Anedda, Giuseppe
Giuseppe Anedda - fonti foto:
Giuseppe Anedda nacque a Cagliari il 1° Marzo del 1912. Proveniente da una famiglia povera e numerosa, manifestò fin dalla tenera età una forte passione per la musica. Frequentò per qualche tempo il Conservatorio, dove imparò a leggere la musica e studiò solfeggio, e iniziò successivamente a studiare il mandolino. Nel 1923 suonò la parte del liuto nella Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai. Poco dopo diede vita, con Flavio Cornacchia, al quartetto Karalis, che divenne un punto di riferimento per Radio Sardegna. Arruolatosi nella polizia, fu mandato in servizio presso il Palazzo Reale di Napoli. Nella città partenopea la carriera di mandolinista di Anedda ebbe un grandissimo slancio: partecipò a numerosi concorsi, vincendo per due anni consecutivi il Concorso Nazionale organizzato dalla Direzione Generale del Dopolavoro. Nel 1941 iniziò a collaborare con l'EIAR (futura RAI) e nel 1948 fece parte dell'orchestra che eseguì, in prima mondiale, il Concerto per due due mandolini, archi e cembalo di Antonio Vivaldi, diretto da Nino Sanzogno. Grazie a questa esecuzione, Anedda fu notato da Renato Fasano che lo invitò a far parte dei Virtuosi di Roma, una collaborazione che durò ininterrottamente dal 1952 al 1968.
Divenuto uno dei mandolinisti più importanti nel panorama internazionale, Anedda eseguì a Torino la parte del mandolino del balletto Agon di Igor Stravinskj (la stampa riporta che lo stesso compositore urlò "bravo mandolino!" dalla platea). Nel 1970 fu invitato a tenere corsi di perfezionamento e masterclasses di mandolino alla prestigiosa Manhattan School of Music di New York. Negli stessi anni diede vita a una intensa attività concertistica, che lo portò a suonare in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Nel 1975 tenne concerti in Svizzera con i Solisti Veneti.
Titolare della prima cattedra di insegnamento di Mandolino presso il Conservatorio Pollini di Padova, Anedda ricevette la medaglia d'oro dal Presidente della Repubblica Italiana e fu invitato, unico italiano assieme a Carla Fracci, all'inaugurazione del Festival dei Due Mondi. Grazie al suo talento e alle sue capacità tecniche e interpretative, per le quali fu definito «il Paganini del mandolino», Anedda ha il merito di aver portato nelle più importanti sale da concerto uno strumento legato perlopiù alla tradizione popolare, intensificando anche lo studio del repertorio barocco e classico per questo strumento.
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