Auden, Wystan Hugh
1. James Soame, Ritratto di Wystan Hugh Auden. Stampa al bromuro, 1926. National Portrait Gallery, Londra.
2. Benjamin Britten e Wystan Hugh Auden. Stampa al bromuro, 1941. National Portrait Gallery, Londra.
3. Henry Moore, Sketches of Auden. Litografia su carta, dal ciclo Auden Poems Lithographs, 1973. Henry Moore Collection, Tate Gallery, Londra.
Poeta, drammaturgo e librettista inglese naturalizzato statunitense, Wystan Hugh Auden è stato tra gli autori anglofoni più significativi del Novecento, tanto da essere considerato il successore ideale di Yeats ed Eliot. Auden nacque a York, in Inghilterra, il 21 febbraio 1907, terzo e ultimo figlio di George Augustus e Constance Rosalie Bicknell. La sua famiglia, di ceto borghese, aderiva al movimento dell’anglocattolicesimo, una circostanza rilevante per la formazione artistica di Auden, poiché le liturgie cui partecipava da bambino alimentarono il suo amore per la musica e il linguaggio. Altrettanto stimolante era l’ambiente domestico, a partire dalla biblioteca del padre, un medico di fama, dove Auden scoprì i testi psicoanalitici che influenzarono i suoi interessi per l’intera esistenza. Sempre con il padre condivise una intensa e duratura passione per le leggende e le saghe islandesi, una predilezione motivata dalla comune convinzione di avere origini di tale nazionalità.
Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Birmingham, nel 1925 Auden iniziò a frequentare l’Università di Oxford con una borsa di studio in biologia, tuttavia l’anno successivo cambiò indirizzo passando a inglese, materia in cui nel 1928 concluse il suo percorso accademico. In questo contesto egli conobbe Cecil Day-Lewis, Louis MacNeice e Stephen Spender, assieme ai quali avrebbe costituito l’avanguardia poetica degli anni Trenta, condividendo la medesima concezione dell’arte connotata dal ruolo centrale dell’impegno politico e dell’interesse per le teorie freudiane. Risale al periodo di Oxford pure l’incontro con Christopher Isherwood: con lui Auden avrebbe scritto a quattro mani tre pièce teatrali e un libro, Journey to a War (1939), frutto del loro comune viaggio in Cina durante la seconda guerra sino-giapponese. Pur non riunendosi mai in un gruppo formalizzato, questi autori furono identificati dal pubblico e dalla critica come il “Circolo di Auden”, una denominazione che attribuiva a quest’ultimo un ruolo primario tra i poeti della sua generazione.
Conclusi gli studi, a cavallo tra il 1928 e il 1929 Auden trascorse alcuni mesi a Berlino, dopodiché fece ritorno in Inghilterra, dove dal 1930 al 1935 insegnò presso alcune scuole pubbliche. In seguito lavorò come critico, saggista e docente freelance, collaborando in particolare con la GPO Film Unit, l’unità cinematografica delle poste centrali specializzata in film documentari: qui iniziò l’amicizia di Auden con Benjamin Britten, il quale avrebbe messo in musica diversi suoi testi poetici, tra cui il libretto per l’operetta Paul Bunyam (1940). Un soggiorno di due mesi in Spagna nel 1937, durante la guerra civile, scosse profondamente le convinzioni politiche di Auden e, di conseguenza, il ruolo che quest’ultime svolgevano nella sua arte.
Nel 1939 il poeta si trasferì a New York, prendendo la cittadinanza statunitense nel 1946. Qui conobbe Chester Kallman, assieme al quale avrebbe firmato alcuni libretti, in particolare quelli per Igor Stravinskij (The Rake’s Progress, 1951) e Hans Werner Henze (Elegy for Young Lovers, 1961; The Bassarids, 1965). La casa in cui nel 1940-41 Auden risiedette assieme a Britten e altri artisti, denominata “February House”, diventò un importante centro della vita culturale newyorkese. Risale al medesimo periodo il riavvicinamento di Auden alla chiesa anglicana, dalla quale si era allontanato da adolescente: influenzato dal cristianesimo esistenziale di Søren Kierkegaard, l’autore mitigò il precedente impegno politico in favore di una nuova centralità delle questioni morali e religiose. Un ulteriore impatto sulla sua produzione degli anni Quaranta fu esercitato da un soggiorno in Germania subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l’incarico di studiare gli effetti dei bombardamenti alleati sulla popolazione tedesca per conto dell’ U. S. Strategic Bombing Survey, un’esperienza che lo scosse profondamente ed ebbe massicce ripercussioni sulle sue opere del dopoguerra.
Dal 1941 al 1945 Auden insegnò in varie università americane, ebbe quindi diversi incarichi come visiting professor e dal 1956 al 1961 fu professore di poesia presso l’Università di Oxford. Il suo interesse per la musica continuò a trovare espressione negli anni Cinquanta e Sessanta sia nelle già citate produzioni librettistiche, sia nella collaborazione con il gruppo New York Pro Musica, un ensemble vocale e strumentale specializzato nell’esecuzione di repertori medievali e rinascimentali. Auden morì a Vienna il 29 settembre 1973, poche ore dopo aver tenuto una conferenza presso la Società Austriaca di Letteratura.
Auden fu un autore molto prolifico e variegato, spaziando tra generi letterari, stili, forme e contenuti anche assai distanti: il suo catalogo comprende alcune centinaia di poesie, tra cui sette poemi lunghi, pièce teatrali, libretti, film documentari e oltre quattrocento saggi e recensioni su argomenti letterari, storici, politici, religiosi, musicali, ecc. La sua scrittura passa da spiccate tendenze avanguardistiche al recupero di forme tradizionali, mentre i contenuti alternano tematiche al limite del banale e complesse riflessioni filosofiche. Abile sperimentatore, Auden s’imposte presto al pubblico e alla critica per le proprie conquiste tecniche e stilistiche, nonché per l’impegno politico, sociale e ideologico, cui negli anni statunitensi si sostituì l’empito morale e religioso. Al centro della sua poetica si colloca la volontà d’interpretare i tempi, di analizzare i mali della società e di discutere i problemi intellettuali e morali d’interesse collettivo. Autore allo stesso tempo controverso e autorevole, egli esercitò un influsso pervasivo sulla poesia anglofona del Novecento, in particolare statunitense: il titolo del suo poema The Age of Anxiety (1946) divenne una locuzione d’uso comune per descrivere il mondo contemporaneo. Insignito del Premio Pulitzer per la Poesia (1947) e del Premio Internazionale Feltrinelli (1957), Auden fu candidato al Nobel nel 1963, 1964 e 1965.
- The Cambridge Companion to W. H. Auden. Cambridge, Cambridge University Press, 2004.
- Tony Sharpe, W. H. Auden. Londra, Routledge, 2007.
- Tiziana Morosetti, Memoria e utopia nel teatro di Auden. Roma, Aracne, 2009.
- Federica Marsico, Il poeta e la sua elegia del desiderio inappagato. In: Hans Werner Henze, Elegy for Young Lovers, Venezia, Fondazione Teatro La Fenice, 2014, pp. 11-30.
- Heather Wiebe, Discovering America: From Paul Bunyan to Peter Grimes. «Cambridge Opera Journal», 27, 2 (luglio 2015), pp. 129-153.
- Wystan Hugh Auden, Un altro tempo. Edizione con testo a fronte a cura di Nicola Gardini, Milano, Adelphi, 2004.
- Wystan Hugh Auden, La verità, vi prego, sull'amore. Milano, Adelphi, 2007.
- Wystan Hugh Auden, Lettere dall'Islanda. A cura di Aurora Cilliberti, Milano, Archinto, 2008.
- Wystan Hugh Auden, La danza della morte. A cura di Tiziana Morosetti e Luke Seaber, Roma, Associate, 2009.
- Wystan Hugh Auden, Shorts. Edizione con testo a fronte a cura di Gilberto Forti, Milano, Adelphi, 2009.
- Wystan Hugh Auden, Grazie, nebbia. Ultime poesie. A cura di Alessandro Gallenzi, Milano, Adelphi, 2011.
- Wystan Hugh Auden, Oratorio di Natale. Massa, Transeuropa, 2011.
- Wystan Hugh Auden, Poesie scelte. A cura di Edward Mendelson, Milano, Adelphi, 2016.
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