Dufay, Guillaume
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Guillaume Dufay (scritto anche Du Fay o Du Fayt) nacque probabilmente il 5 agosto 1397 a Beersel, vicino Bruxelles, nei Paesi Bassi della Borgogna (ora in Belgio). Nel 1409 fu cantore presso la Cattedrale di Cambrai. Nel 1420 entrò al servizio di Carlo Malatesta a Rimini, per poi spostarsi nel 1428 a Roma, dove fece parte della Cappella papale. Nel 1436 divenne canonico a Cambrai e lavorò al servizio del duca di Savoia. Negli anni ’40 fu attivo al servizio del duca di Borgogna e nel 1446 divenne canonico di Sainte-Waudru. Passò gli ultimi anni come canonico a Cambrai, dove morì il 27 novembre 1474.
Dufay è considerato uno dei più importanti compositori franco-fiamminghi che hanno segnato il passaggio dalla musica medievale a quella rinascimentale. Della sua produzione sono pervenuti quasi 90 mottetti, circa 60 chansons francesi e italiane, 7 messe complete e 35 parti di messe. Durante il periodo italiano Dufay compose un certo numero di mottetti per le celebrazioni pubbliche, tra cui l'elezione di Papa Eugenio IV (1431), il trattato di Viterbo (1433) e la dedica della cupola del Brunelleschi per Santa Maria del Fiore a Firenze (1436). Per il cosiddetto “banchetto del fagiano”, una festa tenuta nel 1454 da Filippo il Buono di Borgogna in occasione di una crociata per riconquistare Gerusalemme, Dufay compose il Lamento della Santa Madre Chiesa di Costantinopoli. Le sue chansons, normalmente a tre voci, trattano argomenti pastorali e amorosi; molte usano le forme poetico-musicali della ballata, del rondò e del virelai, mentre altre sono su testi in forma più libera. Con le sue messe, Dufay gettò le basi per lo sviluppo di questo genere nella seconda metà del XV secolo: generalmente a 4 voci, esse si basano su un cantus firmus nella linea del tenore che include melodie sacre, come l’Ave Regine Celorum, oppure canzoni profane, come la celebre “L’Homme armé” e la ballata Se la faccia è pallida. Nell’ultima fase della sua carriera, a Cambrai, ha sviluppato e perfezionato uno stile più grazioso ed espressivo, gettando le basi per i successivi compositori franco-fiamminghi del Rinascimento.
- Carlo Bosi, Strutture matematiche nei mottetti isoritmici di Dufay, «Musica e Storia», 7, 1999, pp. 59-78
- Francesco Rocco Rossi, «Vergine bella» e Dufay: dalla tradizione improvvisativa alla ‘res facta’, in Petrarca in musica, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Arezzo, 18-20 marzo 2004), a cura di Marco Chegai e Cecilia Luzzi, Lucca, LIM, 2006, pp. 83-100
- Francesco Rocco Rossi, Guillaume Du Fay. Palermo, L'Epos, 2008
- Craig Wright, Dufay's "Nuper rosarum flores", King Solomon's Temple, and the Veneration of the Virgin, «Journal of the American Musicological Society», 47, 1994, pp. 395-441
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