Belgioioso, Baldassarre da
1. Xilografia tratta dal libretto del Balet comique de la Royne. Nell’immagine si vede come l’azione principale avvenisse sul piano della sala, mentre il palcoscenico di fondo serviva solo per le entrate. Gli spettatori seguivano lo svolgimento del Balet dall’alto in modo tale da apprezzare maggiormente i sottostanti disegni coreografici.
2. Caterina de’ Medici, nel 1573, in onore degli ambasciatori polacchi giunti per l’ascesa al trono di Polonia del futuro Enrico III di Francia, fece realizzare il Ballet des polonais. La grandiosità della manifestazione è testimoniata da questo imponente arazzo disegnato da Antoine Caron (Gallerie degli Uffizi, Firenze).
Baldassarre da Belgioioso (conosciuto anche come Baltazarini e Baldassarino di Belgioioso) fu un violinista nato nella penisola italiana, della cui biografia, prima del suo arrivo in Francia (dopo il 1554 o qualche anno più tardi), si hanno poche informazioni.
Si integrò presto nella vita di corte francese in qualità di valet de chambre, prima del Re Enrico II e della regina Caterina de’ Medici, poi di Maria Stuarda, Carlo IX e di Francesco d’Alençon, francesizzando il nome in Balthasard de Beaujoyeulx e acquisendo la nazionalità francese.
Nel 1572, per il matrimonio di Margherita di Valois con Enrico di Navarra, partecipò all’organizzazione della joutemascarade, una messinscena molto complessa in cui si avvicendavano scene marine su carri, rappresentazioni del Paradiso e dell’Inferno e le cui componenti erano musica, mimica, danza, decoro e macchineria teatrale.
Un momento di svolta per la carriera di Baldassarre fu il suo allestimento, nel 1573 alle Tuileries, del Ballet des polonais (con musica di Orlando di Lasso e testo di Jean Dorat), voluto da Caterina de’ Medici per solennizzare l’arrivo degli ambasciatori polacchi a Parigi alla vigilia della partenza di Enrico d’Angiò, suo figlio, per il trono di Polonia [Fig. 2].
Il più grande contributo di Baldassarre alla storia della danza giunse alla fine della sua carriera con il Balet comique de la Royne (15 ottobre 1581) che fonda la tradizione del ballet de cour. Lo spettacolo fu creato in occasione delle nozze del duca di Joyeuse con mademoiselle de Vaudemont, sorella della regina Luisa di Lorena nota anche con il nome di de Mercoeur.
Baldassarre, che aveva partecipato agli spettacoli d'impronta italiana allestiti dall’Académie royale de poésie et de musique a Parigi, creò un’opera d’impronta umanistica che conteneva il carattere mitologico e celebrativo degli spettacoli di corte italiani. La creazione era un vero e proprio balletto nel senso che la musica, il canto e le scene erano inglobati in una costruzione rigorosa fondata sulla danza. Per quanto riguarda l’inconsueta unione per l’epoca della parola 'balletto' all’aggettivo 'comico', entrambi presenti nel titolo del ballo, Baldassarre stesso spiegò nella prefazione del libretto che tale legame indicava la connotazione a lieto fine dell’opera che vede lo stesso Re opporsi vittoriosamente alla Maga Circe. Come si vede nella Fig. 1, l’allestimento comprendeva una zona centrale, in cui si sviluppava l’azione dei carri allegorici e dei ballerini (il piano della sala), attorniata dagli altri luoghi deputati (ad esempio, il boschetto con la grotta di Pan sulla destra, la dimora di Circe sul palcoscenico in fondo). Tale organizzazione strutturale – che costituisce un momento di passaggio tra la scena multipla medievale e il palcoscenico all’italiana - servì da modello nel periodo iniziale del ballet de cour ed esercitò un’influenza anche sull’organizzazione musicale e coreografica dello spettacolo che si sviluppava in sempre nuove entrées ben visibili dagli spettatori collocati in una posizione più elevata ai lati della sala. Il susseguirsi di figurazioni geometriche nel grand ballet général evocava il ripristino dell’armonia universale che idealmente collegava il macrocosmo con il microcosmo.
Nel 1584 Baldassarre lasciò la corte di Enrico III, ma continuò a far parte dei valletti di camera di Caterina de’ Medici. Un incarico che fu ereditato, in seguito, da suo figlio Charles.
L’aspetto innovativo della personalità di Baldassarre fu di aver compreso che il balletto non doveva più essere unicamente parte di una manifestazione più ampia, ma che poteva essere rappresentato anche come spettacolo autonomo e celebrativo della corte chiamata, attraverso i suoi cortigiani, ad esserne interprete oltre che spettatrice.
Grazie alle particolari condizioni imposte dal luogo che influivano sulla struttura dello spettacolo, alla creazione delle danze figurate per le dame e i gentiluomini uniti in un gruppo omogeneo che ponevano le basi del futuro corpo di ballo, e alla creazione della struttura tripartita in ouverture, entrées e grand ballet, Baldassarre caratterizzò il genere ballet de cour.
Giovanni Calendoli, Storia universale della danza, Milano, Mondadori, 1985.
Mariateresa Dellaborra a cura di, “Une invention moderne”. Baldassare da Belgioioso e il “Balet comique de la Royne”, Lucca, LIM, 1999.
Mark Franko, Danza come testo. Ideologie del corpo barocco, a cura di Patrizia Veroli, Palermo, L'Epos, 2009.
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