America meridionale
Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Guyana, Guyana Francese, Suriname, Brasile, Bolivia, Paraguay, Cile, Uruguay, Argentina.
L’America meridionale è parte, assieme all’America centrale e al Messico, di una più articolata area geo-culturale, l’America Latina, che pur nella sua grande diversità interna presenta numerose caratteristiche comuni, dovute al passato di colonia spagnola condiviso da buona parte dei paesi attuali, ad eccezione del Brasile (ex colonia portoghese) e di alcune piccole aree francofone e anglofone. Accade così che in un territorio che si estende dal Messico alla Terra del Fuoco non solo si parli una stessa lingua (lo spagnolo) e vi sia una religione prevalente (cattolicesimo), ma anche che vi si ritrovino i medesimi rituali e festività, le medesime forme poetiche e generi musicali e di danza strettamente imparentati. Allo stesso tempo, però, si mantiene anche una spiccata diversità a livello locale.
L’America meridionale si caratterizza musicalmente per la compresenza sugli stessi territori di musiche di varia matrice. Le musiche delle popolazioni autoctone, sia della foresta pluviale amazzonica, sia dell’area montuosa andina, si contraddistinguono per la presenza prevalente di strumenti a fiato. Le musiche derivate dalla presenza dei dominatori europei (prevalentemente spagnoli e portoghesi) sono caratterizzate dall’uso di strumenti a corda, provenienti dall’Europa e adattati al contesto, che hanno dato vita a numerose forme musicali ibride. A queste due componenti va aggiunta quella di provenienza africana, più marcata in paesi come il Brasile o la Colombia, in cui le forme percussive e poliritmiche hanno un peso rilevante. Nel corso del ventesimo secolo questi tre aspetti musicali si sono nuovamente fusi e sviluppati in nuove forme di musica urbana, quali il tango in Argentina e il samba e la bossa nova in Brasile.
In considerazione della specificità culturale del subcontinente, è sembrato più utile scegliere gli esempi di quest’area non tanto in base ai paesi di appartenenza, ma cercando di dar conto delle tre radici culturali e delle loro contaminazioni, nonché dei diversi contesti d’uso e funzioni della musica. Nella scelta degli esempi si è cercato inoltre di rendere visibili dinamiche di conservazione e trasformazione all’interno di un genere e di elaborazione delle forme originarie in nuovi contesti.