press, Madison, London, 2002.
Fokine scrisse Nuovo Balletto (Novyj balet) edito dalla rivista russa «Argus» il 1 novembre 1916.
Nel 1904, Fokine concepì un libretto basato sul romanzo di Longo Sofista Dafni e Cloe. Il balletto non fu prodotto (fu rappresentato in seguito, nel 1912, dai Balletti Russi), ma le note che Fokine scrisse per il libretto, e che contenevano i principi della sua riforma, furono alla base della famosa lettera che egli spedì al Times di Londra (6 luglio 1914).
Autobiografia curata da Anatole Chujoy, Fokine, memoirs of a ballet master, trad. Vitale Fokine, Boston, Little Brown and Company, 1961.
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