Taglioni, Filippo
Filippo Taglioni. Fonte: wikipedia.org
Filippo Taglioni, nato a Milano nel 1777, fu avviato allo studio della danza dal padre Carlo, noto ballerino e coreografo della danza italiana del secondo Settecento. Compì le sue prime esibizioni in vari teatri italiani, interpretando soprattutto ruoli en travesti. Nel 1799, perfezionatosi sotto la guida di Jean-François Coulon, debuttò all’Opéra di Parigi in La Caravane du Caire. Dopo aver danzato in varie produzioni della compagnia, tra cui La Dansomanie e Le Retour de Zéphire di Pierre Gardel, nel 1802 lasciò la capitale francese per ricoprire il ruolo di premier danseur e maître de ballet a Stoccolma. Qui sposò la ballerina Sophie Karsten, dalla quale ebbe due figli, Maria e Paolo, che seguirono le orme del padre. Negli anni seguenti lavorò nelle più grandi città europee, tra cui Vienna, Monaco, Copenaghen, Amburgo e Berlino. Nel 1821, divenuto premier danseur e maître de ballet al Kärntnertortheater di Vienna, coreografò Das Schweizer Milchmädchen, balletto che ripropose negli anni con differenti nomi, fino alla versione definitiva del 1832 intitolata Nathalie ou La Laitière suisse. Nel contempo preparò il debutto della figlia, Maria Taglioni, mediante un rigoroso allenamento giornaliero mirato a perfezionarne la tecnica e a raffinarne lo stile. Dal 1822, quando coreografò l’esordio di Maria in La Réception d’une Jeune Nymphe à la Cour de Terpsichore, si dedicò alla carriera della figlia negoziandole i contratti e creando balletti che misero in luce le sue qualità di ballerina romantica. Durante la sua permanenza a Vienna realizzò anche dei lavori per altre ballerine, come Fanny Elssler, giovane membro della compagnia viennese, e Amalia Brugnoli. Nel 1827 organizzò il debutto di Maria all’Opéra di Parigi, coreografandole un pas de deux che fu inserito nel balletto Le Sicilien e che gli valse un contratto come coreografo e un ingaggio per la figlia. In questi anni realizzò importanti produzioni, in particolare il Ballet des nonnes (1831), un divertissement integrato nell’opera Robert le Diable di Giacomo Meyerbeer, e La Sylphide (1832), balletto fantastico in due atti che rappresentò l’apice della sua carriera coreografica. Nel 1836 concluse la sua collaborazione con l’Opéra realizzando La Fille du Danube, balletto pantomimo in due atti su musica di Adolphe Adam. L’anno seguente raggiunse San Pietroburgo, dove realizzò nuovi balletti per la figlia. Nel 1843 si trasferì a Varsavia e fu nominato maître de ballet e direttore della compagnia. Ritiratosi nel 1853, trascorse gli ultimi anni della sua vita in una villa sul lago di Como, dove morì nel 1871.
Il contributo di Filippo Taglioni alla nascita del balletto romantico fu di fondamentale importanza. Nei suoi lavori coreografici introdusse quelle che diventarono le caratteristiche essenziali del balletto romantico: l’elemento fantastico, il tema dell’amore tra un essere mortale e uno soprannaturale e la dialettica tra realtà e sogno. Sviluppò inoltre un nuovo stile di danza, la danse aérienne o d’élévation, che ebbe la sua consacrazione con Maria Taglioni. Esso privilegiava lenti développés a terra, temps d’aplomb e agili elevazioni, insieme a un uso raffinato della tecnica delle punte che da mezzo virtuosistico diventarono uno strumento espressivo.
Lynn Garafola, Rethinking the Sylph. New Perspectives on the Romantic Ballet, University Press of New England, Hannover-London, 1997
Ivor Guest, The Romantic Ballet in Paris, London, Dance Books, 1966
Flavia Pappacena, Il Settecento e l’Ottocento, II vol., in Ornella Di Tondo, Flavia Pappacena e Alessandro Pontremoli, Storia della danza in Occidente, 3 voll., Roma, Gremese, 2015
Madison Sowell – Debra Sowell, Francesca Falcone – Patrizia Veroli, Il Balletto Romantico. Tesori della collezione Sowell, L’Epos, 2007
Libretti
Opere
Interpretazioni e altri documenti
Opere danza
Gallery
Licenza
Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
Condividi:
Condividi: