Verdelot, Philippe
Possibile ritratto di Verdelot (a destra) nel quadro di Giorgione, Le tre età dell'uomo - fonte: it.wikipedia.org
Philippe Verdelot nacque a Les Loges tra il 1470 e il 1480 circa. Non si sa nulla della sua infanzia: è possibile che visse nel nord della Francia, per poi trasferirsi nel nord d’Italia in giovane età. È probabile che nel primo decennio del XVI secolo fosse a Venezia e passò un periodo anche a Bologna. Secondo alcuni biografi cinquecenteschi, come Giorgio Vasari, prima di spostarsi a Roma nel 1511 fu ritratto al pittore Sebastiano del Piombo. Nel maggio 1521 Verdelot arrivò a Firenze, dove gli furono affidate alcune tra le posizioni musicali più prestigiose della città: fu maestro di cappella del Battistero di S. Maria del Fiore dal 1522 al 1525 e della Cattedrale dal 1523 al 1527. Tra il 1523 e il 1524 soggiornò per un breve periodo a Roma, quando fu scelto insieme ad altri due cantanti per accompagnare Giulio de’ Medici in occasione della sua elevazione a pontefice (come Clemente VII). Durante la Repubblica fiorentina (1527-30), Verdelot si alleò contro la forze papali. È possibile che durante l’assedio di Firenze (1529-30) abbia perso la vita: alcuni studiosi hanno ipotizzato che il madrigale Italia, Italia, ch’hai sì longamente possa riferirsi al papato di Paolo III (1534-49), ma non ci sono testimonianze precise dell’attività o della produzione musicale di Verdelot successive al 1530. Sicuramente nel 1552 era morto, come riportato da Ortenzio Landi nei Stte libri de’ cathalogi.
Verdelot compose varie messe, 58 mottetti e una grande quantità di madrigali. Riguardo al mottetti, lo studioso Böker-Heil ha proposto una suddivisione in tre fasi stilistiche: la prima (1510-20), in cui lo stile melodico è costituito da progressioni e melismi che riportano al repertorio mottettistico francese della prima metà del XVI secolo; la seconda (1520-25) in cui si riscontra maggiormente uno stile declamatorio che segue l’andamento ritmico del testo; la terza fase della maturità (dal 1525), relativa soprattutto ai mottetti a quattro voci, in cui la scrittura musicale è caratterizzata da contrasti ritmici e melismi senza passaggi imitativi e da una forte attenzione al rapporto tra testo e musica. Il più importante contributo di Verdelot riguarda però il repertorio del madrigale, di cui è considerato uno dei pionieri. Composti prevalentemente su testi di Petrarca ed altri letterati umanisti, i madrigali del compositore francese rispecchiano tutte quelle caratteristiche che saranno sviluppate dai più importanti madrigalisti del Cinquecento, come passaggi omoritmici che si alternano a frasi di contrappunto imitativo e grande attenzione al significato delle parole e alla loro resa musicale.
- Mario Armellini, Musica e musicisti nei Marmi di Anton Francesco Doni, in I «Marmi» di Anton Francesco Doni: la storia, i generi, le arti, a cura di Giovanna Rizzarelli, Firenze, Olschki, 2012, pp. 331-352
- Norbert Böker-Heil, Die Motetten von Philippe Verdelot, Cologne and Weisbaden, 1967
- Susan McClary, Modal Subjectivities: Self-Fashioning in the Italian Madrigal, Berkeley, University of California Press, 2004, pp. 38-56
- Colin Slim, Stefano La Via, Verdelot, Philippe, Grove Music Online. Oxford Music Online, Oxford University Press, versione online
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